Resident Evil 4, la recensione

Il remake di Resident Evil 4 è un titolo meno rivoluzionario dell'originale, ma che ne perfeziona ogni dettaglio

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Quando Resident Evil 4 uscì su GameCube nell’ormai lontano 2005, il mondo intero capì di trovarsi di fronte a una pietra miliare dell’industria videoludica. Uno di quei titoli che, a distanza di quasi vent’anni, ancora fa sentire la proprie influenza, avendo tracciato un sentiero percorso poi da decine di altri sviluppatori. L’implementazione over-the-shoulder della telecamera, introdotta proprio dal quarto capitolo del franchise Capcom, viene utilizzata ancora oggi dalla maggior parte dei TPS, dimostrandosi una scelta di design a dir poco incredibile.

A partire dalla prossima settimana, Resident Evil 4 tornerà sul mercato con un remake sulla scia di quelli ai quali ci ha abituato la software house nipponica. Il tutto nella speranza che si riveli più vicino all’ottimo Resident Evil 2, piuttosto che al parzialmente deludente Resident Evil 3. Ebbene, negli scorsi giorni abbiamo potuto esplorare a fondo nuovo survival horror con protagonista Leon Kennedy. Ci siamo spaventati, ci siamo esaltati e ci siamo resi conto per l’ennesima volta di quanto potente fosse questo titolo, soprattutto contestualizzato nel suo periodo d’uscita. Dopotutto è inevitabile: questo remake non approda sul mercato con la stessa potenza e inventiva, ma preferisce aggiornare e perfezionare un’opera che merita di essere conosciuta anche dai giocatori più giovani.

Se anche voi siete curiosi di scoprire se Capcom ha colpito nel segno e se il titolo di questo articolo ancora non vi ha già dato le risposte che state cercando, fatevi avanti e seguiteci in questo viaggio alla scoperta del remake di Resident Evil 4.

IL PUNTO DI SVOLTA DI RESIDENT EVIL

La trama di Resident Evil 4 è ambientata sei anni dopo gli avvenimenti di Raccoon City. Leon Kennedy, che nel frattempo ha seguito un duro allenamento militare, è ora un agente governativo incaricato di salvare Ashley Graham, la figlia del presidente degli Stati Uniti. Per fare ciò, Leon raggiunge un misterioso villaggio nel cuore della Spagna, dove sembra che Ashley possa essere tenuta prigioniera. Questo è solo l’inizio di un orrore che vede il nostro protagonista affrontare la setta dei Los Illuminados, un gruppo di persone apparentemente impazzite e dai marcati istinti omicidi.

Preferiamo non addentrarci maggiormente nella narrazione, per evitare la sorpresa a tutti coloro che non hanno giocato alla versione originale. Segnaliamo, però, che anche i fan di vecchia data potranno rimanere spiazzati in più di un’occasione, viste le numerose modifiche apportate sul piano narrativo. Non si tratta di cambiamenti sostanziali, ma di piccoli dettagli atti a rendere la storia più coerente con i canoni moderni. L’abilità dei narrative designer sta nell’essere riusciti in questa loro impresa, senza però danneggiare l’anima da B-Movie tipica della saga. Leon fa ancora le sue battutine di scherno e alcune situazioni ci hanno fatto sorridere per la loro esagerazione, riuscendo a ritagliarsi un proprio spazio nel nostro cuore di amanti della saga.

Se nella maggior parte di questi momenti il risultato può dirsi riuscito, è altresì evidente che un paio di personaggi ne escono invece indeboliti. Capcom ha tentato di rimediare al tutto inserendo qualche documento da leggere che vada a motivare le azioni dei suddetti personaggi, ma non sempre questa scelta riesce a sostituire la nitidezza della scrittura della trama del 2005. In ogni caso, siamo rimasti estasiati da alcune modifiche apportate nella seconda parte del gioco, che ora risulta molto più coerente, carismatica e avvolgente. Una presa di posizione netta, che pone rimedio a un paio di sfumature di design e di atmosfera che ci avevano lasciati infastiditi anche a suo tempo.

IL LEVEL DESIGN DEFINITIVO

Bastano pochi minuti per rimanere calamitati dal mondo di gioco di Resident Evil 4. Il già ottimo level design del 2005 subisce qui diverse modifiche, che permettono alla produzione di risultare non solo aggiornata, ma persino migliorata in tutto e per tutto. Esplorare il villaggio e tutte le successive aree di gioco si rivela tanto naturale quanto appagante. La leggera aggiunta di backtracking non risulta per nulla fastidiosa, permettendoci di godere maggiormente delle varie aree di gioco.

Capiterà, infatti, di dover tornare sui propri passi per raccogliere determinati oggetti o completare qualche missione secondaria. Una caratteristica che potrebbe sembrare in grado di spezzare il ritmo di gioco, ma che in realtà contribuisce a far sentire l’utente all’interno di un mondo vivo e liberamente esplorabile. Certo, avremmo preferito che alcune di queste missioni fossero più interessanti, ma questa è un’altra storia.

IL COLTELLO È IL VOSTRO NUOVO MIGLIORE AMICO

Sono passati molti anni dall’uscita di Resident Evil 4, ma ancora oggi il titolo è in grado di regalare momenti di grande tensione. A differenza del 2005, però, ora Leon può muoversi liberamente anche mentre apre il fuoco verso i propri avversari, dimostrando una libertà di movimento nettamente maggiore. Per compensare a questa caratteristica, Capcom ha ben pensato di rendere i vari nemici di gioco più aggressivi e letali. Questo costringe il giocatore a prestare attenzione alle proprie mosse, per evitare di incappare in morti premature del tutto inaspettate.

L’aggiunta principale al combat system è senza dubbio legata al coltello. Tramite la nostra fidata lama, infatti, potremo parare quasi qualsiasi mossa dei vari nemici, motosega compresa. Si tratta di una scelta che, in alcuni momenti, rompe il gioco, permettendoci di evadere anche dalle situazioni più impensabili. Per non parlare delle possibili uccisioni silenziose che è possibile fare ora alle spalle e ai colpi di grazia che possiamo infierire nei nemici a terra. Fortunatamente, con il procedere dell’avventura, la situazione migliora e il numero di nemici ci impedisce di affrontarli singolarmente a suon di parry. Per bilanciare il tutto, inoltre, i dev hanno deciso di mettere il danneggiamento delle varie armi bianche. Una mossa che spinge il giocatore a puntare anche sulle armi da fuoco e non solamente sulla difesa con la lama.

Il livello di difficoltà generale, comunque, ci è parso più basso che in passato. Nel selettore delle difficoltà, gli sviluppatori consigliano infatti di passare a quello più alto se si ha già vissuto l’esperienza originale. Dopo aver completato l’avventura con diversi Spray Medici ancora nell’inventario ed essere morti relativamente poche volte, non possiamo che confermare il suggerimento di Capcom.

L’INCUBO DI ASHLEY

Coloro che hanno giocato al Resident Evil 4 originale ricorderanno con grande fastidio le sezioni nelle quali dover proteggere Ashley dai numerosi avversari. In questo remake i dev hanno apportato delle leggere modifiche, in grado di rendere l’esperienza finale nettamente superiore al passato. Per prima cosa, Ashley non ha più una barra della vita e, quando atterrata, basterà avvicinarsi a lei e premere un pulsante per rimetterla in piedi. A questo si aggiunge la possibilità di ordinarle di stare vicina a noi o di tenersi distante. In alcune situazioni è persino possibile dirle di nascondersi in alcuni specifici armadietti, in modo da pulire l’area dai nemici senza preoccupazioni. Si tratta di leggere modifiche che, insieme al perfezionamento dell’IA della ragazza, ci hanno permesso di completare l’avventura senza particolari fastidi. Un risultato che ci sentiamo di premiare.

L’ORRORE MODERNO

I trailer di gioco hanno già rivelato quanto Resident Evil 4 sia un titolo esteticamente meraviglioso. L’ennesima prova di come il RE Engine risulti essere malleabile e in grado di creare degli scorci da lasciare a bocca aperta. Gli ambienti virtuali che ci troveremo a visitare sono uno più bello dell’altro e le ombre danzano alle luci anche delle candele più piccole. La modellazione poligonale di personaggi e nemici, inoltre, ci ha convinti appieno, regalando uno dei titoli visivamente più belli degli ultimi anni. Capcom ha persino messo mano al design di alcuni personaggi, contestualizzandoli maggiormente e dando vita a un teatro degli orrori a dir poco indimenticabile.

Ottima anche la colonna sonora, che spaventa e convince al punto giusto. Un plauso particolare, però, va al doppiaggio italiano, che porta in scena un cast di voci davvero convincente. Alessandro Rigotti, già voce di Leon nei precedenti capitoli, da qui una prova attoriale di tutto rispetto. Il suo Leon ci ha davvero sorpreso grazie alla perfetta intonazione in ogni momento del gioco, dalle frasi più sarcastiche alle situazioni più intense. Ottimo anche il mercante di Gianluca Iacono, che non ci ha fatto rimpiangere neanche per un secondo le celebri frasi del losco individuo che aiuta il nostro protagonista durante tutto il racconto.

IL RE È TORNATO

Non ci sono dubbi: Resident Evil 4 è tornato in forma smagliante. Il titolo Capcom approda sugli scaffali (fisici e digitali) con una versione migliorata sotto tutti i punti di vista. Non avrà la potenza innovativa della versione originale, ma è la dimostrazione di come sia possibile migliorare un’opera già quasi perfetta. In attesa di poter scoprire la modalità Mercenari e, in esclusiva per PlayStation 5, la versione VR, Resident Evil 4 è un titolo che ci sentiamo di consigliare semplicemente a chiunque ami il genere dei survival horror. Che abbiate già vissuto l’avventura di Leon nel 2005 o che sia la vostra prima volta, siamo di fronte a un gioiello che non dovrebbe mancare nelle vostre librerie. Un’esperienza terrificante, ma che vorrete giocare e rigiocare all’infinito.

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