Resident Evil 7 biohazard, Capcom riscopre il piacere di terrorizzarci - Recensione

Capcom ce la fa e con Resident Evil 7 biohazard ci regala il ritorno del survival horror che aspettavamo da anni

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La parabola discendente di Resident Evil sembrava inarrestabile. Il quarto capitolo aveva cambiato completamente le carte in tavola, e nonostante venga riconosciuto ancora oggi come una pietra miliare della storia videoludica, aveva innegabilmente stravolto lo spirito originale della saga. Capcom forse non aveva ben capiato cosa l'aveva reso un tale successo, e con quinto e sesto capitolo si è spinto sul pedale dell'acceleratore offrendo titoli sempre più action. Non solo la saga ha perso di vista cosa il suo pubblico voleva davvero, ma non è nemmeno riuscita ad offrire giochi apprezzabili, scadendo in livelli ludici davvero infimi con Resident Evil 6. La nostra fame di horror è stata parzialmente tenuta a bada da alcuni spin-off e remake, ma c'era bisogno di un ritorno in carreggiata per la serie, che sembrava mutata oltre ogni soglia di salvezza. Resident Evil 7 biohazard è quella cura miracolosa di cui avevamo bisogno, un gioco che è insieme ritorno alle origini ed evoluzione della specie.

[caption id="attachment_167770" align="aligncenter" width="600"] L'atmosfera è semplicemente perfetta e vi farà riempire le vene di adrenalina... il livello di violenza è ai livelli dei peggiori SAW, vi abbiamo avvisati![/caption]

Nel nuovo titolo Capcom voi siete Ethan. E raramente prima questa frase ha avuto così tanto senso. Resident Evil 7 biohazard vi fa vivere il suo orrore in prima persona, facendo di tutto per coinvolgervi al massimo, eliminando ogni possibile barriera e distrazione che possa rovinare l'illusione. Avrete la sensazione di essere stati inghiottiti nel vostro peggior incubo. Verrete assaliti, trascinati, accoltellati, sottoposti ad amputazioni, e questo solo nella prima mezz'ora di gioco. Come in una giostra sadica, vi ritroverete stravolti dopo sessioni al cardiopalma.

"Resident Evil 7: Biohazard è quella cura miracolosa di cui avevamo bisogno, un gioco che è insieme ritorno alle origini ed evoluzione della specie."

La tensione è sempre altissima, grazie ad un dosaggio sapiente di molteplici elementi. In casa Capcom ci deve essere stata una fase di brain storming molto sana, dove finalmente si è deciso di andare a riscoprire i capisaldi della saga e magari ascoltare i desideri dei fan. Resident Evil 7 biohazard sembra proprio una versione in parte semplificata del primissimo capitolo, ripensato per funzionare con una visuale in prima persona. Il tutto in salsa SAW e filone torture porn annesso. Senza raccontarvi dettagli della trama, vi basterà sapere che nei panni di Ethan indagherete sul messaggio inviatovi dalla moglie scomparsa. Questo vi porterà in Louisiana, in una casa fatiscente dove vive la famiglia Baker. Ovviamente non si tratta di affabili ed ospitali persone, ma di folli omicidi, sadici senza scrupoli, dotati persino di poteri sovrannaturali. La trama del gioco si dipanerà mentre tenterete di comprendere quali misteri si celino dietro la famiglia, alla sparizione della vostra amata Mia ed all'oscuro contagio che genera esseri letali ed informi. Si tratta di una narrazione dallo stile nettamente più moderno che in passato, ed altrettanto lontana dagli stilemi del survival horror Capcom. Non c'è traccia dei personaggi noti ed i legami con il filone principale sono debolissimi, sfiorando più l'easter egg. Per questo nonostante il numero nel titolo, Resident Evil 7 biohazard può essere considerato un nuovo inizio piuttosto che non un vero sequel.

[caption id="attachment_167768" align="aligncenter" width="600"]resident evil 7 screenshot Sì, il dito del manichino c'è. Il gioco propone alcuni puzzle da risolvere, i migliori sono quelli legati a delle videocassette da guardare/giocare[/caption]

Ma torniamo al gameplay. La visuale in prima persona condiziona fortemente l'esperienza, proprio come accadde con Resident Evil 4 nel 2005 che spostò il punto di vista dalla telecamera fissa alle spalle del protagonista. Eppure in questo caso assistiamo ad un recupero del ritmo e degli elementi cardine dei primi tre capitoli della serie. L'ambientazione, tanto per cominciare, è una casa, piena di stanze chiuse da aprire con chiavi bizzarre e risolvendo puzzle. E poi ci sono gli scontri a fuoco, assolutamente da vero survival horror, da gestire consumando meno munizioni possibile, visto che il gioco ve ne offre un quantitativo estremamente risicato. Non fatevi ingannare dalla demo che magari avete provato qualche settimana fa, nel gioco si spara e anche tanto. L'esplorazione ha comunque un ruolo fondamentale: se non avrete la pazienza di visitare ogni singolo anfratto dei livelli, avrete molte più difficoltà ad arrivare ai titoli di coda. Le stanze ospitano spesso oggetti più o meno nascosti con cui riempire l'inventario, che siano munizioni per la vostra pistola, piuttosto che preziosissime erbe con cui recuperare la salute. Resident Evil 7 biohazard implementa un elementare sistema di crafting, il quale permette di confezionare oggetti più complessi a partire da risorse elementari, ad esempio per forgiare cure più efficaci, piuttosto che proiettili potenziati. La gestione dell'inventario gioca un ruolo molto importante, visto il numero di slot limitato. Tornano le casse dove potrete depositare i vostri averi, posizionate strategicamente nelle stanze adibite al salvataggio della partita. Sì, avete letto bene, fanno il loro ritorno i save point. Fortunatamente è stato implementato anche un sistema di checkpoint che vi eviterà noiose ripetizioni, ma se vorrete spegnere il gioco vi converrà farlo sempre da un punto di salvataggio. Il level design sfrutta con grande intelligenza tutti questi elementi e ci ha riportato ai fasti di un tempo proprio come fatto dal recente DOOM. Un altro esempio recente di perfetta sintonia tra vecchio e nuovo.

[caption id="attachment_167769" align="aligncenter" width="600"]resident evil 7 screenshot Tornano i punti di salvataggio. Al posto delle tipiche macchine da scrivere, troveremo dei registratori a cassette[/caption]

Funziona tutto alla grande? Non proprio. La trama perde di efficacia sul finale e latita quel legame con la saga principale che ci saremmo aspettati da un capitolo numerato. Inoltre i puzzle sono fin troppo semplici, a nostro giudizio. Ma questa è una chiara scelta di design, volta a rendere il gameplay appetibile ad una fetta d'utenza più vasta. Gli appassionati di Resident Evil troveranno comunque pane per i loro denti, grazie anche ai livelli di difficoltà più elevati che metteranno a dura prova i più capaci giocatori di survival horror.

Infine dobbiamo valutare la componente tecnica tenendo conto di uno degli obiettivi principali di Capcom: la realtà virtuale, per questo dedicheremo un articolo a parte all'esperienza di gioco con Playstation VR. Sicuramente Resident Evil 7 biohazard è ad oggi il titolo che su console sfrutta al meglio la tecnologia VR. Allo stesso tempo per poter essere interamente giocabile indossando il visore, il comparto tecnico del titolo ha subito diversi tagli che si ripercuotono necessariamente anche sulle altre piattaforme. Abbiamo effettuato la recensione sulla versione PC, che per quanto solida nell'aspetto tecnico e sempre fluidissima, evidenzia texture spesso poco definite ed una modellazione non certo all'avanguardia. L'insieme funziona comunque perfettamente, sia ben chiaro. Il motore grafico proprietario offre tutti gli strumenti necessari per creare un'atmosfera che vi resterà addosso per molto tempo, e da fan della saga, non ci serviva molto altro. Lo assiste l'eccellente comparto sonoro, sempre all'altezza della situazione.

[caption id="attachment_167771" align="aligncenter" width="600"]resident evil 7 screenshot Siamo molto contenti di poterlo dire, Resident Evil 7 è un eccellente survival horror[/caption]

In conclusione, Resident Evil 7 biohazard è un'esperienza horror eccellente, assolutamente per stomaci forti per via dei suoi contenuti violentissimi e per la tensione che riesce a creare. La prima metà ci ha letteralmente incollati allo schermo, costringendoci al contempo di prendere qualche pausa per la troppa adrenalina pompata nelle vene. Non è tutto perfetto, ma questo capitolo è proprio quello di cui la saga aveva bisogno, una perfetta commistione tra vecchi capisaldi e nuove idee.

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