Le Regole del Delitto Perfetto 3x12, "Go Cry Somewhere Else": la recensione

Ecco la nostra recensione del dodicesimo episodio della terza stagione di Le Regole del Delitto Perfetto, intitolata Go Cry Somewhere Else

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È ancora tempo di elaborazione del lutto, in casa di Le Regole del Delitto Perfetto. A due settimane dal ritorno sugli schermi, la serie di Peter Nowalk si sta infatti concedendo un tempo insolitamente lungo per consentire ai propri protagonisti di rimettersi in sesto dopo un colpo che, è innegabile, li ha tutti segnati nel profondo, costringendoli per una volta a fronteggiare qualcosa di ben diverso dalla solita accumulazione di prove da usare a vantaggio del cliente di turno.

La mancanza di casi esterni che possano distrarre l'attenzione dello spettatore dall'immane intreccio di menzogne che si configura, a oggi, come un mostro che sta minacciando di divorare Annalise, aiuta l'occhio e il cuore a focalizzarsi sul dramma in atto da quando il cadavere di Wes Gibbins è stato estratto dalle macerie fumanti della casa della professoressa. Scelta saggia e doverosa, che rallenta un po' il ritmo e tira le fila di una vicenda che, più di una volta, ha perso tono proprio per colpa di un'eccessiva superficialità o frenesia.

Se alla Laurel di Karla Souza si deve la scena madre dell'episodio - che include la frase cui il titolo fa riferimento - durante il bizzarro funerale di Wes, anche Viola Davis va, come sempre, encomiata per la sua gamma espressiva fuori dall'ordinario. La professoressa ha toccato il fondo, ma è l'incontro con i genitori e la presa di coscienza della demenza incombente sull'anziana madre Ophelia - magistralmente interpretata da Cicely Tyson - a farle tirar fuori le unghie, mettendo di nuovo in moto i meccanismi del suo machiavellico cervello. Ed è un vero piacere vederla iniziare a risollevarsi, dopo settimane in cui ne abbiamo contemplato impotenti la caduta in disgrazia.

Parallelamente, ci rincuora vedere gli allievi di Annalise unirsi, motivati dalle parole di Laurel, per cercare il vero assassino di Wes, dopo aversi concessi un ragionevole dubbio sulla colpevolezza di Frank; ultimo elemento ma non meno importante, aggiunge mordente il fatto che proprio Frank si stia riscuotendo dal torpore autolesionista delle ultime puntate, licenziando il proprio avvocato e prendendo in mano la situazione: se ciò corrisponda alla fine della sua crociata di salvataggio di Annalise a scapito della propria stessa libertà, potranno dircelo solo i prossimi episodi; episodi che attendiamo, a questo punto, con rinnovata speranza.

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