Robin Hood - La recensione

Un arciere di Riccardo Cuor di Leone si ritroverà a difendere la povera gente di Nottingham contro le truppe francesi. Interessante l'idea di cambiare prospettiva a una storia stravista, ma i risultati non convincono...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Robin Hood
RegiaRidley Scott
Cast
Russell Crowe, Cate Blanchett, Mark Strong, William Hurt, Eileen Atkins, Max Von Sydow, Danny Huston, Oscar Isaac
uscita12 maggio 2010La scheda del film

C'è sicuramente un'idea interessante nella nuova versione di Robin Hood firmata da Russell Crowe e Ridley Scott. Quale? Non raccontare Robin Hood. O meglio, raccontare come è nato il leggendario fuorilegge (magari anche con un eccesso di serietà e di spiegazioni pseudostoriche), terminando senza mostrarci l'eroe che abbiamo conosciuto in tante versioni cinematografiche precedenti, soprattutto quelle con Errol Flynn e Kevin Costner. E così, si ha l'impressione che il sequel possa essere uno spasso.

Due 'piccoli' problemi: la nascita di Robin Hood, almeno per come ce la raccontano i realizzatori, non è tanto appassionante, anzi le due ore e un quarto passano un po' a fatica. E questo porta al secondo problema: la pellicola riuscirà ad avere successo? In generale ne sono poco convinto, se non per un primo weekend in cui si potrà vendere questo titolo come il nuovo Gladiatore.

Ma le differenze con il classico premio Oscar, che ha reso Crowe una star, sono notevoli. E visto che ci siamo dovuti sorbire per mesi il tormentone Robin Hood=nuovo Maximus, spieghiamo perché il paragone non regge:

- Differenza maggiore: qui il protagonista non ha delle motivazioni forti e peraltro per quasi tutto il film non ha nulla da perdere e/o non soffre particolarmente. Distanza abissale con chi aveva perso la famiglia, era diventato uno schiavo ed era in cerca di vendetta/giustizia. E non chiedete a Russell Crowe di fare il miracolo, ma accontentatevi di una prova discreta...
- Il cattivo. Intanto bisognerebbe stabilire per bene chi è. In teoria, il principe Giovanni, anche se la sua figura è molto ambigua nella pellicola. Il problema è che Riccardo Cuor di Leone non è certo un'alternativa perfetta, quindi non può essere certo lui Il Marco Aurelio della situazione, che nel Gladiatore aveva il volto di Richard Harris. Di sicuro, il confronto con Joaquin Phoenix è tutto a svantaggio di Oscar Isaac/Principe Giovanni, sia per la differenza di talento negli attori che per l'intensità del ruolo (in questo caso, poco più di una macchietta).
- Lo scontro iniziale, che dovrebbe farci entrare nel vivo della vicenda, non è così efficace come quello del suo predecessore, secco e violento, ma soprattutto girato con grande energia.
- Non si costruisce un rapporto forte tra Robin e Marian, nonostante ci sarebbe tutto il tempo e le occasioni di farlo. Incredibilmente, Connie Nielsen spiccava molto di più (peraltro con meno scene a disposizione) di una Cate Blanchett che non sembra convintissima della sua parte.

Chiaramente, Robin Hood sembra un film che ha bisogno di una director's cut, anche se ho paura a dirlo (anche più lungo? Mio Dio). All'inizio, il ritmo è lentissimo per più di un'ora e la 'missione' di Robin Hood praticamente non esiste. Poi c'è un'accelerazione fin troppo brusca, in cui sembrano proprio mancare dei pezzi (bei tagli al montaggio per non arrivare alle due ore e mezzo? Possibile).

Per il resto, cosa abbiamo? Una sequenza gratuitissima per mostrare Russell Crowe a petto nudo, mentre la silhouette della Blanchett appare mentre si spoglia dietro una tendina. L'idea di farla diventare una commedia romantica non sarebbe assolutamente male, peccato che venga abbandonata dopo pochissimo tempo. Il desiderio di essere un film serio e storico, che a tratti ricorda Braveheart, in altri momenti chiaramente Salvate il soldato Ryan. Scena peggiore? Dei momenti di sadismo esasperato ed eccessivo durante un attacco francese. Momento migliore e quasi poetico? Il sangue di un personaggio che cola su un altro. In generale, un film non tanto brutto, quanto decisamente sbagliato.

Insomma, come avrete capito, l'idea di ripetere il successo de Il gladiatore non sembra proponibile. Di sicuro, si potrebbe riciclare la pellicola come potente cura contro l'insonnia. D'altronde, anche questo è un mercato importante...

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