Restiamo Amici, la recensione
Modellato su Amici Miei, Restiamo Amici sembra lo specchio scuro e molto meno riuscito di quel film
Scritto da Martani, Fusaro e Lupo e diretto da Antonello Grimaldi, Restiamo Amici è un film di girandole centrato su un buon Alessandro Roja, carattere bigger than life, bugiardo compulsivo, amico incasinato e affettuoso incapace di dire la verità e di portare ordine nella propria vita. Intorno a lui gli altri “amici suoi” sembrano l’opposto logico di quelli di Monicelli, non persone diverse unite dal fare sempre e comunque squadra, ma dal fatto che sembrano condannati ad avere questi altri intorno a sé e a doverli accettare. È questa l’anticamera dei problemi del film, cioè il fatto che non sia mai ben chiaro il sentimento che gli amici provano.
Fatto con il senno di una volta, Restiamo Amici è quindi un film che anche al di là delle sue difficoltà a dispiegare una storia in maniera appassionante suona purtroppo datato, addirittura presentato alcuni comprimari doppiati con voci solitamente applicate ad attori americani, risultando poi vittimista nel trovare sempre scusanti al carattere dei personaggi nelle loro famiglie, in come sono cresciuti o nel loro ambiente. Quando infine tira le fila della trama, preferisce aprirsi al genere cercando un po’ di azione e conflitto con i nemici.