Resident Evil 7: Not a Hero, Chris Redfield chiude i conti con la famiglia Baker - Recensione
Capcom fa un graditissimo regalo ai suoi fan: la recensione di Resident Evil 7: Not a Hero
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
In seconda battuta, questo contenuto aggiuntivo si dimostra rispettoso della formula che ha ridato vigore al brand, pur riuscendo a proporre qualcosa di nuovo, che non si configura unicamente come il proseguo di un’avventura che si era conclusa con un cliffhanger non da poco, monito e presagio di un inevitabile ulteriore atto.
[caption id="attachment_180626" align="aligncenter" width="1000"] La stessa interfaccia di gioco, tradisce l’avvicinamento di questo DLC al genere degli FPS.[/caption]
Il cambio di registro è evidente sin dall’inizio, sebbene nulla, all’apparenza, sembri veramente cambiato. La visuale in prima persona è al suo posto e, complici le numerose trappole costruite ad arte da Lucas, bisogna muoversi lentamente e con circospezione nelle prime aree di gioco che, guarda caso, sono le stesse già visitate nell’avventura principale.
Proprio queste presenze oscure donano un sapore particolarmente speziato all’esperienza, che si distacca sensibilmente, da quanto esperito in precedenza, proprio per l’alto tasso di momento adrenalinici in cui dare fondo alla comunque risicata scorta di proiettili in possesso del nostro. Al di là dell’emozionante scontro finale, i micomorfi si faranno pochi problemi a braccarvi senza troppi complimenti, costringendovi a dare sfogo alla forza bruta di Chris che, all’occorrenza, potrà anche avvalersi di tutti i suoi muscoli per finire i nemici storditi.
In realtà virtuale, Not A Hero causerà qualche problema in più a chi è incline agli effetti dannosi della motion sickness, visto il ritmo sensibilmente maggiore. Allo stesso tempo, tuttavia, il gioco offre un ampio spettro di emozioni, che coinvolgeranno efficacemente lo spettatore, al di là dei suoi gusti personali. Le fasi iniziali, più fedeli alla tradizione dei survival horror, lasciano progressivamente il passo a momenti concitati, spiccatamente action e affini, per feeling, a quelli di uno sparatutto.
Non c’è mai un cambio totale e drastico di genere, non c’è traccia di Call of Duty, o di The Umbrella Chronicles per restare in tema, ma preparatevi a scaricare qualche caricatore con la leggerezza (e la gioia interiore) di chi ha finalmente i mezzi per difendersi degnamente da minacce che, nei panni di Ethan, aveva imparato a temere senza mezzi termini.
[caption id="attachment_180627" align="aligncenter" width="1000"] Tra le caratteristiche più chiacchierate di Not A Hero, sin dai tempi della sua presentazione, c’è sicuramente il volto di Chris, così diverso da quello esibito nei capitoli passati.[/caption]
Not A Hero è un DLC di tutto rispetto, una graditissima appendice di Resident Evil 7 biohazard. La longevità non è affatto di casa, non manca del fastidiosissimo backtracking, a parte lo scontro finale non ci sono momenti memorabili che passeranno alla storia. Eppure ci si diverte, si scopre un retrogusto nuovo del gioco, ci si intrattiene con piacere sino ai titoli di coda. Fossero tutti così i contenuti aggiuntivi, per di più gratis, saremmo sicuramente più soddisfatti. Un bellissimo regalino di Capcom per questo Natale, che riceviamo volentieri.