Roku, la recensione

Roku è un volume che introduce la letale assassina nell'Universo Valiant, gettando le basi per le storie future, senza andare oltre il semplice compitino

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Roku #1, anteprima 01

Sulle pagine della serie Valiant Comics Ninjak, abbiamo fatto la conoscenza di Roku, letale assassina che ha incrociato la sua strada con quella dell’ex agente segreto al Servizio di Sua Maestà Colin King. La casa editrice americana ha voluto dedicare una miniserie a questa controversa figura del proprio universo narrativo; il titolo è scritto da Cullen Bunn per i disegni di Ramón F. Bachs e i colori di Stéphane Paitreau e Star Comics ha raccolto i quattro capitoli della storia in un unico volume brossurato.

Abbiamo così modo di conoscere Angelina Alcott, agente dell’MI-6 uccisa e riportata in vita dai Sette dell’Ombra. Per renderla un’arma letale, i suoi aguzzini hanno dovuto cancellarle i ricordi e ogni emozione. Adesso, è la donna più pericolosa al mondo. Il tomo segue Roku in una delle sue tante missioni; a differenza delle occasioni precedenti, però, il suo obiettivo la costringe a mettere in discussione tutte le sue convinzioni, spingendola ad accettare un lato della sua personalità che credeva ormai sepolto.

Come anticipato da un’illustrazione posta in chiusura del volume, la protagonista di queste pagine tornerà nelle prossime pubblicazioni della Valiant. Questa miniserie, dunque, ha il compito di presentarla al pubblico che non ha avuto modo di conoscerla nelle precedenti occasioni, oltre a offrire qualche elemento in più a chi, invece, ne aveva seguito il percorso. Purtroppo, il titolo è un mezzo passo falso che non riesce né a conferire spessore alla caratterizzazione dell’assassina, né a intrattenere l’avventore, scorrendo via senza lasciare traccia.

"Purtroppo, Roku è un mezzo passo falso che non riesce né a conferire spessore alla caratterizzazione dell’assassina, né a intrattenere l’avventore, scorrendo via senza lasciare traccia"Nello specifico, il racconto parte come una classica spy story, con tanto di agenti segreti, inseguimenti e scontri all’ultimo sangue. Per quanto ci provi, Bunn non riesce a inserire spunti o riflessioni che permettano alla miniserie di risultare intrigante: lo sviluppo è fin troppo lineare, i pochi colpi di scena sono ampiamente prevedibili e la stessa risoluzione della vicenda appare forzata. Proprio quest’ultimo aspetto svilisce l’aura cattiva e impenetrabile di Roku, restituendocela diversa e sicuramente meno magnetica. Il ritmo elevato e i cruenti scontri sono gli unici elementi che intrattengono, ma non bastano per salvare il risultato finale.

Se in occasione della recensione del volume dedicato a Dottor Mirage avevamo evidenziato l’interessante lavoro della Valiant, che aveva deciso di puntare su storie di qualità incentrate su figure femminili, questa volta non possiamo non sottolineare l’evidente passaggio a vuoto che - pur senza intaccare quanto in precedenza fatto - avrebbe meritato sicuramente tutt’altra sorte.

Più che sufficiente, infine, risulta la prova di Bachs al tavolo da disegno: il suo stile sintetico riesce a imprimere grande dinamismo in tutte le fasi del racconto, esaltando le poche note positive di questo brossurato. Attento nel lavoro di caratterizzazione dei personaggi, il disegnatore spagnolo è una piacevole sorpresa che permette a Roku di riprendersi in parte, grazie a una componente artistica valida e accattivante.

Nel continuare a lodare la volontà della Valiant di differenziare il suo roster di pubblicazioni, dobbiamo registrare una battuta d’arresto.

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