Ride 4 ha rispettato le promesse fatte da Milestone | Recensione

Grazie al suo ampissimo parco moto, l’intrigante modalità Carriera e la rinnovata IA degli avversari, Ride 4 è senza ombra di dubbio un racing game eccelso

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Ride 4 ha rispettato le promesse fatte da Milestone| Recensione

I punti di forza di Ride 4, i pregi che distinguono questa iterazione della saga rispetto al diretto predecessore, ma anche a MotoGP 20 se vogliamo, sono molti e piuttosto evidenti anche a chi conosce solo superficialmente le produzioni di Milestone, software house nostrana esperta e specializzata nei racing game dedicati alle due ruote.

Bastano un paio di giri lanciati, qualche staccata all’ultimo centimetro, un testa a testa contro un determinatissimo rivale, per accorgersi di quante piccole e grandi migliorie concorrano a rendere il gioco imperdibile per gli amanti del genere, oltre che un’autentica dichiarazione d’intenti del team di sviluppo, già proiettato nella next-gen che verrà, ennesimo territorio di conquista che i nostri eroi dovranno conquistare dimostrandosi a loro agio con hardware sempre più potenti e performanti.

Atteso anche su PlayStation 5 e Xbox Seris X e S il prossimo gennaio, l’edizione per l’attuale generazione di console, paradossalmente, sfigura proprio nell’aspetto estetico, riuscito solo a metà. Se il 3D scanning ha permesso di riprodurre sin nei minimi dettagli moto e piste, all’atto pratico si nota una certa discrepanza tra gli elementi in primo piano e quelli ritenuti più superficiali. Il colpo d’occhio è soddisfacente, eppure sullo sfondo si aggirano cordoli, cartelli, vegetazione in bassa risoluzione.

[caption id="attachment_218140" align="aligncenter" width="1000"] Le piste sono 16, per un totale di una trentina di tracciati[/caption]

Il meteo dinamico, i realistici modelli poligonali di ogni bolide, il frame rate a suo agio in (quasi) ogni situazione, rendono questa sbavatura in qualche modo ignorabile, certamente ininfluente sul gameplay, ma confrontando Ride 4 con altri giochi dello stesso genere vengono ancor più a galla tutti i limiti di un motore grafico che dovrà compiere un sensibile balzo in avanti nelle iterazioni che verranno.

Per il resto, il titolo si limita a proporci il solito, apprezzatissimo sistema di guida ormai marchio di fabbrica di Milestone, tagliato su misura su una serie di modalità di gioco assolutamente convincenti, se si esclude lo scarno e limitatissimo multiplayer online.

Mai come in Ride 4 gli sviluppatori sono riusciti a restituire la fisicità della guida, realizzando una simulazione quanto mai intransigente, eppure al tempo stesso domabile sviluppando il così detto manico, la sensibilità necessaria per indovinare il limite di tenuta ad ogni curva, ad ogni staccata, ad ogni riapertura del gas.

Gli aiuti alla guida eliminano progressivamente i grattacapi, soprattutto se si decide di abusare del rewind, ma mortificano l’anima della produzione, annidata ed ancorata alla lenta progressione che vi renderà tutt’uno con le moto che acquisterete o otterrete vincendo le varie competizioni che costituiscono la spina dorsale del gioco.

Divisi in tre categorie, naked, sportive ed endurance, gli oltre 170 bolidi presenti, ognuno personalizzabile con livree create nell’apposito editor, ognuno munito della solita didascalia ricca di curiosità e note storiche, declinano il sistema di guida in modo fondamentalmente unico. Anche a seconda delle condizioni dell’asfalto, dovrete adattare e riadattare di continuo il vostro stile di guida, un’abitudine che renderà ogni prima gara su una nuova moto un vero e proprio test per conoscerne pregi e difetti, limiti e potenzialità.

In breve, con la giusta dose di pazienza e buona volontà, si diventa dei veri esperti, perizia che accresce di pari passo con i progressi registrati nella modalità Carriera. Nonostante una struttura piuttosto classica, Milestone ha cercato di imperare l’esperienza puntando su competizioni non sempre canoniche. Tra gare di sorpassi e licenze da conquistarsi a suon di rapidissime prove piuttosto impegnative, abbiamo apprezzato la voglia di osare del team.

[caption id="attachment_218141" align="aligncenter" width="1000"] Gli amanti delle due ruote passeranno ore a leggere le descrizioni di ogni moto presente[/caption]

Complici i nuovi eventi Endurance, che introducono un minimo di strategia alla competizione, costretti come sarete a dosare il consumo di benzina e a ridurre l’usura delle gomme, Ride 4 offre un’inaspettata varietà che terrà incollati allo schermo anche i meno avvezzi ai racing game, generalmente poco inclini a concedersi ore e ore di gare in cui semplicemente battere tutti gli avversari su pista.

E proprio a proposito di avversari si registra il maggior pregio di Ride 4, lo stacco più evidente rispetto al passato. L’IA ANNA, infatti, riesce a dare corpo e forma a concorrenti dai comportamenti credibili, realistici, influenzati dal corso della gara. I piloti controllati dalla CPU sbagliano, si lanciano in attacchi sfrontati, difendono la posizione con le unghie e i denti. Nulla a che vedere, insomma, con l’indifferente processione di moto sull’unica traiettoria ideale del passato.

Grazie al suo ampissimo parco moto, l’intrigante modalità Carriera e la rinnovata IA degli avversari, Ride 4 è senza ombra di dubbio un racing game eccelso, imprescindibile per gli amanti delle due ruote. Una grafica lievemente altalenante ed un multiplayer abbandonato a sé stesso, sono gli unici ambiti che mortificano una produzione altrimenti eccelsa ed esente da difetti.

In attesa di vedere come se la caveranno le edizioni next-gen, Milestone ha sicuramente chiuso con il botto con PlayStation 4 e Xbox One.

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