Riddle of Fire, la recensione

Un'avventura con protagonisti bambini e atmosfere d'altri tempi: Riddle of Fire è il riuscito esordio di Weston Razooli

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La nostra recensione di Riddle of Fire, presentato nella sezione Quinzaine des cinéastes del Festival di Cannes 2023

Tre ragazzini, Hezel e Jodie e Alice, girano per le strade in sella a piccole motociclette, divertendosi spensierati all'aria aperta, fino ad arrivare nei pressi di un grande magazzino. All'improvviso uno di loro tira fuori un cellulare per fare uno zoom e vedere se non c'è nessuno davanti alla porta. Dopo esserne assicurato, i tre entrano e rubano una scatola contenente un videogioco. Sta tutto il senso dell'operazione di Riddle of Fire, esordio alla regia di Weston Razooli: una grande avventura di bambini dove la tecnologia moderna emerge solo a tratti, segnalandoci il periodo in cui si svolgono le vicende ma in fondo senza mai diventare centrale.

Dopo essere arrivati a casa, i tre accendono la televisione scoprendo però che la madre ha protetto l'accesso con una password a loro sconosciuta. Quest'ultima infatti, relegata a letto da una brutta influenza, non vorrebbe che loro passassero l'estate davanti a uno schermo, ma, dopo le loro lamentele, gli concede due ore di tempo, a patto che le portino prima una torta ai mirtilli. Quello che appare una semplice missione si rivelerà molto più ardua, conducendo a varie traversie finché i protagonisti non incroceranno le strade coi membri della "banda della Lama incantata"

Da questo momento, i riferimenti alla contemporaneità vengono sempre meno, il videogioco risulta un mero espediente per innestare un incastro di vicende tra il fantastico, il folkloristico e il picaresco in atmosfere universali. In questo senso è fondamentale la scelta di girare in pellicola, che conferisce all'immagine una grana d'altri tempi. Così, anche un possibile sguardo sull'America viene meno: i membri della Lama Incantata non sono rappresentazione di qualche sottocultura, ma semplicemente una buffa gang che ha a capo una strega con poteri magici. In Riddle of Fire c'è dunque un senso di liberazione (dalla necessità di inserire temi o spunti di riflessione, di ispessire racconto e personaggi), di puro divertimento, che rispecchia quello dei protagonisti.

Evidente infatti il trasporto con cui Razooli rappresenti i tre protagonisti e l'abilità nel dirigere i rispettivi attori, concedendo a ciascuno di loro spazio e occasione di emergere con autenticità; così come quella di aver circondato loro di altri personaggi azzeccati, come la piccola Petal, bambina della Banda che non desidera altro che avere qualche amico. Se però il film rimane molto piacevole, è indubbio come l'eccessiva durata (quasi due ore) lo porti a incartarsi un po' nella parte centrale, che vede i protagonisti cercare di recuperare un uovo, necessario per cucinare la torta, ai membri della Lama, mentre questi sono a caccia nel bosco. Qui il racconto si protrae fin troppo e sembra perdere d'interesse, salvo poi risollevarsi in un finale molto emozionante, manifesto della gioiosità infantile.

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