Recensione - Xenoblade Chronicles X

La colossale opera di Monolith Soft arriva finalmente su Wii U, con un mondo di gioco meraviglioso ed una struttura di gioco ricca e profonda: la recensione di Xenoblade Chronicles X

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


Condividi

Che Xenoblade Chronicles X sarebbe stato opera enorme era largamente prevedibile, fin dalla sua prima presentazione, perché sarebbe stato il successore di Xenoblade Chronicles, dalla meravigliosa vastità, perché Monolith Soft avrebbe potuto spingersi ancora più in là, grazie alle potenzialità di Wii U, perché era ed è chiaro che il team di sviluppo giapponese abbia nella creazione di mondi una delle maggiori qualità. Ecco, Xenoblade Chronicles X è ancora più grande delle aspettative, nell'estensione certamente, ma anche nella struttura di gioco, nella profondità ludica, nell'offerta. E' un gigante, ma non con i piedi d'argilla, come molte produzioni open world, bensì stabilissimo, retto da un lavoro eccezionale nella costruzione dell'impianto ludico, che è a grandi linee quello di un gioco di ruolo giapponese, ma è un genere nel quale ormai le opere di Monolith Soft fanno fatica ad inserirsi, perché molto variano in alcuni suoi importanti fondamentali, ed anzi analizzato nelle sue componenti il gioco per Wii U è quasi più simile ad un MMO.

Xenoblade Chronicles X non celebra l'eroismo di un prescelto, o la via verso la gloria di un uomo in cerca di riscatto. Sfrutta uno dei più tradizionali espedienti del videogioco, l'amnesia, per mettere in campo un protagonista, creato dal giocatore, che nulla sa di sé stesso, e nulla può sapere del mondo di Mira, che fa da teatro alle vicende dell'opera. Mira è infatti il pianeta ultima speranza dell'umanità, quello sul quale sono naufragati gli ultimi reduci del genere umano, dopo che la Terra è stata spazzata via dalla guerra tra due fazioni aliene, che l'hanno scelta come campo di battaglia. Gli ultimi figli della Terra quindi si ritrovano in un ambiente totalmente sconosciuto, che va esplorato, indagato, sfruttato, ed è compito del giocatore farlo, attraverso uno dei tanti componenti del BLADE, la forza militare dalle molteplici divisioni che deve salvaguardare ciò che rimane del genere umano e colonizzare il nuovo pianeta.

[caption id="attachment_148923" align="aligncenter" width="600"]Xenoblade Chronicles X screenshot Xenoblade Chronicles X - screenshot[/caption]

Questa base narrativa ha profonde conseguenze sulla struttura ludica, sulla progressione, sulla narrazione, sempre in maniera perfettamente coerente, e rimarrà stranito da molte delle soluzioni di gioco adottate il giocatore abituato all'epica, alla commistione senza soluzione di continuità tra missioni principali e secondarie, più in generale al gioco di ruolo story driven, nel quale il racconto della storia decide la progressione. E' infatti Mira, un luogo quindi, per quanto enorme, base, essenza e ragion d'essere di Xenoblade Chronicles X, elemento chiave della struttura di gioco tutta. Il primo impatto con il nuovo pianeta è incredibile, la prima volta nella quale ci si trova liberi di esplorarne le prime zone è momento emozionante, perché se ne intuiscono subito la grandezza e la varietà di ambienti, ed ore e ore di gioco non faranno scemare questa meraviglia, tutt'altro, la continueranno ad alimentare, perché ogni passo può condurre verso un nuovo luogo, un panorama mozzafiato. Così come in Xenoblade Chronicles il mondo è personaggio, anzi protagonista, e qui va oltre, è anche fondamento del gameplay.

Compito primario di un BLADE è installare sonde sul pianeta, raccogliendo così informazioni sul nuovo mondo, e per farlo ne deve ovviamente esplorare ogni zona, tra mostri e luoghi da lasciare senza fiato. E' su questa base che è installato il gameplay, ribaltando la naturale progressione del gioco di ruolo, che alla progressione narrativa abbina quella spaziale. In linea teorica si può attraversare tutta Mira senza affrontare mezza missione, tanto per far rendere conto dell'idea. Ciò non vuol dire che l'offerta ludica sia insufficiente, tutt'altro, è semplicemente diversa da quella ruolistica tradizionale, e non bisogna fare l'errore con Xenoblade Chronicles X (né andrebbe mai fatto, in realtà), di giudicarlo per come lo si sarebbe desiderato, e non per com'è. E' proprio nella strutturazione delle missioni che il gioco di Monolith Soft ricorda un MMO; vi sono di semplici, nelle quali solitamente basta uccidere un determinato numero di mostri o raccogliere una certa quantità di oggetti; le secondarie, molto più strutturate, spesso in varie fasi, che accompagnano a questi compiti significativi avvenimenti, alcune volte toccanti, altre volte divertenti, sempre rilevanti, in maniera simile alle missioni intesa, che per essere accettate richiedono prerequisiti vari (livello e grado di affinità con un personaggio); le principali, ovviamente le più strutturate e di maggior durata, che sono gli unici momenti nei quali la storia procede, proprio come in un gioco di ruolo di massa.

[caption id="attachment_148924" align="aligncenter" width="600"]Xenoblade Chronicles X screenshot Xenoblade Chronicles X - screenshot[/caption]

Si potrebbe quindi far subito nel denunciare una narrazione frammentata, ma in realtà quella di Xenoblade Chronicles X è coerentissima, e per di più per niente banale, investendo molto, come da tradizione della serie, sul rapporto tra uomo e macchina, sui concetti di anima e Dio. E' raccontata in un modo certamente peculiare, ma non per questo va sminuita; certamente la particolare impostazione del gioco tutto toglie qualche spazio al racconto, che non è enorme, e se si seguisse solo la storia, affrontando anche le missioni necessarie allo sblocco delle principali, Xenoblade Chronicles sarebbe completabile in appena una settantina di ore. Gli si farebbe però torto enorme, perché è con un'altra impostazione che il gioco è stato concepito, cercando di fare entrare il giocatore appieno nel suo ruolo di esploratore, offrendogli un mondo bellissimo da conquistare e conoscere, passo dopo passo, anche solo da ammirare, persi guardando una notte stellata con due enormi lune, un tramonto infuocato, un'aurora boreale dai colori straordinari, gli immensi vuoti dei canyon; lasciandosi coinvolgere, in definitiva, da una natura che non è solo meravigliosa, ma coerentissima, perché le cinque regioni che compongono Mira non sono solo diverse tra loro, ma sono estremamente varie anche al loro interno.

"La produzione di Monolith Soft non è solo esplorazione è ammirazione, denota una profondità estrema in ogni sua componente"

La produzione di Monolith Soft non è solo esplorazione è ammirazione, denota una profondità estrema in ogni sua componente. Mira non è solo da attraversare, anche da sfruttare; differenti tipi di sonda possono essere installate sul suo terreno, ricavando materiali, denaro, Miranium, prezioso materiale con il quale è poi possibile sbloccare nuove armi ed armature, da vari costruttori, ognuno con la sua specialità. Profondo è anche un sistema di combattimento che ha le stesse basi di quello del predecessore, ma le amplia. Posizionamento rispetto al nemico, giusto uso delle tecniche e conoscenza dei loro effetti, costruzione di combo sono ancora i fondamentali, ma in più c'è la possibilità di cambiare al volo tra arma da mischia ed arma a distanza, ognuna con tecniche associate. L'introduzione della ricarica secondaria, un ulteriore ciclo di ricarica delle tecniche, che se completato le rende ancora più efficaci, dona profondità al sistema: utilizzarle subito o aspettare? Inoltre la ricarica secondaria avviene solo se si sta utilizzando la tipologia di arma corrispondente alla tecnica, quindi è necessario variare il proprio approccio al nemico, soprattutto quando questo è bello grosso e cattivo, come nel caso dei boss o dei Tyrant, bestie che possono arrivare ad essere colossali.

[caption id="attachment_148925" align="aligncenter" width="600"]Xenoblade Chronicles X screenshot Xenoblade Chronicles X - screenshot[/caption]

L'esperienza di gioco di Xenoblade Chronicles X è quindi ricchissima in ogni suo aspetto, con picchi di esaltazione non da poco, come quando si scopre un luogo stupendo, o quando per la prima volta si utilizza uno Skell, gli straordinari mech del gioco, armati di tutto punto. Non è priva di difetti, su tutti il dover reperire, occasionalmente, materiali molto rari, con pochissime indicazioni, vagando per Mira ed affidandocisi alla fortuna. Ma all'interno di una produzione così estesa e strutturata anche questi momenti di non poca frustrazione sono poco rilevanti, a fronte di un'opera videoludica colossale e curatissima, che abbina ad un sistema di gioco semplice ma estremamente ramificato un impianto tecnico sensazionale, forse il migliore esibito su Wii U. Graficamente il gioco di Monolith Soft non ha pari, esibendo con prepotenza poligonale quanto partorito da una direzione artistica sublime; e che dire di una colonna sonora dai brani ottimi nel peggiore dei casi, ma soprattutto di una varietà inaspettata. La colossale opera di Monolith Soft è uno dei picchi più alti della produzione ruolistica degli ultimi anni, ed allo stesso tempo un open world realmente significativo. E' una produzione vasta, complessa, curatissima, emozionante, certamente particolare nella sua natura; ma quando tutti questi elementi si uniscono, in maniera poi così coerente, non può che venire fuori un indimenticabile capolavoro.

Continua a leggere su BadTaste