Le Regole del Delitto Perfetto 4x11, "He's A Bad Father": la recensione

Le Regole del Delitto Perfetto riesce finalmente a far convergere le sue numerose storyline verso un punto d'incontro comune, seppur con qualche prevedibilità di troppo

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Spoiler Alert
Se c'è una richiesta implicita che gli autori di Le Regole del Delitto Perfetto hanno rivolto tacitamente al proprio pubblico durante questa quarta stagione, è quella di dare fiducia alle numerose storyline che ne hanno costituito la trama, nella speranza che trovassero prima o poi un punto d'incontro coerente e non eccessivamente macchinoso.

Il momento sembra, se non raggiunto, quantomeno in vista in He's A Bad Father, primo episodio a far convergere in modo convincente la storia della disastrata famiglia di Laurel (Karla Souza), dell'instabilità psicologica di Isaac Roa (Jimmy Smits) e la class action di Annalise (Viola Davis).

Partiamo da quest'ultima: la mossa puramente strategica messa in atto dalla protagonista della serie assume, in questa puntata, un peso emozionale inedito e necessario, che risolve in un colpo solo due grossi problemi della stagione: far affezionare lo spettatore alla causa (o alle cause) di cui Annalise si sta occupando - aiutata da Connor (Jack Falahee), Asher (Matt McGorry) e Oliver (Conrad Ricamora) e restituire al personaggio di Nate (Billy Brown) una tridimensionalità scomparsa da tempo immemore.

Annalise e la sua squadra rintracciano infatti il "caso di facciata" da proporre a sostegno della propria class action: testimonial involontario della loro campagna contro le meccaniche discriminatorie del sistema giudiziario è Nate Lahey Senior (Glynn Turman), padre del ben noto ex amante della protagonista. La follia maturata dall'anziano detenuto durante gli anni in cella d'isolamento è alla base dell'azione legale che Annalise vuole intraprendere, ma è la dinamica tra padre e figlio a calamitare l'attenzione dello spettatore: ancora una volta, Le Regole del Delitto Perfetto centra l'obiettivo facendo leva sui legami primari comuni a tutti gli esseri umani.

Altrettanto riuscita è la declinazione dello schema genitoriale tra Laurel e la sua francofona, rifattissima madre Sandrine (Lolita Davidovich), che presenta alla corte - e al pubblico - un ribaltamento di ruoli toccante e lusinghiero nei confronti della finora antipaticissima giovane d'origine messicana. La linea narrativa legata a quest'ultima e all'affidamento del suo bambino al nonno Jorge (Esai Morales) procede tuttavia secondo step piuttosto prevedibili, a partire dall'insinuata innocenza dell'uomo e dal conseguente sospetto nei confronti dell'ex moglie che, in base a quanto emerso, incontrò il compianto - ma non troppo - Wes (Alfred Enoch) nel giorno della sua morte.

Qualche scricchiolio narrativo si avverte, fattore inedito, nella gestione del personaggio di Annalise, solitamente assai curato: il suo comportamento nei confronti di Sandrine, affetta da disturbo bipolare, è poco in linea con l'abituale attenzione riservata dalla protagonista alle minoranze e, in generale, alle fasce più deboli della società, nonché alla sensibilità dimostrata di fronte alle varie sfumature della fragilità psicologica. Ritroviamo però la "vecchia" Annalise in tribunale, quando tenta di difendere Roa dalle pesanti accuse che lo vorrebbero diretto responsabile della morte della figlia Stella. Un altro mistero che, a poche battute dal season finale, rischia di restare insoluto.

Al di là del fatto che l'ultimo giorno di vita di Wes stia diventando più zeppo di eventi dell'agenda di un capo di stato, siamo ormai abbastanza avvezzi agli improvvisi colpi di scena di Le Regole del Delitto Perfetto da non dare troppo peso alla rivelazione avvenuta a fine puntata; sappiamo che solo il finale di stagione potrà forse - e sottolineiamo forse - dare risposta al mistero che circonda la prematura dipartita dell'ex pupillo di Annalise. Per ora, ci limitiamo a gioire di fronte a un episodio che, finalmente, si propone di recuperare le disperse fila di un racconto spesso sfilacciatosi nel corso di quest'ultima stagione.

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