Recensione: Witness - il Testimone, il Blu-Ray Disc

Uno dei più bei thriller drammatici degli anni ottanta è ora disponibile in una uscita tecnica ad alta definizione, senza contenuti speciali...

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Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p, 1.85:1

  • Audio:

    •  2.0 Mono Dolby Digital: Giapponese Portoghese Spagnolo

    • 2.0 Surround Dolby Digital: Italiano Francese Spagnolo Tedesco

    • 5.1 Dolby TrueHD: Inglese

  • Sottotitoli: Inglese Inglese NU Italiano Mandarino Ceco Danese Olandese Finlandese Francese Tedesco Greco Giapponese Coreano Norvegese Portoghese Brasiliano Russo Sloveno Spagnolo Svedese Turco

  • 1 disco 50gb

  • Region free

  • Amaray

  • Prodotto da Paramount, distribuito da Universal.

  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT, FR, ES, DE, UK.

Film

Pennsylvania, 1984. Il piccolo Samuel Lapp e sua madre Rachel, appartenenti ad una comunità Amish, durante un viaggio in treno verso Baltimora, si fermano a una stazione per il cambio. Samuel, recatosi alla toilette, assiste al brutale omicidio di un agente di polizia. Il detective John Book, che si occupa del caso, scopre, grazie a Samuel, che l'esecutore è un importante detective della narcotici. Braccato dai suoi stessi colleghi corrotti, John e i Lapp fuggono e si nascondono nella comunità Amish della famiglia, mentre tentano di risolvere quella che sembra essere una situazione disperata.

Diretto da Peter Weir e scritto da William Kelley e Earl W. Wallace, Witness – Il Testimone è uno dei più apprezzati capolavori del cinema thriller-drammatico degli anni '80.

Weir, qui alla sua primissima esperienza nel cinema hollywoodiano, realizza un prodotto molto atipico e difficilmente collocabile nei canoni del tipico thriller americano. La verità è che, nonostante il film ruoti attorno a un caso di corruzione della polizia, tutt'altro che originale o ispirato, questo non è altro che un pretesto per parlare di altro. Il vero fulcro è infatti la cultura Amish e il film la illustra a trecentosessanta gradi. Il film è scandito dai tipici rituali della comunità e dal loro pensiero, per sviscerare i concetti salienti che determinano la vita di queste comunità. Tutto passa attraverso il protagonista, il detective Book interpretato da Harrison Ford, che vive in un mondo agli antipodi, fatto di violenza e degrado urbano, generando quindi uno scontro tra culture diverse, che diventa anche lo sfondo per una love story impossibile, diversa dai dettami tipicamente hollywoodiani e che non ha una reale conclusione. Peter Weir si conferma un narratore che parla con le immagini e la musica, e non con le parole. La sua perfetta regia regala inquadrature suggestive ed emozionanti, creando un'atmosfera eterea che comunica tutto senza dover dire niente, grazie anche alle musiche di Maurice Jarre, che sposano con le immagini creando un effetto emozionale indescrivibile e di rara potenza. Il ritmo è ben scandito e fluido, senza momenti morti e ponendo attenzione sui dettagli e le immagini. Eccellente il cast e la direzione dello stesso, partendo da Ford che, come solito, si conferma uno dei più grandi attori viventi, capace di comunicare anche solo con uno sguardo o un gesto, passando poi da una mai così in parte Kelly McGillis, divisa tra i regolamenti del suo mondo e l'attrazione verso Book e il suo stile di vita. Più marginale la presenza di Danny Glover, nel ruolo del corrotto tenente McFee, che insieme Josef Sommers rappresenta la minaccia per il protagonista. Da segnalare la presenza di un giovanissimo Lukas Haas nel ruolo di Samuel Lapp e di Viggo Mortensen, qui nel suo primo film da comparsa muta sullo sfondo di pochi minuti. Il film raccolse ben otto candidature Oscar, tra cui miglior film e miglior attore protagonista per Harrison Ford, portandosi però a casa solo quelle per la miglior sceneggiatura originale e il miglior montaggio.

Immagini e musiche indimenticabili e prove attoriali efficaci rendono Witness un titolo inestimabile del cinema americano moderno.

Video

E' ormai una consuetudine di Paramount quella di rilasciare, attraverso uscite tecniche nel mercato Home Video, titoli di catalogo prima nel resto del mondo e poi nel mercato Statunitense. Se da una parte il vantaggio di avere per primi classici dello studios americano è sicuramente allettante, dall'altra disturba sapere che la successiva release statunitense sarà generalmente più completa della controparte europea. Perché, infatti, Witness – Il Testimone si aggiunge a quella lunga serie di titoli del tutto privi di qualsiasi extra, presentando solo il film in alta definizione Blu Ray. Benché l'interesse per eventuali contenuti speciali possa riguardare solo una cerchia di appassionati, resta comunque una scelta discutibile privare l'utenza extra americana di aggiunte che impreziosiscono l'offerta. In ogni caso, Witness è presentato in un disco singolo e confezionato in amaray e come scritto poc'anzi, del tutto privo di qualsiasi altra aggiunta.

Il master scelto per questa edizione sembra essere una vecchia scansione telecine di un interpositivo. Girato in 35 mm sferico, Witness presenta un quadro video piuttosto piacevole nella resa generale, in grado di regalare una buona riproduzione del dettaglio anche fine. Caratterizzato da una rumorosità piuttosto marcata di una grana mediamente grossa, la texturizzazione generale è di buon livello, con primi piani abbastanza porosi, così come le trame degli abiti e delle scenografie. Il dettaglio grezzo cala già dai campi medi: la grana non permette un mantenimento tale della definizione degli elementi, che comincia fin da subito a sfumare e fondersi con gli sfondi. La rumorosità aumenta drasticamente negli ambienti più bui, in particolare nella sequenza dove John, ferito gravemente, riceve le cure da Rachel in una stanza molto buia, illuminata da una lampada ad olio. La riproduzione di questa grana è anche indice che il master, benché limitato alle scansioni di diverse generazioni, non è stato alterato da post processi peggiorativi, come filtri o altro, quanto meno non in modo grave da essere segnalati. Tuttavia i limiti sono evidenti, in particolare nella riproduzione della colorimetria, contaminata da virate lavanda e con un grado di brillantezza molto scarso, restando, generalmente, abbastanza desaturato con dominanti grigie. Così anche il colour grading appare limitato, non riuscendo a risolvere completamente le diverse sfumature di colore, in particolare nelle basse luce, come nella scena sopracitata, dove i colori appaiono tendenzialmente più piatti. Il nero, benché abbastanza intenso, appare anche questo a volte un po' troppo schiacciato, ma non tanto da minare in modo grave la tridimensionalità della scena, che si attesta su livelli medio buoni. Nonostante i limiti generali, la fotografia di John Seale è di così alto livello da riuscire, in ogni caso, a lasciare a bocca aperta per la bellezza delle composizioni, in particolare nei primi minuti, con immagini crepuscolari, un eccellente uso del chiaro scuro e uno splendido sfruttamento della struttura granitica della pellicola scelta che da spessore alle immagini.

C'è il rammarico nel pensare a cosa avrebbe potuto essere il quadro video di questo bellissimo film se fosse stata eseguita una rimasterizzazione perché, nonostante i limiti, il quadro è talmente di grande impatto da sopperire quasi completamente ai suddetti difetti.

Audio

Il doppiaggio italiano, nel set audio proposto, è presentato nell'originale mix stereofonico dell'epoca, in Dolby Digital a due canali, mentre l'originale inglese gode di un upmix a 5.1 canali in Dolby TrueHD.

Purtroppo la traccia italiana presenta tutti i tipici difetti dei mix di quegli anni, in particolare legati alla gestione della spazialità e della collocazione corretta dei suoni. Non sono affatto rari i casi in cui i suoni o i vari panning non rispondono alla collocazione che ci si aspetterebbe e il centrale, in questo caso virtuale, viene rimbalzato tra un canale e l'altro senza un'apparente ragione. A questo si aggiungono sporadici sbalzi di volume e una chiarezza dei dialoghi non sempre pulita. A ciò si aggiungono vari fruscii di fondo, ma meno che in altri titoli coetanei e la riproduzione delle suggestive musiche di Maurice Jarre sono sempre al di sopra di ogni sospetto. Inutile dire che la traccia inglese è un altro mondo, in particolare nelle poche sequenze di sparatorie, regalando non pochi bei panning di proiettili vaganti.

C'è da dire che è sempre preferibile, specie quando le basi non lo permettono, avere il mix originale piuttosto che un artificioso e potenzialmente fallimentare lavoro di upmix.

Extra

Come anticipato, non sono presenti contenuti speciali di alcun tipo. Un grande rammarico visto anche che nelle precedenti incarnazioni DVD era presente un making of, una scena inedita e una galleria di trailer e spot.

Conclusioni

Witness – Il Testimone è uno dei più bei thriller drammatici degli anni '80. Un gioiello di atmosfera, immagini e suoni indimenticabili, impreziosito da interpretazioni di alto livello di Harrison Ford e Kelly McGillis. L'edizione HD targata Paramount propone il titolo in una uscita tecnica, del tutto priva di contenuti speciali.

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