Se c'è uno stratagemma narrativo che
Le Regole del Delitto Perfetto ha sempre dimostrato di saper maneggiare con sapienza inusitata, è quello dell'alternanza dei piani temporali, l'intersecarsi complesso ed emozionale di momenti diversi della vita dei protagonisti. Nell'episodio che sancisce la fine della prima parte della terza stagione, oltre che un nuovo punto di partenza per la serie targata ABC, ci appare chiaro dinnanzi agli occhi come il mosaico temporale di cui abbiamo assaporato sparuti bocconi nel corso dei primi otto episodi celasse una realtà
altra, un senso diverso da quello che potevamo ipotizzare. In
Who's Dead?, la corretta cronologia ci svela un colpo di scena che lascia a bocca aperta, sebbene non col cuore infranto.
L'identità di chi si celasse sotto il telo dell'ospedale ha costituito il filo conduttore di questa prima tranche di episodi, e solo due settimane fa avevamo potuto escludere Wes dalla lista delle possibili vittime dell'esplosione avvenuta in casa di Annalise Keating. Tuttavia, i minuti finali di Who's Dead? ci svelano come la nostra percezione fosse stata ingannata da un sapiente montaggio, e in realtà a restare ucciso nell'incendio sia proprio il giovane pupillo di Annalise. Il che, oltre a gettare la professoressa nel più cupo baratro della disperazione, apre la porta a un prosieguo di stagione davvero imprevedibile.
La costruzione della tensione tocca, in
Who's Dead?, uno degli apici finora raggiunti dalla serie creata da Peter Nowalk, attraverso un'escalation di tensione che passa per vari momenti fondamentali; dalla felice - si fa per dire - conclusione del minacciato suicidio di Frank al bacio, per la verità già sospeso nell'aria da un po', tra Annalise e Bonnie. A questo proposito, merita un encomio la gestione dei personaggi dei due ex assistenti, che in questa stagione si stanno dimostrando personaggi persino più interessanti dei presunti protagonisti, i Keating Five (ora privati di un elemento fondamentale). Il lavoro di cesello delle psicologie di Bonnie e Frank, entrambe segnate dagli abusi subiti durante l'infanzia, fa di loro le perle di quest'annata di
Le Regole del Delitto Perfetto, laddove non sempre le storyline degli studenti hanno mantenuto una tenuta drammatica all'altezza delle aspettative.
In questo midseason finale, tuttavia, è impossibile non riconoscere agli autori il merito di aver conferito a ciascuna diversa linea narrativa la propria importanza e credibilità. L'arrivo della madre di Michaela ci fa conoscere meglio un personaggio finora rimasto avvolto dalla nebbia della vaghezza molto più dei suoi compagni di viaggio. Il legame tra la ragazza e Asher subirà forse uno scossone dopo gli eventi di questa settimana, ma il loro rapporto - nato su basi narrative ben labili - ha ormai acquisito una statura sentimentale di tutto rispetto e, soprattutto, di notevole interesse per il pubblico. Stesso vale per Oliver e Connor, decisamente in secondo piano questa settimana, ma comunque verosimili e malinconici nella gestione di un rapporto dipinto sempre con pennellate misurate.
La morte di Wes, sebbene narrata con toni tragici e pathos da manuale, libera
Le Regole del Delitto Perfetto di una zavorra portata fin troppo a lungo, privandola astutamente di un personaggio centrale ma ormai ridottosi quasi a mero ostacolo al procedere di storyline ben più appassionanti. Come ogni serie che ambisca a essere memorabile dovrebbe fare, lo show di Nowalk si assume la responsabilità di una scrematura a lungo auspicata, sfoltendo le fronde di un albero divenuto troppo pesante e destinandolo, in tal modo, a una longevità accresciuta e a un avvenire imprevedibile ma, proprio per questo, estremamente accattivante.