Roma 2010 - Rabbit Hole - La recensione

Una coppia deve fare i conti con la tragica morte del figlio piccolo. La pellicola con Nicole Kidman segna il ritorno dell'attrice ad alti livelli, ma non conquista completamente...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Rabbit HoleRegiaJohn Cameron Mitchell
Cast
Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney, Miles Teller     UscitaDa stabilire
 

C'era molta attesa per Rabbit Hole, dopo l'ottima accoglienza ricevuta in America e quella che è stata definita la rinascita di Nicole Kidman. La storia, nel suo minimalismo, è semplice, quella di una coppia borghese che non vuole stare con la gente, in particolare la moglie, dopo la tragedia che hanno subito, che quasi sempre ci viene presentata in maniera sottile e apprezzabile.

La prima cosa da dire è che gli elogi per Nicole Kidman sono ampiamente meritati. L'attrice sembra avere anche un'espressività maggiore del solito, come se recitasse in maniera più rilassata e meno enfatica di quanto avveniva negli ultimi suoi film. il suo ritratto di una donna pessimista e inacidita dal dolore, tanto da rifiutarsi di condurre una vita normale (memorabili alcuni scambi atroci con la madre, che ha il volto di una notevole Dianne Wiest), è sicuramente la cosa migliore che abbia fatto da molto tempo a questa parte. Forse funziona meno Aaron Eckhart, che è protagonista di alcune scene forti, ma non sempre risulta convincente. Un po' come il film, che è in grado di passare da una scena muta notevole a un flashback pessimo e fastidioso.

Il risultato è che sembra di vedere un Todd Haynes meno elegante e fiammeggiante, ma decisamente più trattenuto. I dialoghi sono generalmente ben scritti e di solito si gioca bene sul non detto. In tutto questo, forse lo sviluppo è fin troppo bloccato per appassionare completamente, come se la base teatrale si avvertisse eccessivamente. E a tratti, certi dialoghi e alcuni scontri risultano fin troppo cattivi per non fornire l'impressione di un certo calcolo e voglia di colpire lo spettatore in pieno stomaco.

Non aiuta la scelta, in tutta la prima parte del film, di giocare sul mistero di un ragazzo seguito dalla protagonista, quando la spiegazione di questo comportamento è ovviamente chiarissimo. Cosi come lo sono alcuni sviluppi nei rapporti dei due protagonisti. In sostanza, capisco perché a molti è piaciuto tantissimo ed è indubbio che il film possegga tante qualità interessanti. Ma mentirei se dicessi che sono rimasto folgorato positivamente...

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