Roma 2014 - As the gods will, la recensione
Ancora una volta Miike con As the gods will filma l'infilmabile, aderisce alla struttura del manga originale e inietta la sua ironia e il suo piacere sensuale per il gore
As the gods will in realtà viene da un fumetto (omonimo), quindi è più parente di quel che accade nella carta stampata che di quel che si vede al cinema, tuttavia si inserisce con grande coerenza nel torrente in piena che è il cinema dei giovani adulti che si ammazzano. Un po' perchè le storie in cui l'adolescente è al centro del destino del mondo sono in realtà terra di conquista nipponica e un po' perchè il grande successo di Hunger Games, è noto, viene dal Giappone e da Battle Royale per l'appunto.
É un peccato quindi che anche quest'ultimo film risenta di quello che in molti casi è il difetto dei film di Miike, cioè di non reggere lungo tutta la sua durata con il medesimo impeto dell'attacco. A tre quarti As the gods will ha un momento di stanca fastidioso, nonostante la storia proceda di gioco mortale in gioco mortale, risente del calo di forma di una storia che appositamente non finisce e lascia una piacevole patina di mistero riguardo i suoi presupposti. Quest'ultimo elemento anche è tipico del cinema in cui gli adulti torturano e costringono i giovani ad una vita di dolore: non c'è mai una vera ragione che non sia il controllo o il livore.