Recensione - Valiant Hearts: La Grande Guerra
Ubisoft ci accompagna in Valiant Hearts, una poetica rilettura della Prima Guerra Mondiale, ecco la nostra recensione
Eric Hobsbawm, Il Secolo Breve
28 giugno 1914. A Sarajevo è festa: i bambini non sono andati a scuola e ogni strada è bardata con cartelloni, fiori e bandiere. Francesco Ferdinando d'Asburgo Este, erede al trono dell'Impero Austro Ungarico sarà in città assieme alla moglie e, come futuri sovrani, renderanno omaggio ai simboli nazionali Serbo - Bosniaci. Si tratta di una visita di stato fondamentale: l'Austria - Ungheria è un gigante fragile, un calderone di regioni, lingue e culture che spaziano dal Trentino fino alle steppe transilvane, al confine con la Russia degli Zar. Francesco Ferdinando ha un compito non facile, placare i primi sussulti nazionalisti serbi e, al tempo stesso, cercare di garantire l'unità dei territori retti dall'acquila bicipite. Tuttavia, come spesso accade nei grandi tornanti della storia, non fu la grande politica a dettare il tempo di marcia ma le ben più caotiche pulsioni umane. Gavrilo Princip ha 24 anni, un passato di miseria e un futuro incerto: da qualche mese si era unito a un'organizzazione ultranazionalista, la Giovane Bosnia, sposando la causa della sua patria e covando un odio terribile per l'Austria, rea di aver sottomesso i popoli della penisola Jugoslava. Princip era una bomba pronta a esplodere, mancava solo l'innesto giusto. La scintilla arrivò insieme all'Arciduca Francesco Ferdinando: il gruppo nazionalista di cui il ragazzo faceva parte decise che era giunto il momento, Vienna avrebbe pagato e, sperabilmente, un gesto eclatante poteva sollevare le masse serbobosniache contro l'oppressore austriaco. Princip partecipò al corteo organizzato dalla corona e sparò due colpi, ferendo a morte l'Arciduca e la contessa Sofia, sua consorte. L'attentatore venne catturato quasi immediatamente ma le ripercussioni del suo gesto vibreranno in Europa per anni. L'Impero Austro Ungarico prese l'attentato come pretesto per dichiarare guerra Serbia, costringendo tutte le altre potenze a muoversi di conseguenza, determinando un effetto domino che poterà allo scontro totale.
Oggi, a quasi cento anni esatti dall'omicidio che cambiò per sempre il volto dell'Europa, Ubisoft ha pubblicato Valiant Hearts, un gioco che ripercorre quegli anni, gli anni delle trincee e della guerra chimica, gli anni della Prima Guerra Mondiale. L'azienda francese ha deciso di non farci vestire i panni di un grande generale, o di qualche eroe delle potenze Alleate, no, in Valiant Hearts interpreteremo personaggi normali, uomini e donne comuni che, loro malgrado si sono trovati in mezzo a un conflitto tremendo e doloroso, capace di spezzare l'anim
"Valiant Hearts è un prodotto che non sfigurerebbe in nessun percorso scolastico dedicato alla Prima Guerra Mondiale"o e il corpo di chi ha attraversato le trincee dell'Alsazia o i deserti della Palestina. Ubisoft, con grande intelligenza, ha affidato la realizzazione estetica di Valiant Hearts al motore UbiArt, ottenendo un risultato straordinario. Pur senza rinunciare alla crudezza di alcune scene, gli sviluppatori sono riusciti a raccontare la loro storia mantenendo una certa lievità, evitando che il peso drammatico diventasse troppo difficile da sostenere. In Valiant Hearts seguiremo le avventure di quattro personaggi che, per caso o per scelta, si troveranno a collaborare per uscire vivi dalla guerra. Il gioco è un ibrido fra puzzle e adventure e buona parte dei quadri si potranno superare solo combinando le caratteristiche di due personaggi agendo su leve, elementi mobili o vari tipi di ingranaggi: i puzzle ambientali sono tutti piuttosto semplici e, nonostante la relativa complessità di alcune ambientazioni, si riesce ad avanzare senza troppi patemi. Oltre ai momenti di rompicapo puro, Valiant Hearts propone anche sequenze più action in cui dovremo sconfiggere alcuni boss di fine livello o guidare un veicolo sotto le bombe. A tutto questo il gioco Ubisoft aggiunge pure un'interessante reparto "cartografico" con approfondimenti dedicati ai luoghi più famosi del primo conflitto mondiale, ai grandi della storia che vi hanno preso parte, e alla vita dell'epoca. Appare chiarissimo come l'intento di Ubisoft non sia solo ludico: Valiant Hearts è un prodotto che non sfigurerebbe in nessun percorso scolastico dedicato alla Prima Guerra Mondiale, anzi, riesce a insegnare e intrattenere senza mai indurre in particolari macabri o inutilmente complessi. Ubisoft, dunque, ha confezionato una piccola perla e conferma, dopo Rayman e Child of Light, l'estrema versatilità del suo motore tecnico, dimostrando come, per una volta, si possa raccontare la guerra senza superficialità, confezionando un gioco non straordinariamente complesso e difficile ma capace di farci capire meglio la storia da cui proveniamo.