[Roma 2012] A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, la recensione

La seconda regia di Roman Coppola è una farsa sull'andropausa senza pause. Molto divertente, molto applaudito, molto futile, ma con un grande Charlie Sheen...

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Grande simpatia e applausi frizzanti per la farsa sull'andropausa senza pause A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III di Roman Coppola, ennesimo figlio d'arte presente al Festival di Roma.

Sono i film nordamericani la parte migliore del Concorso, quest'anno. La pellicola di Coppola non fa eccezione anche se è un'operazione che più postmoderna e futile non si può. Quindi zero originalità e soprattutto una dipendenza da Somewhere della sorella Sophia quasi imbarazzante, per non parlare di Ten di Edwards (il look di Charlie Swan III è identico a quello di Dudley Moore) e Otto e mezzo di Fellini (il finale catartico in spiaggia è la copia della chiusa felliniana). Il film ricorda anche molto, forse troppo, The Beginners di Mike Mills. Quello sì un mezzo capolavoro.

Siamo nella testa di un serial casanova ovvero Charlie Swan III, illustratore geniale di mezza età in crisi sentimentale perché la sua ultima fiamma (Katheryn Winnick, qui praticamente sosia di Scarlett Johansson) l'ha lasciato, dal suo punto di vista, senza un vero perché. Chi lo interpreta? Un vecchio Charlie Sheen, totem del fancazzismo da celebrità in crisi di identità uguale-uguale al simbolico Stephen Dorff di Somewhere. Dorff farà un piccolo cammeo.

Se non sai che Sheen è un'icona anni '80 figlio di un'icona anni '70, perdi metà dello show. Come sempre con i Coppola. Ma se Paolo Franchi, o il Doillon di Un enfant de toi, avrebbero trattato il tema con seriosità, retorica ed autoindulgenza, Roman Coppola invece danza (letteralmente) e si fa una bella risata da 95 minuti. Deo gratias. Ecco dunque la tragicomica giornata di Charlie Swan III, ricercato incessantemente dai suoi adorabili dipendenti, completamente schiavo delle sue fantasie da andropausa (pin-up ovunque, anche appese nella sua bellissima casa), con una sorella molto concreta (splendida Patricia Arquette), circondato da oggetti (la sua macchina d'epoca alla Dudley Moore ha stampate uova al tegamico e bacon sulle due portiere; geniale) e ambienti belli e sofisticati. Chi ama le case nei film andrà fuori di testa per la magione losangelina di Charlie Swan III. E' tutto molto leggero e divertente, compresi i numeri musicali in cui Charlie mette in scena la sua vita tra divertimento e ironico struggimento che però non lascia mai spazio all'autocommiserazione. Deliziosi in piccole parti Jason Schawrtzman (l'amico frivolo con look alla Elliot Gould anni '70 + Lenny Bruce) e Bill Murray (il commercialista preoccupato in crisi con la moglie uguale-uguale al Bill Murray di Lost in Translation; che noia). Assolutamente esilarante per i cinefili la citazione di uno dei capolavori del cinema di papà (La conversazione).

E qui arriviamo alla nota dolente. Tutto molto di classe, tutto molto bello da vedere, tutto molto divertente. Ma anche triste e debole. La tristezza è nel ravvisare in questi figli un forte complesso di inferiorità nei confronti dei leoni della New Hollywood di cui sono discendenti. La debolezza è il loro cinema.

Alla fine raccontano sempre le stesse storie: celebrità in ambienti celebri tra citazioni di film celebri, persi nella futilità della loro celebre esistenza tra tennis, droghe, sesso e autoironia. Fanno tenerezza questi piccoli cineasti. E' come se fossero rimasti sempre degli eterni bambini schiacciati dal cinema e dalla vita di papà. Sophia è così, Roman è così, il più bravo di loro, “consigliori” non di sangue e famiglio, Wes Anderson è così (sempre bisognoso di un padre forte che lo prenda per mano). Il film grazioso di Roman Coppola racconta l'andropausa ma, ancora e ancora, il mondo in cui sono cresciuti lui e sua sorella, dove papà Francis Ford faceva il bello e cattivo tempo, realizzava capolavori e tradiva la moglie Eleonor per, tra le tante, la bellissima sceneggiatrice di E.T. Melissa Matheson.

Una cosa che Charlie Swan III avrebbe sicuramente fatto.

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