Recensione - Xcom: Enemy Unknown - UFO è tornato!

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Contro ogni aspettativa, lo strategico a turni di Firaxis riesce a riportare in vita i fasti di UFO

Recensito il grande ritorno dello strategico a turni firmato Firaxis!

Strategico a turni.

Tre parole che riportano alla mente ricordi di impronte di tazze da caffè sulla scrivania e cenere incastrata nella tastiera.

Tre parole che durante l’attuale generazione abbiamo sentito pronunciare (troppe) poche volte.

Ci vuole del coraggio, in un mercato come quello videludico odierno, a proporre al pubblico un titolo appartenente a tale genere, puro e semplice, senza ibridazioni né tentativi di divulgazione.

Se in questi giorni siamo riusciti a mettere le mani su XCom: Enemy Unknown, firmato dagli americani Firaxis, lo dobbiamo anche ai fan. I lavori sullo strategico a turni sono infatti cominciati poco dopo la pessima risposta delle community suscitata dall’annuncio di “XCOM”, sparatutto in prima persona ispirato alle atmosfere del grande classico. Proprio come successo con Syndicate di EA, la produzione ha seriamente rischiato di indignare i fan e imbarazzare gli sviluppatori. Cosa esattamente sia successo dopo non ci è dato di saperlo, ma 2K deve essere intervenuta senza mezze misure: la produzione dello sparatutto è stata “congelata” (potrebbe riprendere più avanti, ma non è certo), e Firaxis ha ottenuto il via libera per cominciare a lavorare su Enemy Unknown, vero e proprio erede dell’originale.

La copia PC gentilmente offertaci da 2K ci ha permesso di provare ogni aspetto della (longeva) campagna singolo giocatore, divisa equamente, come la tradizione vuole, tra gestione delle proprie risorse e combattimenti a turni sul campo, e del comparto multigiocatore.

L’esperienza è sin dai primi minuti molto immersiva. I vostri colleghi dell’XCom, una task force statunitense creata con lo scopo di rispondere a una violenta invasione aliena globale, si rivolgeranno a voi direttamente, parlandovi dallo schermo, chiamandovi “comandante”. E proprio di comando è fatta l’esperienza di gioco di XCom: Enemy Unknown, sia quando vi troverete a centellinare le vostre (limitate) risorse per dividerle tra ricerca tecnologica, espansione della base e miglioramento della rete satellitare, sia quando vi troverete sui campi di battaglia sparsi per tutto il mondo, guidando un manipolo di fanti contro le forze aliene.

Entrambe le anime del gioco presentano una cura al dettaglio che non lascia dubbi: XCom: Enemy Unknown non è l’ennesimo tentativo di vendere copie sfruttando un nome in copertina (come se ne sono visti tanti, soprattutto in questa generazione), bensì un gioco sviluppato con amore e passione per l’originale, dedicato tanto ai fan di quest’ultimo, quanto a coloro non avessero nessuna familiarità con gli strategici a turni. Attenzione però, perché nonostante le prime due missioni (e, in maniera minore, anche le successive quattro o cinque) facciano sostanzialmente da tutorial, spiegando passo passo come funziona la strategia a turni, il completo neofita potrebbe trovarsi di fronte a una curva d’apprendimento meno “morbida” da quella concessa dai titoli mainstream dei nostri tempi. Per usare un linguaggio consono al contesto, soldati, alzate le chiappe, se vorrete ottenere qualcosa, ci sarà da lavorare sodo.

Sul campo, XCom: Enemy Unknown fa di tutto per svecchiare, almeno dal punto di vista visivo, la strategia a turni. Per quanto la visuale sia isometrica, ambienti e personaggi in 3D e una telecamera dinamica (che randomicamente inquadra da vicino un momento particolarmente enfatico dell’azione) contribuiscono molto alla resa grafica generale, portando sugli schermi uno spettacolo di tutto rispetto. Ma la vera anima del gioco è fatta di strategia, più che di pixel. Per ogni turno, potrete far compiere due azioni ai membri della vostra squadra (movimento e copertura, doppio movimento, movimento e attacco, o utilizzo di abilità speciali). Questi ultimi, come ben presto scoprirete, dispongono di particolarità legate al loro ruolo in battaglia, che vanno ad influire anche sull’equipaggiamento. Dal classico fante, dotato di pistola, fucile d’assalto e granate, si passa al cecchino e al centravanti di sfondamento, corazzato e armato con uno shotgun. Sul campo, i vostri soldati guadagneranno esperienza, salendo di livello e sbloccando nuove abilità, sia passive, sia attive. Questa meccanica, apparentemente banale, è invece destinata a generare nel giocatore un forte attaccamento verso alcuni personaggi, un sentimento che renderà molto difficile, a volte, accettare la morte di uno di essi sul campo, circostanza che può verificarsi con grande facilità se non si presta molta attenzione alle coperture e alle manovre strategiche, soprattutto nelle fasi di gioco più avanzate. In caso doveste perdere un prezioso alleato sul campo, non vi resterà che rimpiazzarlo con un recluta, ovviamente perdendo tutto l’equipaggiamento, i livelli e le relative abilità sbloccate.

Le mappe, scelte randomicamente di volta in volta da un totale di circa venti, sono tutte di dimensioni limitate, ma spesso presentano edifici o, nel caso di intercettazione di UFO, la possibilità di esplorare l’interno delle navi aliene. Sfruttare adeguatamente le coperture (a mezzo busto o intere, come evidenziato nell’interfaccia), fiancheggiare e portarsi in posizione sopraelevata rispetto al nemico sono i tre dogmi del combattimento. Conoscere inoltre la funzione di ogni abilità (specifica o meno) dei personaggi è doveroso, così come usarla al momento opportuno. Una delle più comuni e importanti è Guardia, che mette il soldato in uno stato di allerta, pronto a rispondere al fuoco non appena un nemico attraversi il suo cono visivo, senza peraltro consumare il turno a sua disposizione. Questa abilità è fondamentale soprattutto nelle fasi iniziali di ogni scontro, dove si esplora la mappa senza sapere dove si trovi il nemico, con un campo di visuale molto limitato a causa della “nebbia di guerra”.

Nel complesso, l’impianto strategico funziona molto bene, nonostante i fan del classico UFO potrebbero trovare un po’ drastica la totale eliminazione della gestione delle munizioni (è ancora necessario ricaricare, ma la scorta è infinita). A rendere divertente il mix è soprattutto la qualità dell’intelligenza artificiale nemica, in grado, particolarmente ai livelli di difficoltà più elevati, di mettere in scacco anche le squadre più preparate. A questo proposito, alcune missioni si rivelano nettamente più difficili di altre, testimoniando un bilanciamento non sempre preciso. Altro difetto è rintracciabile nell’occasionale ripresentarsi delle medesime mappe: soprattutto dopo una decina di ore di gioco, il sistema di scelta casuale finirà irrimediabilmente per farvi tornare in location già visitate, con un effetto non proprio credibile sull’avanzare della campagna. Se non altro, la quantità, la disposizione e la tipologia delle unità aliene sarà sempre diversa, cambiando le carte in tavola abbastanza da non annoiare.

Per quanto in apparenza l’aspetto più complesso di XCom: Enemy Unknown siano i combattimenti a turni, le fasi gestionali nascondono molte insidie. Se infatti durante la vostra partita l’iniziativa XCom dovesse essere abbandonata da un eccessivo numero di nazioni (il limite massimo è 8), si andrà incontro a un game over. In altre parole, se non avrete a disposizione un salvataggio vecchio di qualche ora, rischierete di trovarvi in un vicolo cieco, costretti a cominciare una nuova partita. Per questo, gestire attentamente i fondi monetari, effettuare gli upgrade dei propri caccia da intercettazione, e soprattutto mettere in piedi una rete satellitare efficiente sono aspetti da non trascurare assolutamente per arrivare sani e salvi ai titoli di coda.

La gestione dei satelliti può rivelarsi complicata, dato il loro prezzo non indifferente, le loro notevoli richieste di energia (che vi costringeranno a costruire molti generatori) e i tempi di produzione piuttosto elevati, che tenderanno a far slittare in secondo piano gli altri importanti aspetti della produzione e della ricerca. Trovare il giusto equilibrio tra sicurezza e crescita del proprio arsenale rappresenta uno degli aspetti più belli, e complessi, di XCom: Enemy Unknown, in grado di restituire notevoli gratificazioni quando coronato dal successo. I satelliti non sono comunque l’unica cosa di cui dovrete occuparvi: facendo lavorare in concertazione i laboratori di ricerca e sviluppo, potrete effettuare ricerche sulla tecnologia aliena e produrre armi, armature ed equipaggiamento sempre più avanzati, così come potenziare i caccia da intercettazioni, fondamentali per tenere a bada il panico nelle varie nazioni. Queste attività, alternate agli scontri sul campo, si sono rivelate divertenti e impegnative, e, soprattutto, conferiscono a XCom: Enemy Unknown un senso di conquista e progressione notevole, in grado di compensare la quasi totale assenza di una vera e propria trama.

Le due anime, gestionale e strategica, di XCom: Enemy Unknown si fondono dunque generando un notevole risultato, capace di generare vera dipendenza da “un altro turno”, facendovi tornare al gioco anche in seguito al completamento della prima partita, magari per un match in multiplayer. Quest’ultimo si presenta ora come ora in una forma non troppo raffinata, ma nondimeno divertente. Ad inizio partita ogni giocatore può scegliere il suo team, “acquistando” i singoli membri attingendo a una riserva di punti il cui tetto massimo viene stabilito inizialmente dall’host (si può decidere anche di non imporre limiti). Naturalmente, migliore l’unità, maggiore il quantitativo di punti necessario ad acquistarla. Completata questa prima fase e riempite le fila della squadra, si scende in campo, dove ogni giocatore ha a disposizione un turno di 120 secondi per far compiere azioni a tutti i soldati della propria squadra. Esauriti questi, la mano passerà all’avversario. Al momento, non ci sono a disposizione modalità alternative, e, nonostante la modalità sia generalmente divertente, in grado di aggiungere un po’ di pepe rispetto ai tradizionali scontri contro l’IA, il bilanciamento lascia un po’ a desiderare, con alcune unità aliene davvero troppo potenti rispetto a quelle umane. A questo si aggiungono occasionali episodi di lag, non troppo frequenti ma molto pregiudicanti, soprattutto nelle fasi più concitate dei combattimenti. Sul matchmaking non possiamo esprimerci, dato che ci è stato possibili disputare solo partite create ad hoc.Si spera in ogni caso in una patch correttiva post lancio, anche se, già così com’è, il comparto multigiocatore è destinato a migliorare le già notevoli aspettative di vita di XCom: Enemy Unknown.

Dal punto di vista puramente tecnico, gli sviluppatori hanno lavorato molto sul design, scegliendo una via di mezzo tra realismo e caricatura (soprattutto per le unità aliene) che risulta credibile e divertente, sebbene il motore non sia di per sé capace di raggiungere alti standard qualitativi, né poligonalmente, né dal per quanto riguarda effettistica e texture. Il colpo d’occhio, soprattutto su PC, non è malvagio, ma comunque non ai massimi livelli di questa generazione. Il difetto più evidente del motore grafico riguarda comunque la trasparenza delle pareti, obbligata per rendere navigabili le strutture a più piani, ma purtroppo non sempre funzionali. Come risultato, vi troverete a più riprese impossibilitati a selezionare un particolare piano di un edificio dove vorrete mandare una vostra unità, con sporadici momenti di vera frustrazione. Anche in questo caso, si spera al più presto in una patch correttiva.

XCom: Enemy Unknown riporta sugli schermi una filosofia di gioco nettamente old school, garantendo un gameplay impegnativo, vario grazie alle due anime tra loro ben amalgamate e in grado di generare assuefazione. Contro ogni aspettativa, lo strategico a turni di Firaxis è riuscito a riportare in vita i fasti di UFO, seppure con qualche semplificazione a livello microgestionale, e non senza qualche difetto. Il divertimento offerto dalla campagna e la sua longevità, senza contare il fortissimo effetto assuefazione, riescono comunque a compensare in larga parte le mancanze. Se la strategia vi interessa, l’acquisto è assolutamente consigliato, ma Enemy Unknown potrebbe rappresentare un’ottima alternativa anche per gli appassionati di giochi d’azione, e si merita indubbiamente un posto nella classifica delle migliori produzioni del 2012.

Tipologia di Gioco:

Xcom: Enemy Unknow rappresenta un inaspettato ritorno allo strategico a turni classico, dove giocatore ed IA avversaria muovono a turno le proprie unità sul campo di battaglia. A fianco degli scontri a fuoco, la produzione offre un interessante aspetto gestionale, dove il giocatore si troverà a amministrare le risorse dell'iniziativa Xcom nel tentativo di mantenere sotto controllo più nazioni possibile, sventando la minaccia aliena.

Come è Stato Giocato:

Grazie alla copia PC gentilmente fornitaci da 2K abbiamo completato la campagna singolo giocatore di Xcom: Enemy Unknown in circa 20 ore, per poi cominciarla nuovamente. Inoltre, abbiamo testato diverse sessioni in multigiocatore, scoprendo come, nonostante non sia ancora rifinito, il comparto sia in grado di giovare nettamente alla longevità del titolo.

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