Recensione - World of Warships

La guerra globale di Wargaming si sposta negli Oceani: la recensione di World of Warships

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Sulle prime, vince la frustrazione. Il menù principale non comunica come si vorrebbe, le valute utili ad acquistare nuove imbarcazioni e potenziamenti sono addirittura tre, i tech tree sono difficili da interpretare. Ciò che è peggio, sul campo di battaglia si resiste a ben poche bordate, prima di vedere la propria fregata appoggiarsi con delicatezza sul fondale oceanico. Così, tra incomprensioni e game over in rapida sequenza, farsi prendere dalla tentazione di abbandonare tutto, è un attimo, tanto più che, trattandosi di un free-to-play, a frenarvi non ci sarebbe nemmeno il rimorso di aver buttato al vento (o in mare) parte dei sudatissimi risparmi.

La sensazione è terribile, ma se avrete un minimo di fiducia, pazienza e tenacia, durerà poco: giusto il tempo di impratichirsi un minimo e capire che l’azione solitaria, l’attacco indiscriminato e l’avanzata incosciente in campo nemico non pagano affatto. Sebbene il realismo non sia certo di casa, il trucco sta nel capire che bisogna adattarsi ad esigenze e ritmi specifici, nell’accettare che senza tattica non si va da nessuna parte, nel convincersi che solo l’unione faccia la forza.

[caption id="attachment_147484" align="aligncenter" width="508"]World of Warships screenshot 1 Graficamente c’è poco di cui lamentarsi. Fatto salvo per un lieve aliasing su alcuni elementi di contorno, scenari e imbarcazioni lasciano a bocca aperta.[/caption]

Come per World of Tanks e World of Warplanes, Wargaming ha scelto la via del compromesso, sacrificando una gestione delle leggi fisiche credibile, sull’altare del divertimento e dell’immediatezza. L’interfaccia non è il massimo dell’intuitività, ma in pochissimo tempo si comprende come muovere i primi passi in questo simulatore di battaglia navale. Basta davvero poco: con la tastiera si controlla il timone e si regola la velocità, il mouse ruota la telecamera e gestisce la traiettoria di missili, cannoni e quant’altro. Il control scheme è relativamente limitato per essere un gioco per PC, a tutto vantaggio dei novellini che, come anticipato, dovranno solo metabolizzare un paio di regole auree per salvare la pellaccia e contribuire alla vittoria.

Nonostante qualche limitata variazione sul tema, la gloria la si raggiunge controllando alcune zone sparse per la mappa o, in alternativa, eliminando tutte le forze avversarie. Il design degli scenari è sufficientemente vario da controbilanciare la monotonia delle modalità di gioco presenti. Si va dal mare aperto, scenario ideale per scontri a viso aperto brevi ma intensi, all’arcipelago che offre numerosi ripari naturali in cui cercare rifugio o, al contrario, dove tendere trappole mortali. In ogni caso, la regola fondamentale è lavorare in team, non permettere a nessuno di andare per la propria strada, coordinare ogni manovra. In questo senso è fondamentale conoscere pro e contro della nave che si controlla.

[caption id="attachment_147486" align="aligncenter" width="600"]World of Warships screenshot 2 Naturalmente la chat vocale è indispensabile per coordinarsi al meglio, ma basta avere un po’ di sale in zucca e non separarsi dal gruppo per poter dare il proprio contributo alla causa.[/caption]

L’elenco di imbarcazioni disponibili è ricchissimo, nonostante la maggior parte costi molto e si sbloccano solo dopo aver raggiunto un certo livello d’esperienza. Fedeli nelle fattezze alle controparti reali, si tratta di natanti statunitensi, giapponesi e russi (in attesa di quelli tedeschi e inglesi) costruiti intorno alla seconda guerra mondiale, si dividono in quattro categorie. I cacciatorpedinieri hanno il compito di esplorare i dintorni, individuare gli avversari, utilizzare il modesto arsenale in proprio possesso per piccoli e fastidiosi raid con cui attrarre le forze nemiche verso una trappola. Gli incrociatori sono la classica via di mezzo, ideali per i giocatori alle prime armi desiderosi di menar le mani con un mezzo sufficientemente armato, ma comunque facile da manovrare. Le corazzate, al contrario, sono giganteschi mostri di ferro e acciaio che si muovono lentamente sul campo di battaglia, in grado di spazzare via un gran numero di nemici grazie alle numerose batterie di cannoni presenti sui ponti. Le portaerei, infine, cambiano più di una carta in tavola, rendendo World of Warship una sorta di RTS all’acqua di rose: piuttosto che affidarsi a missili e mitragliatrici, queste imbarcazioni hanno il compito di guidare e dirigere i vari squadroni di aerei per attaccare, difendere e fornire fuoco di supporto agli alleati.

"il risultato è un gioco d’azione e strategia potenzialmente profondissimo, divertentissimo e assuefacente"

Tra progressivi potenziamenti e nuove navi sbloccabili e acquistabili, il risultato è un gioco d’azione e strategia potenzialmente profondissimo, divertentissimo e assuefacente. A sorprendere è la malleabilità del gameplay che, pur presupponendo un certo tipo di approccio alla partita, permette comunque una moltitudine di variazioni sul tema: sia l’intransigente stratega, che l’amante dell’azione più estrema, non faticheranno a trarre grande divertimento tra una partita e l’altra.

[caption id="attachment_147487" align="aligncenter" width="600"]World of Warships screenshot 3 Controllando le imbarcazioni si sente tutta la pesantezza dell’acciaio e del ferro di cui sono composte, ma non aspettatevi un comportamento realistico: la principale priorità degli sviluppatori è rimasta quella di divertire sin da subito il suo pubblico.[/caption]

Qualche condizionale, tuttavia, è d’obbligo, visto che non mancano zone d’ombra. Non dobbiamo dimenticarlo: World of Warships è in alpha dal 2013, in beta dal marzo di quest’anno. Nonostante diversi feedback negativi da parte dei tester, permangono diverse criticità. Su tutte, la possibilità di utilizzare furbescamente i confini della mappa come via di fuga dai colpi nemici, in seconda battuta, il sistema che regola l’acquisizione d’esperienza che andrebbe rivisto: tra costi di gestione delle navi che aumentano all’inverosimile e power-up sempre meno influenti sul piano prettamente ludico, alla lunga si perde qualsiasi interesse ad aumentare il proprio livello d’esperienza. Certo, non bisogna mai dimenticare che stiamo pur sempre parlando di un free-to-play, di una produzione largamente gratuita, certamente, ma che prevede e in un certo modo invoglia all’esborso di denaro per raggiunge prima e con meno patemi d’animo certe ricompense. Da questo punto di vista gli sviluppatori si sono dimostrati onestissimi, obbligando a pagare gli utenti solo per pochi contenuti, ma chi deciderà di spendere molto tempo ed energie con il gioco, allo stato attuale delle cose, prima o poi si troverà costretto a fare qualche investimento per superare quel muro invalicabile che si palesa intorno al tier sei.

World of Warships, dopo il mezzo passo falso compiuto con gli aerei, segna il ritorno in grande stile di Wargaming nel mondo dei free-to-play. Si tratta di un gioco d’azione e strategico ben realizzato, profondissimo, godibile da una grande varietà di potenziali videogiocatori. Resta da capire se si tratterà di un (bellissimo) fuoco di paglia o se anche questa volta il team bielorusso riuscirà a prendersi cura di una community che saprà evolversi e crescere nel tempo come è stato per World of Tanks. Il rischio è che senza le continue attenzioni degli sviluppatori, verranno presto fuori tutte le problematiche di un sistema di crescita che dopo un inizio incoraggiante e spumeggiante, arranca e diventa avaro di soddisfazioni e ricompense.

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