Ride: Level 0, la recensione
Abbiamo recensito per voi Ride: Level 0, il prequel a fumetti dell'atteso film di Jacopo Rondinelli
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'albo, nato da una collaborazione tra Lucky Red, Mercurious, Arancia Studio e il quotidiano sportivo del gruppo RCS, sarà disponibile in sei diverse copertine, firmate da artisti del calibro di Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Giuseppe Camuncoli, Matteo Lolli, Emanuela Lupacchino e Marco Mastrazzo.
Come afferma lo stesso Barone nella postfazione, due sono state le sfide più complesse: restare il più fedeli possibile all'essenza del film, un thriller adrenalinico, frenetico, incentrato sul Downhill, gli sport estremi e una disperata lotta per la sopravvivenza; essere capaci di visualizzare elementi fondamentali alla trama ma relativi a un lavoro ancora in fase di post-produzione durante la realizzazione del fumetto.
La scansione sequenziale è un continuo susseguirsi di immagini dai toni vivaci legate al presente e di flashback evidenziati da un effetto grafico teso a imitare la distorsione tipica dei filmati delle videocamere di sorveglianza; è come se i protagonisti fossero stati ripresi a loro insaputa, e tale sospetto viene suffragato dall'inquietante Black Babylon, la misteriosa organizzazione che pare tirare le fila dell'intera vicenda.
Il racconto dal taglio estremamente cinematografico viene sorretto da una straordinaria recitazione da parte di Broccardo, che per esaltare il dinamismo e la drammaticità di alcune scene si è affidato con efficacia a un abbondante uso di linee cinetiche, sfoggiando per l'occasione uno stile molto vicino al manga. Nel suo complesso, il risultato è una narrazione ficcante che si conclude con il dovuto cliffhanger e che s'inserisce con perfetto tempismo nell'intreccio del lungometraggio, riallacciandosi a una sua precisa sequenza.
Ride: Level 0, insomma, si legge tutto d'un fiato: è un pepato bocconcino che assolve al suo compito primario, stuzzicare un enorme appetito nei confronti del piatto principale e accendere un'enorme curiosità attorno alla seconda opera concepita dagli autori dell'acclamato Mine (2016).