Le Regole del Delitto Perfetto 2x10, "What Happened to You, Annalise?": la recensione

Le Regole del Delitto Perfetto riparte con un recap efficace e coinvolgente che rischia però di perdersi tra troppi flashback

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Se avete temuto che la pausa invernale potesse creare problemi nel ricordare le tante (forse troppe) storyline della seconda stagione di Le Regole del Delitto Perfetto, What happened to you, Annalise? vi avrà senz'altro tranquillizzati. L'episodio è, in soldoni, una gigantesca impalcatura di flashback che ci spiegano in dettaglio le conseguenze dello sparo di Wes (Alfred Enoch) ai danni di Annalise (Viola Davis).

Che Le Regole del Delitto Perfetto basasse buona parte della propria narrazione su un abile gioco di rimbalzi tra presente e passato è fatto ormai acclarato sin dalla prima stagione. Non stupisce quindi che, nel corso della puntata, gli autori abbiano optato per un'alternanza tra piani temporali portata all'estremo del proprio potenziale. L'intento sembrerebbe quello, sacrosanto e fin troppo disatteso da molte serie tv, di scegliere l'immagine a sfavore della parola, e di mostrare piuttosto che descrivere. Intenzione nobile e meritevole, per carità, ma disattesa dal fatto che i personaggi finiscano comunque per descrivere ciò che abbiamo appena visto nei flashback. D'accordo, non bisogna dare per scontata la perspicacia del pubblico, ma l'eccesso didascalico è un peccato da cui Le Regole del Delitto Perfetto era parso sinora immune.

Un episodio che è, di fatto, poco più di un recap - sebbene piuttosto movimentato

La parte migliore della puntata è costituita, udite udite, dal rapporto tra Annalise e Wes, che si arricchisce di tasselli - anche se siamo ancora ben lontani dall'avere un quadro esaustivo del loro reciproco coinvolgimento nelle rispettive vite - negli ultimi dieci minuti. Sia Wes che Annalise trascorrono infatti la maggior parte della puntata separatamente, per poi ricongiungersi in un epilogo emozionante e suggestivo. Al di là delle rivelazioni più o meno interessanti derivate dal finale dell'episodio, fa piacere notare finalmente una crescita del personaggio di Wes e l'anelata dimostrazione delle doti d'interprete di Alfred Enoch. Meglio tardi che mai.

Ancora una volta, Annalise conferma la propria statura umana fuori dall'ordinario, giganteggiando sugli altri persino nel suo momento di maggior fragilità. Non l'abbiamo mai vista così debole, eppure continua a far mangiare la polvere a chiunque tenti di contrastarla in quello che è il suo campo di prova preferito: il tribunale. Ma la sua forza umana non sminuisce la gravità della sua ferita: semplicemente, prendiamo ancora una volta atto della sua eccellente, forse autodistruttiva capacità di seppellire i propri dolori per concentrarsi sul proprio dovere professionale.

Per il resto, si ha l'impressione che la tendenza vagamente criminale ma individualista dell'entourage della professoressa Keating stia in realtà convergendo verso una modalità cooperativa che ricorda una vera e propria associazione a delinquere. Non che l'individualismo sia venuto meno, chiariamo: ogni personaggio continua a perseguire in primis i propri interessi, ma la sensazione è di una maggior collaborazione collettiva e di un istinto protettivo che, seppur mirato alla tutela di se stessi, finisce saggiamente per estendersi al gruppo.

In conclusione, Le Regole del Delitto Perfetto è tornato sugli schermi con un episodio che è, di fatto, poco più di un recap - sebbene piuttosto movimentato - che aggiunge poca carne al fuoco. Ed è, in effetti, più un bene che non un male, in considerazione della sovrabbondanza di elementi che questa serie ha già messo in campo finora. Se c'è, infatti, un merito evidente di questa puntata, è quello di profilare una maggior coerenza narrativa rispetto alle sfilacciature presenti nella prima metà di stagione. Staremo a vedere.

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