Recensione - Zombi U - Buona la prima?

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Quote:

per tutta l’avventura, il nostro chiodo fisso sarà uno e uno soltanto: la sopravvivenza, intesa nel senso più ruvido del termine.

Recensito il survival zombie di Ubisoft...

Il survival horror è un genere che, con il passare degli anni, si è sempre più diluito all’interno della generica moltitudine degli action in terza persona. Dal quarto Resident Evil in avanti abbiamo assistito a un impoverimento delle dinamiche di sopravvivenza, spesso sostituite da quick time event o scene d’azione di vario tipo.
Con Zombi U, Ubisoft, oltre a rinsaldare il legame di ferro con Nintendo, ha deciso di provare a rilanciare i survival, proponendoci la più classica delle formule, ovvero tanti zombie, una città in rovina e un sopravissuto pronto a tutto pur di non farsi divorare il cervello.

La prima sensazione che si ha giocando a Zombi U è la sua assoluta freddezza; il gioco è quasi scontroso, con menu scarni, pochissima interazione e una palette di colori che va dal nero al grigio, passando giusto per un paio di sfumature - spente - di rosso, il fuoco che illumina le strade e il sangue che sgorga a fiumi dai corpi riversi sulla strada. Zombi U non concede quasi nulla al giocatore, né dal punto di vista narrativo, né da quello ludico. La progressione della trama è pressoché assente e, per tutta l’avventura, il nostro chiodo fisso sarà uno e uno soltanto: la sopravvivenza, intesa nel senso più ruvido del termine. Nel corso del gioco, infatti, ogni volta che moriremo (e accadrà molte volte), saremo costretti a ricominciare l’avventura dalla stazione della metro che usiamo come rifugio, perdendo di conseguenza tutti gli oggetti e le armi che avevamo raccolto durante le nostre peregrinazioni. Come già in Dark Souls, ritrovando il nostro cadavere potremo recuperare buona parte dell’equipaggiamento, tuttavia, ci sarà una buona probabilità che il nostro ex protagonista si sia trasformato in un morto vivente, rendendo l’operazione di riconquista molto più complessa. Zombi U, volendo stringere al massimo, è tutto qui. Il gioco fa leva sulla sopravvivenza estrema e sulla volontà di esplorazione, limitando in maniera pressoché totale qualsiasi altro tentativo d’interazione con l’ambiente. Le poche armi a disposizione, così come la generale debolezza del nostro alter ego, sono pesi continui che - durante tutta l’avventura - il giocatore si trascina dietro con la consapevolezza di essere, per davvero, debolissimo rispetto alla minaccia che deve affrontare. In Zombi U non si è mai al sicuro e, con tutta probabilità, questo senso di oppressione è la miglior conquista del titolo.
Dal punto di vista prettamente ludico, però, Zombi U commette alcuni errori: il primo, e più evidente, è quello di non curarsi affatto di rendere l’azione almeno minimamente interessante: gli zombie muoiono tutti con cinque mazzate (non una in più, non una in meno) e fin troppo spesso ci troveremo ad usare una sola arma, il nostro fedele bastone da cricket, dato che pistole e affini sono talmente rare e rumorose da diventare, di fatto,inutili. Secondariamente Ubisoft, nello sperimentare le nuove opportunità offerte dal Gamepad di Wii U, ha voluto andare sul sicuro, trasformando il secondo schermo in una sorta di inventario/hud interattivo, eliminendo del tutto le indicazioni di stato dal monitor principale. Questa scelta purtroppo, costringe ad alzare ed abbassare continuamente lo sguardo, causando grande confusione. Inoltre, sempre in virtù dell’anima smaccatamente survival del titolo, gli sviluppatori hanno pensato di rendere l’inventario consultabile senza mettere in pausa, aprendo così a una serie di problemi non da poco. Per consultare il nostro equipaggiamento, infatti, dovremo spostare lo sguardo sul Gamepad, tuttavia, l’azione sullo schermo principale continua a procedere, rendendoci molto vulnerabili ad eventuali attacchi. Come per le altre occasioni, anche qui si vede un’intuizione interessante che, però, non è stata gestita con la cura di cui avrebbe avuto bisogno.

Sul versante multiplayer le logiche sono più o meno le stesse: un giocatore - armato di Gamepad - controlla le ore di zombie e gli altri interpretano quattro sopravvissuti che devono sopravvivere il più a lungo possibile. Anche qui, l’idea è interessante, ma la pochezza di opzioni, mappe e caratteristiche rende la modalità multigiocatore poco più di uno sfizio passeggero.
Passando al lato tecnico, Zombi U paga - purtroppo - uno sviluppo fatto su Dev Kit in fase alpha e la poca conoscenza della piattaforma da parte di Ubisoft; le texture sono slavate e a bassa risoluzione, mentre i modelli poligonali fanno spesso rimpiangere quelli di giochi usciti su console molto meno potenti. Nel complesso però la debolezza tecnica di Zombi U è forse il suo difetto minore: il lavoro di Ubisoft, infatti, sconta alcune carenze di progettazione che solo un design più accurato avrebbe potuto evitare. Un vero peccato, dato che sotto una scocca imperfetta, si intravedono alcune idee interessanti che - se gestite meglio - avrebbero davvero potuto dar vita a uno dei più grandi survival horror di tutti i tempi. Zombi U, invece, si limita ad essere un buon titolo di lancio, godibile, ma che non verrà ricordato con affetto.

Tipologia di Gioco:

Zombi U è un survival horror portato all'estremo. L'azione, intesa nel senso più adrenalinico e scenografico del termine, è pressoché assente e l'intero gioco si basa sul continuo passaggio da momenti momenti molto concitati ad altri fatti di silenzi e attese.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco nella versione contenuta nel nostro Zombi U pack redazionale. Per scrivere questo pezzo abbiamo completato la campagna principale e testato per alcune ore il multiplayer.

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