Recensione - Warhammer: End Times - Vermintide

Cinque eroi contro un'orda di Skaven: la recensione di Warhammer: End Times - Vermintide

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Lo squittio è per molti un suono stridulo, inquietante, disturbante. Lo squittio di miglia di Skaven significa solo una cosa: morte. Nel nome del Ratto Cornuto, il loro dio, sciamano sulla città di Ubersreik, insediamento imperiale, alla ricerca di qualcosa, spinti anche loro dal crollo del mondo, dalla Fine dei Tempi, l'evento che culminerà con una immane catastrofe. Warhammer: End Times - Vermintide non poteva trovare quindi ambientazione migliore, si inserisce con coerenza sicuramente suggerita da Games Workshop a Fatshark con intelligenza, collocandosi non in uno dei tanti momenti di crisi del Vecchio Mondo, ma nei suoi ultimi attimi, quando sì, è possibile che un'orda di Skaven prenda il controllo di una città dell'Impero.

Il mondo di Warhammer è anche un mondo di eroi, e cinque sono quelli che all'attacco provano a rispondere, campioni di varie razze e fazioni, ognuno con le proprie abilità. Il cacciatore di streghe Victor Saltzpyre, la maga splendente Sienna Fuegonasus, il ranger dei Nani Bardin Goreksson, la guardavia degli Elfi Kerillian ed il soldato imperiale Markus Kruber si ergono come ultimo baluardo, gli unici a potere evitare la fine, ad evitare che la città venga sommersa dai ratti, ingoiata, e che i suoi abitanti vengano sacrificati dai clan al loro ripugnante dio. Sa, il giocatore di Warhammer, che quella degli Skaven è razza infida, che conta non solo sul numero, ma su tutta una serie di letali marchingegni di morte; pochi contro moltissimi quindi, ma non solo, perché accanto ai ratti del clan e ai ratti d'assalto combattono globadieri, rattogri, Skaven armati di rattagliatrici, assassini.

[caption id="attachment_147968" align="aligncenter" width="600"]Warhammer: End Times Vermintide screenshot Warhammer: End Times Vermintide - screenshot[/caption]

Fatshark infila quindi dentro la sua produzione molta, quasi tutta l'iconografia legata agli squittenti, e costruisce un impianto ludico teoricamente lontano dai setting fantasy, ovvero l'FPS multiplayer, e, lo diciamo subito, riesce pienamente nel suo intento. Sono evidenti, per chi abbia giocato a Left 4 Dead, i richiami allo sparatutto di Valve; nella concezione, che vuole uno sparuto gruppo contro un'orda, nelle dinamiche e nella divisione dei ruoli, che forse però in Warhammer: End Times - Vermintide sono meno rigidi. Le abilità dei personaggi li diversificano, e se Bardin e Markus picchiano fortissimo Sienna e Kerillian dicono la loro dalla lunga distanza (Victor è un'interessante via di mezzo), ma all'occorrenza sono tutti in grado di adattarsi ad ogni situazioni, soprattutto grazie al loro arsenale ed alle caratteristiche dei pezzi di equipaggiamento che si ottengono alla fine di ogni missione.

"Rifugge in sostanza ogni pretesa di profondità la produzione di Fatshark, affidando l'elargizione di divertimento al combattimento ignorante e sanguinario, ed alla assolutamente necessaria coordinazione tra gli eroi"

Si dipana quindi il progredire attraverso livelli di notevole estensione, creati da un level design pregevole, che può far affidamento sulle complicate e pompose architetture imperiali per porre il giocatore in ambientazioni ludicamente stimolanti, che in un gioco simile significa farcite di luoghi per imboscate e passaggi secondari sui quali magari organizzare una strenua difesa. E per farlo occorre una totale sintonia con i propri compagni, allontanarsi dal gruppo significa cadere facile preda degli Skaven, che sciamano da ogni dove, e l'azione arriva a trasformarsi in un furioso button mashing. Rifugge in sostanza ogni pretesa di profondità la produzione di Fatshark, affidando l'elargizione di divertimento al combattimento ignorante e sanguinario, ed alla assolutamente necessaria coordinazione tra gli eroi. Tutto sa già di visto, e di originale nella struttura di gioco c'è veramente poco, ma al divertimento questo poco interessa: gli interessa, piuttosto, fomentare il giocatore che si erge, affiancato dai suoi compagni, contro un'orda di ratti, e quando ha finito di menare fendenti può osservare soddisfatto il suo operato, un tappeto di cadaveri ributtanti.

[caption id="attachment_147969" align="aligncenter" width="600"]Warhammer: End Times Vermintide screenshot Warhammer: End Times Vermintide - screenshot[/caption]

L'originalità che non trova nel gameplay il gioco la espone, sfacciatamente con orgoglio, nella direzione artistica, perché non tutti posso vantarsi di ricreare su schermo personaggi, edifici, mondi di chi l'immaginario visivo del fantasy moderno ha contribuito a crearlo, ovvero Games Workshop. La declina una tecnica non stupefacente, ma capace di regalare anche a PC non estremamente performanti un'azione sempre rapidissima e fluida. Andare per le varie zone di Ubersreik è quindi un tour nell'arte della compagnia britannica, e se ci abbiniamo l'intensità ed il divertimento derivato dallo sterminare Skaven potrebbe veramente desiderare altro il giocatore, specialmente quello amante del gioco di miniature dal quale tutto è nato? Decisamente no.

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