Rocket Raccoon 1, la recensione

Recensione di Rocket Raccoon #1 che ospita anche l'esordio de Il Leggendario Star-Lord

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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L'aspettavamo tutti quanti e ora è qui. La serie di Rocket Raccoon che oltreoceano ha scatenato l'entusiasmo dei fan sin dalle primissime battute è giunta in Italia nell'edizione Panini Comics che abbiamo potuto ammirare a Lucca. Tantissimi i motivi di interesse, dal volano del successo incredibile del film Guardiani della Galassia, di cui il procione spaziale è forse il principale mattatore, alla grande curiosità di vedere uno dei copertinisti più apprezzati e di successo degli ultimi anni nelle vesti di artista completo su una serie Marvel di respiro probabilmente ampio. Senza dimenticare che la testata contiene anche Legendary Star-Lord, scritto da Sam Humphries e disegnato da Paco Medina. serie tutt'altro che secondaria per gli equilibri attuali del cosmo Marvel, dato che Peter Quill è sempre più coinvolto in ogni trama che coinvolga il firmamento della Casa delle Idee.

Due serie che raccontano le gesta di personaggi in solitaria (per quanto Rocket non sia mai separato dal fido Groot) che procedono parallele e diverse, ma con alcuni tratti in comune che renderanno felici i lettori italiani: difficilmente chi apprezza una, almeno in termini di atmosfera e stile narrativo, troverà l'altra indigesta. Entrambe le star dei Guardiani della Galassia sono infatti ritratti come avventurieri poco avvezzi al rispetto delle regole e dipinti come scavezzacollo spaziali.

Skottie Young ci presenta un Rocket alle prese con una misteriosa accusa di pluriomicidio di cui, per una volta, non sa assolutamente nulla. Nelle sue ultime scorribande solitarie si è dedicato a salvare principesse spaziali e a farle innamorare infallibilmente della sua coda dal pelo lucido. Eppure è ricercato dalle autorità di mezzo cosmo come uno dei peggiori criminali invece che onorato come il coraggioso eroe che è. Magari le principesse generosamente salvate dalle sue gesta sprezzanti avrebbero da ridire, ma questa è un'altra storia. Anzi no... è proprio la stessa.

Legendary Star-Lord ha toni molto simili, ripercorrendo le origini di Peter Quill, presentandoci scene della sua infanzia e mettendole in relazione con quel che è diventato oggi: un mascalzone dal cuore d'oro e pieno di buone intenzioni a cui piace fare bella figura, possibilmente anche migliore di quella che meriterebbe, mentre si occupa da imbroglione di procurarsi i mezzi necessari a fare giustizia nella galassia. Curiosamente, anche le sue storie vedono una scoperta sorprendente al termine dell'episodio che ha però a che fare con la sua famiglia, ramo Spartax.

Divertenti, rapidi, dai dialoghi ben scritti e poco intenzionati a prendersi sul serio: ecco i punti in comune tra gli esordi di Rocket Raccoon e Legendary Star-Lord. Molto più interessante, nel complesso, il primo che ha una chiave stilistica ovviamente più coerente e gode della diversità di un artista come Young ai disegni e ai testi, rispetto all'estetica più supereroistica della serie di Humphries, che comunque gode delle sempre splendide matite di Medina. Skottie Young è davvero un asso e questo non poteva che pesare nell'economia dell'albo. Rocket Raccoon si presenta come il prodotto in assoluto più scanzonato, autoironico, colorato e cartoonesco dell'attuale produzione Marvel, in grado di sconfinare senza vergogna (e con nostra soddisfazione) nella comicità slapstick. Se vi piace il genere, assolutamente da leggere.

Nel complesso, comunque, un esordio ottimo per una nuova testata, in cui non sfigura neppure la breve storia autoconclusiva centrale dedicata a Rocket e Groot.

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