Recensione - Trials Evolution - Sterrato & Follia

Condividi

Quote:

Trials Evolution, con tre anni di sviluppo alle spalle e un budget decisamente più sostanzioso non tradisce le aspettative, andando a ripescare lo spirito immediato e addictive dei grandi racing non simulativi di qualche anno fa

Recensito uno dei migliori "racing" arcade disponibile in esclusiva su Xbox 360

Sequel diretto di quel Trials HD che, nel 2009, infiammò tutti gli appasionati di giochi arcade, Trials Evolution, con tre anni di sviluppo alle spalle e un budget decisamente più sostanzioso non tradisce le aspettative, andando a ripescare lo spirito immediato e addictive dei grandi racing non simulativi di qualche anno fa, come l’indimenticato Motocross Madness o addirittura Excitebike di Nintendo.

Con Trials Evolution in ragazzi di RedLynx hanno deciso di non deviare dall’impianto classico del gioco, riproponendo la stessa formula del capitolo precedente. Dovremo dunque manovrare una moto da cross su percorsi via via più impegnativi, dosando frenate e accelerate, insieme al posizionamento del nostro pilota. Inutile dire che la fisica fa da padrona assoluta di tutti gli stage e si configura come vera e propria coprotagonista del titolo. Salti, evoluzioni e giri della morte totalmente inverosimili sono all’ordine del giorno, mentre si entra fin troppo facilmente nel tunnel dei perfect point per cui saremo invogliati a rifare centinaia di volte lo stesso tracciato pur di strappare qualche centesimo di secondo extra.  Una delle maggiori problematiche del primo Trials HD era la difficoltà, a fronte di stage iniziali abbastanza abbordabili, si concludeva con percorsi a metà fra il sadico e il folle, quasi impossibili da completare con riflessi e abilità umane. Gli sviluppatori, in questo nuovo episodio, hanno preso di petto il problema, senza però cedere a tentativi di semplificazione eccessiva, Trials Evolution, infatti, integra una serie di tutorial che guidano il giocatore nell’esplorazione delle manovre e dei tracciati più complessi, mentre per avanzare di livello è necessario raccogliere almeno un certo numero di medaglie; la progressione, dunque, si è fatta più morbida, eliminando i picchi di difficoltà del gioco precedente ma permettendo ai giocatori di arrivare più preparati ai livelli più impegnativi. Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, naturalmente, Trials Evolution da il meglio di sé in multiplayer, sia in locale che online. Per quanto riguarda la dimensione locale, facciamo grandi complimenti a RedLynx che permette di giocare fino a quattro player in contemporanea sulla stessa console, un’opzione che sembrava persa nelle nebbie dei tempi, schiacciata dal dominio dei vari servizi online. Naturalmente gli sviluppatori hanno messo a disposizione una buona dose di materiale sbloccabile, fra vestiti alternativi, moto sempre più potenti e nuovi piloti, mentre torna l’editor dei tracciati grazie al quale potremo sia scaricare nuove piste sia creare i nostri percorsi personalizzati. L’editor si padroneggia in poco tempo, nonostante gli ovvi limiti dati dall’uso del pad e non del mouse, e siamo certi che la community saprà stupirci in poco tempo, con tracciati sempre più fuori di testa. Concludendo, Trials Evolution si conferma come uno dei giochi più interessanti fra quelli presenti sul Marketplace e afferma ancora una volta come Microsoft stia puntando sempre più sulla sua piattaforma di digital delivery, riuscendo a tagliare su misura titoli come questo (e come Fez), capaci di attirare sia i giocatori core che il pubblico meno esigente. Tipologia di Gioco:

Trials Evolution è un racing arcade che ci mette alla guida di una moto da cross per accompagnarci su tracciati totalmente fuori di testa, dove la follia, lo sprezzo del pericolo e una gestione "creativa" delle leggi fisiche la fanno da padrone.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo completato la modalità principale di Trials Evolution in poco meno di quattro ore, senza tuttavia prendere i perfect score su tutti i tracciati. In multiplayer il titolo da il meglio di se e permette sfida e divertimento pressoché infiniti.

Continua a leggere su BadTaste