Remina – L'astro infernale, la recensione

Abbiamo recensito per voi Remina – L'astro infernale, opera del maestro Junji Ito

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Remina – L'astro infernale, anteprima 01

Remina – L'astro infernale, titolo originale Jigokusei Remina, uscì per la prima volta in Giappone nel 2005, edito da Shogakukan. Star Comics ha tradotto e distribuito questo manga nel nostro Paese lo scorso 28 novembre, circa un mese dopo aver avuto come ospite all'ultima Lucca Comics & Games il suo autore, Junji Ito.

Il volume in questione segna un altro straordinario vertice creativo del maestro dell'horror giapponese, ma a differenza di suoi altri lavori, come Tomie (Asahi Shimbunsha, J-POP, 1987) e Uzumaki – Spirale (Shogakukan, Star Comics, 1998), non si tratta dello stesso soggetto elaborato in diversi episodi, talvolta indipendenti tra loro; Remina è infatti un'unica, grande storia divisa in capitoli: una scelta non usuale nella produzione del sensei, e tra le sue poche opere appartenenti a questo schema narrativo è probabilmente la migliore, oltre che la più vicina in termini di influenze ai temi tipici dell'immaginario lovecraftiano.

Tutta la vicenda si svolge nell'arco di un anno, ma Ito apre magistralmente l'esposizione dei fatti quando la situazione è già precipitata, quasi scagliandoci addosso la croce – quella che appare anche sulla suggestiva copertina - a cui è appesa una giovane dal viso innocente, trattata dalla folla inferocita come una strega. Sono solo poche pagine ma di enorme impatto, che spingono immediatamente il lettore a immergersi in quelle seguenti, che spiegano l'antefatto. Si viene così a sapere come la ragazza possa essere implicata nella catastrofe che si sta abbattendo sul nostro Sistema Solare.

Remina – L'astro infernale, anteprima 02

Prima di questo fumetto, non si era mai associato l'incubo di venire cancellati nel nulla al concetto di wormhole, bensì al sogno di viaggiare da un universo a un altro. In Remina un cunicolo spazio-temporale ha vomitato un pianeta in eterno movimento e in grado di divorare ogni cosa sul proprio cammino. Salutata inizialmente come una fantastica scoperta scientifica, l'intera popolazione mondiale viene travolta dal panico non appena scopre la minaccia che si cela dietro il bolide venuto da un'oscura dimensione.

Per Ito, futuro e fantascienza sono sinonimi di angoscia e terrore, e questo seinen trasmette con la sua inconfondibile potenza espressiva una condizione opprimente di esasperante fibrillazione. Il racconto, tuttavia, non si ferma a questo stadio semantico e prosegue inarrestabile, come l'astro infernale che descrive, raggiungendo il nucleo buio, fatto della miseria e della follia che alberga nell'animo dell'uomo, che esplode in tutta la sua irrazionalità e violenza quando viene innescato dalla disperazione.

Chiude il brossurato una storia di poco meno di quaranta tavole, Unione universale, esemplare della straripante dote visionaria del geniale mangaka originario della prefettura di Gifu, capace di sviluppare intrecci insolitamente inquietanti e d'effetto partendo da presupposti banali: in questo caso, qualcuno ha ucciso e legato con dei fili i corpi delle vittime in complesse composizioni.

Remina – L'astro infernale, anteprima 03

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