Ricchi a tutti i costi, la recensione

Cinica, non buonista, pronta a esporre i valori peggiori per vitalità, Ricchi a tutti i costi è una commedia vera e addirittura divertente

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

La recensione di Ricchi a tutti i costi, la commedia con Christian De Sica e Angela Finocchiaro disponibile su Netflix dal 4 giugno.

Giovanni Bognetti ha passato gli ultimi 10 anni come sceneggiatore per Colorado Film. Ha scritto (insieme ad altri) film con Frank Matano, Paolo Ruffini, Diego Abatantuono, Angela Finocchiaro e Andrea Pisani dei PanPers come Fuga di cervelli, Tutto molto bello, 10 giorni senza papà, Belli di papà, Ma che bella sorpresa, Cambio tutto, Il mammone ecc. Molti erano adattamenti da commedie francesi e anche Natale a tutti i costi, il film precedente di questa serie, era la nostra versione di Mes Très Chers Enfants. Ora con Ricchi a tutti i costi, il sequel (sempre per Netflix), si emancipa dall’originale e in un certo senso sembra anche per la prima volta emanciparsi da una produzione da poco.

Questa volta non ci sono dei genitori a fingersi diventati ricchi di colpo per attirare i figli e poter stare un po’ con loro, ma una nonna realmente diventata ricca improvvisamente che sfoggia uno spasimante, più giovane di lei e con una storia di anziane signore fatte fuori nel suo passato. Quando i due decidono di sposarsi a Minorca, il resto della famiglia non ci sta, vuole quei soldi per levarsi sfizi, per recuperare un’attività in perdita o rimediare ai propri errori e, disperata, opta per la soluzione radicale: fare fuori il cacciatore di donne ricche. Il format è un po’ quello delle commedie di Adam Sandler per Netflix (scenari esotici, dinamiche familiari, trama di genere), risolto però con meno azione e più commedia di situazione e dialogo.

Questa è la versione più spinta del film precedente. Più nera, più comica. Lo spunto è limato meglio e funziona, il casting è sensato (gli attori sono al 90% gli stessi del precedente ma qui i loro personaggi gli calzano meglio), c’è un congegno di sceneggiatura ben scritto che crea tensione (l’arrivo del matrimonio e la crescente esigenza di compiere quest’omicidio) ed è soprattutto un film interpretato bene, con un buonissimo tempo comico. Insomma, fa strano dirlo ma questa è una commedia Colorado riuscita! Ci mette nelle scarpe di personaggi che sappiamo tenere ai soldi e basta, rifugge i buonismi finali (il che vuole dire che stima almeno un po’ il proprio pubblico e non lo tratta come un idiota a cui ricordare che “non è bello avere certi pensieri”).

Con un Ninni Bruschetta in gran forma, con un personaggio un po’ diverso dal solito per Christian De Sica (che di nuovo messo di lato e non protagonista funziona di più) e con una grande interazione tra tutti i comparti, si crea quella situazione che nessuno poteva prevedere: il film fa ridere e non solo. Là dove questo tipo di commedie con umorismo scorretto espongono i valori peggiori per suggerire gli abissi della miseria umana, questa espone avidità, cinismo ed egoismo suggerendo il contrario: una strana contagiosa voglia di vivere a pieno grazie ai soldi!

Continua a leggere su BadTaste