Resident Evil: Resistance, più che un semplice extra | Recensione

Resident Evil: Resistance è un piacevole passatempo, una simpatica variazione sul tema che vi regalerà qualche ora di onesto intrattenimento

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Resident Evil: Resistance, più che un semplice extra | Recensione

Quando si parla di multiplayer asimmetrico, la mente scorre non senza un certo raccapriccio allo sfortunato Evolve, millantato campione di 2K Games che avrebbe dovuto cambiare per sempre la percezione delle esperienze online.

Resident Evil: Resistance, ex-avventura stand-alone, giustamente riconvertita a modalità accessoria del più che discreto remake di Resident Evil 3, eredita dal flop di Turtle Rock Studios il DNA, il concept di fondo. Rinunciando a chissà quali ambizioni, puntando consapevolmente su una ridotta complessità ludica, il gioco offre al pubblico un gustoso extra dalle buone potenzialità e dalle evidenti problematiche di bilanciamento che andranno risolti quanto prima.

Il concetto, a dirla tutta, è semplicissimo. Mentre quattro utenti impersoneranno altrettanti malcapitati, che avranno come unico obiettivo la fuga dalla struttura nella quale sono costretti, il Mastermind avrà tutti gli interessi di porre fine alle sofferenze delle sue cavie da laboratorio, scagliandogli addosso trappole e mostruosità assortite.

All’inizio di ogni partita è concessa possibilità di scelta circa il ruolo da ricoprire, o si può lasciare la decisione al caso.

[caption id="attachment_210186" align="aligncenter" width="1000"] I punti guadagnati al termine di ogni partita possono essere spesi per comprare piccoli power-up consumabili o per acquistare personalizzazioni estetiche per i personaggi[/caption]

Nei panni dei fuggitivi, il primo passo da compiere è la selezione dell’avatar tra una lista di sei potenziali candidati. L’occhio vuole la sua parte, certo, ma la scelta verterà quasi esclusivamente sulle abilità speciali di ciascun personaggio. Quando il cooldown lo permette, Valerie può guarire il gruppo, January può disattivare le telecamere del Mastermind, Becca esibirsi in precisi colpi di pistola diretti ai punti deboli dei nemici. Non vanno poi dimenticati parametri e skill passive. Tyrone può subire ingenti danni senza finire al tappeto. Samuel eccelle nell’uso di armi corpo a corpo, Martin impiega solo pochi secondi per disabilitare le trappole.

La chiave del successo consiste nella collaborazione e sarà proprio durante la scelta degli eroi che si potranno approntare le strategie preliminari, eventualmente utilizzabili una volta sul campo di battaglia.

Nel vivo dell’azione, il gameplay recupera la struttura di Resident Evil 3, con telecamera sopra la spalla del personaggio. Una cassa di rifornimenti, nelle varie safe zone che troverete, consente di recuperare nuovo armamentario, munizioni e erbe curative, spendendo i punti racimolati eliminando i nemici. L’obiettivo, a discapito della mappa selezionata, sarà sempre lo stesso: trovare gli oggetti che permettono il passaggio all’area successiva prima dello scadere del tempo.

Essere morsi, dover ricorrere al respawn dopo essere finiti al tappeto, sono eventualità che avvicineranno il timer allo zero. Risolvere enigmi e ricacciare all’inferno mostruosità di ogni genere, al contrario, farà guadagnare secondi preziosi.

Nel migliore dei casi, insomma, si procede all’unisono con i propri compagni di disavventura, dandosi manforte, esplorando lo scenario a caccia delle chiavi, utilizzando con cognizione di causa le proprie abilità speciali.

Spesso, tuttavia, si finisce in balia delle macchinazioni del Mastermind. L’occulto nemico, difatti, controllerà lo scenario osservando l’azione tramite le telecamere di sorveglianza piazzate in tutti gli angoli. Un set di carte, distribuite casualmente ed ognuna con un diverso prezzo per essere utilizzate, concede la possibilità di schierare zombie, cani famelici, persino implacabili nemesi come il Mr. X affrontato nel remake di Resident Evil 2. Non mancano trappole di ogni genere, come minigun, porte chiuse a chiave e altre diavolerie. Volendolo, inoltre, il giocatore nei panni del Mastermind potrà prendere direttamente il controllo di una delle creature schierate, sia per entrare nel vivo dell’azione, sia per indirizzare al meglio gli attacchi.

Allo stato attuale dei fatti, grosso limite di Resident Evil: Resistance, è innegabile che vincere come Mastermind sia enormemente più semplice di quanto non lo sia farlo in qualità di sopravvissuto. Basta prendere confidenza con i comandi, conoscere un minimo la conformazione della mappa, imparare un paio di trucchetti particolarmente efficaci, per dividere e sopraffare individualmente le cavie da laboratorio.

Si tratta di una problematica di bilanciamento piuttosto evidente, a cui gli sviluppatori dovranno mettere mano al più presto, ma che non rovina in toto l’esperienza fortunatamente. Del resto, parliamo pur sempre di un survival horror e partire svantaggiati regalerà ulteriore brio agli amanti del genere, che non prenderanno troppo male l’eventuale sconfitta.

[caption id="attachment_210185" align="aligncenter" width="1000"] I Booster sono dei moltiplicatori dei punti ricevuti al termine di ogni partita. Possono essere ottenuti giocando, oppure sborsando denaro extra negli store digitali di riferimento[/caption]

Sì, perché l’esperienza è comunque piacevole e divertente, sebbene non offra una varietà tale da garantire al gioco chissà quale longevità. Soprattutto con gli amici giusti ci si diverte alla grande, pur scadendo già dopo una decina di ore di gioco in situazioni che tendono a ripetersi identiche tra loro.

Dall’altra parte, il Mastermind potrà dare sfoggio delle proprie abilità strategiche, sebbene lo spettro della reiterazione identica si palesi ancor prima, soprattutto non appena si affinano tattiche efficienti.

Resident Evil: Resistance è un piacevole extra, una simpatica variazione sul tema che vi regalerà qualche ora di onesto intrattenimento. Non mancano problemi di bilanciamento, né il gameplay è così profondo da garantire un divertimento virtualmente infinito. Grazie ad un buon level design e alla corretta riproposizione delle meccaniche base di Resident Evil 3, il multiplayer asimmetrico 1vs4 di Capcom funziona.

Ma solo futuri aggiornamenti ed espansioni potranno garantire lunga vita al gioco.

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