[Roma 2012] Main dans la main, la recensione
Valérie Donzelli incanta senza mielosità con la sua commedia fantastica, Main dans la main, in concorso al Festival di Roma...
“Ci trasciniamo tutti dietro delle catene… ma a volte è divertente.”
Abbandonate le atmosfere comedy/drama di La guerra è dichiarata, in cui narrava il dramma, vissuto in prima persona, di due genitori di fronte alla malattia del figlio neonato, la Donzelli fa propri dei toni più fantastici, confermandosi cineasta freschissima e in grado di raccontare una storia di sentimenti senza gravarla del peso iperglicemico delle smancerie. Le va dato atto, inoltre, di aver assemblato una coppia bizzarra sulla carta, ma che dal primo minuto sviluppa un’incredibile chimica, accaparrandosi le simpatie (e, perché no, anche il tifo) del pubblico. L’iniziale legnosità di Hélène, interpretata da una straordinaria Valérie Lemercier mai stata così affascinante, è complementare e quindi paradossalmente incastrata a perfezione con l’atletica carica vitale dell’eccellente Jérémie Elkaïm, che della Donzelli è stato compagno. Sapientemente tratteggiati anche i ruoli di contorno, dalla prolifica Véro, sorella di Joachim interpretata dalla stessa Donzelli, alla gelosa Constance di Béatrice de Staël.
Main dans la main è in concorso, ed è certo presto per ipotizzare un eventuale premio: ciò che possiamo sbilanciarci a dire è che qualsiasi riconoscimento ottenga, sarà di certo ben meritato. A voler cercare il pelo nell’uovo, il film avrebbe beneficiato di una lunghezza leggermente inferiore; dopo la prima ora assolutamente perfetta, il ritmo viene diluito e alcune scene sono abbastanza superflue. Nulla di imperdonabile, perché l’alchimia sviluppata nei primi sessanta minuti è ormai adamantina ed arrivare alla fine di questa meravigliosa favola parigina non costerà fatica nemmeno ai più cinici detrattori delle commedie romantiche. Félicitations, Madame Donzelli!