Remember Me: la recensione
La miniserie Remember Me è una ghost-story dalle belle ambientazioni, ma che perde qualcosa nel ritmo
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L'incipit, come detto, è davvero invitante. Tom Parfitt (Michael Palin) finge una caduta dalle scale per poter lasciare la propria dimessa e cadente dimora e andare a vivere, in quello che definirà il miglior giorno della sua vita, in una casa di cura. È solare come non lo era da anni, accarezza l'aria con la mano lungo il tragitto verso la sua probabile ultima destinazione. Ma un'oscura presenza non si rassegna a lasciarlo andare, incombendo su di lui e sulle persone che lo circondano. A farne le spese è l'assistente sociale che lo accompagna, e che precipiterà misteriosamente dal quarto piano della nuova struttura, aprendo il normale corso delle indagini. La vicenda di Tom e ricerca della verità sulla sua storia personale si intrecciano a questo punto con la doppia investigazione condotta ufficialmente dall'ispettore Rob Fairholme (il Mark Addy di Game of Thrones) e ufficiosamente dalla giovane Hannah (Jodie Cormer).
Il lavoro sull'ambientazione, sorretto da una fotografia notevole, come detto, è davvero riuscito. L'immagine che rimane è quella di questi tristi nuvoloni carichi di pioggia che incombono su case vuote, abitate solo da ricordi, specchi d'acqua da cui emergono segreti vecchi di decenni. Ma basta a se stessa? Remember Me probabilmente è fin troppo calato nella tradizione a cui appartiene, e a cui non aggiunge fondamentalmente nulla di nuovo se non l'ennesima riproposizione del tema. Il sofferente e stanco volto di Tom (Palin mancava da tempo in tv, ma dona al suo personaggio grande forza e umanità) non basta a sorreggere questa breve miniserie che forse avrebbe dovuto essere ancor più breve, e che soffre di vari cali di ritmo prima dello scioglimento della trama.