Le relazioni pericolose (2022), la recensione
Adattando le fonti di partenza in versione moderna e teen, questo Le relazioni pericolose è gradevole, fino a quando non devia dai modelli
La nostra recensione de Le relazioni pericolose, disponibile su Netflix dall'8 luglio
Nella balneare e sempre soleggiata Biarritz arriva la giovane Célène, amante della letteratura classica, avversa all’uso dei social, e convinta della fedeltà nella relazione: intende sposare entro l’anno successivo il suo primo e unico fidanzato, Pierre, rimasto a Parigi. A Biarritz incontra il belloccio Tristan, re del surf legato da un contratto alla vanesia Vanessa, stella del cinema da piccola e ora reginetta dei social. Quest’ultima si vuole vendicare del preside della scuola, e così chiede a Tristan di sedurre la figlia, Charlotte, cugina della nuova arrivata. Lui accetta, ma allo stesso tempo punta a quest’ultima, deciso a farla ricredere sui suoi saldi principi. Tra i banchi, la spiaggia e le feste si consumano macchinazioni ed equivoci che riguarderanno tutti i personaggi, dove non conta tanto quello che accade ma cosa finisce online.
Del film di Frears infatti rimane soprattutto la matrice dell’intrigo della seduzione, ma questo nuovo Le relazioni pericolose mette al centro le vittime della vicenda, in particolare Célène, che si fa sempre contraltare dello spietato mondo in cui si muove. Così, nei confronti della mente che architetta tutto (il personaggio prima interpretato da Glenn Close) è assente quello sguardo capace di renderla figura crudele ma allo stesso tempo estremamente seducente. Qui Vanessa viene ritratta semplicemente come figura odiosa e riprovevole, rappresentazione delle tendenze più estreme della nostra società, e anche il suo burattino, Tristan, manca di qualunque fascino, ma diventa figura da commiserare che poi andrà in contro alla redenzione. E tutto si riduce a un finale in cui non si fa mancare un’indigesta lezioncina su un sano utilizzo dei social e su cosa sia il vero amore. Qualsiasi ambiguità e sottigliezza viene meno e, di conseguenza, i punti di forza dell’intera operazione.