Recensione - Titan Souls

La nostra recensione di Titan Souls, l'action adventure nel quale esplorare un vasto mondo ed abbattere con una sola freccia i titani che lo abitano

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Uno degli aspetti più affascinanti dell’indie gaming, e più in generale della possibilità sempre maggiore che piccole produzioni hanno di vedere la luce, è che a realizzare i giochi indie di oggi spesso e volentieri sono i fan di ieri, coloro i quali sono cresciuti con capolavori più o meno conosciuti degli ultimi anni, che tentano di omaggiare nelle loro produzioni. È il caso di Titan Souls e di Acid Nerve, team britannico che creò il titolo in esame ad una game jam, per poi svilupparne una versione più estesa e compiuta che è quella in uscita. Oltre ad essere un evidente omaggio agli adventure della generazione a 16 bit, Titan Souls è dichiaratamente ispirato da due tra i giochi più importanti e i iconici degli ultimi anni, vale a dire Shadow of the Colossus e la serie Souls di From Software.

L’inizio dell’avventura è a dir poco minimalista; controlliamo un bambino catapultato in un mondo sconfinato, apparentemente senza un perché, visto che non ci sono né incipit né prologo a settare il tono della narrazione. Nei panni del nostro eroe senza nome saremo chiamati ad esplorare dunque un mondo realmente esteso, senza l’ausilio di una mappa, senza inizialmente capire cosa muove la nostra azione (ma tutto avrà un perché) e armati di un’unica, sola freccia. Cosi equipaggiati dovremo muoverci andando a caccia di titani, gigantesche creature che dovremo abbattere una dopo l’altra, per dare un senso alla nostra misteriosa ricerca. Niente sub-quest aggiuntive, niente incontri con miniboss o mostri di minori entità, ma solo una lunga e incessante ricerca dei titani da uccidere, dislocati lungo un mondo fatto di fitte foreste, vulcani attivi, ghiacciai e nevi perenni e altro ancora.

[caption id="attachment_141646" align="aligncenter" width="600"]Titan Souls screenshot Titan Souls- screenshot[/caption]

Come si può facilmente immaginar, e il nostro avatar è fragile e in costante pericolo; oltre ad avere una sola freccia infatti, moriremo non appena verremo anche solo sfiorati dal nemico, per resuscitare presso il più vicino punto di respawn, che funge anche da checkpoint, segnalando inoltre quanti titani da abbattere sono ancora presenti in zona. Per nostra fortuna però avremo dalla nostra un potere speciale, la possibilità, restando fermi, di richiamare a noi l’unica freccia in nostro possesso, che tornerà nella faretra mediante la pressione costante del tasto di attacco, rimanendo egualmente letale e pericolosa nel suo percorso a ritroso. Anche i titani sono meno forti di quanto possa sembrare, visto che dietro corazze e bardature apparentemente inattaccabili celano sempre e comunque un punto debole e scoperto, che se colpito una volta e una soltanto costerà loro la vita.

Non è difficile con una simile impostazione affermare che Titan Souls è per molti versi dunque un titolo estremo, uno di quei giochi che si amano o si odiano, lasciando tendenzialmente poco spazio alle vie di mezzo. Oltre a riproporre in salsa 16 bit, con visuale dall’alto a volo d’uccello, la particolarissima struttura di Shadow of the Colossus, Acid Nerve ha reso l’intera esperienza ancora più unica. riducendo all’osso gli elementi che compongono il combattimento e le condizioni di vittoria e sconfitta. Si va in battaglia con una sola freccia, si muore o si uccidone con un sol colpo nemici più grandi e pericolosi di noi. Neanche a dirlo, proprio come nella saga Souls, si muore spesso e volentieri, e anzi la morte è parte formativa e fondamentale dell’esperienza di gioco, visto che la mancanza di tutorial, suggerimenti o altro lasciano il giocatore alla sua capacità di improvvisare e ragionare sotto pressione. Proprio in tal senso va dato atto a Titan Souls di mostrare una sua forte personalità, che va aldilà delle sue fonti di ispirazione.

[caption id="attachment_141648" align="aligncenter" width="600"]Titan Souls screenshot Titan Souls - screenshot[/caption]

Rispetto ai titoli da cui attinge infatti, il gameplay è meno ragionato e più frenetico, se l’abbattere i giganti in Shadow of the Colossus era spesso e volentieri un esercizio strategico affine al puzzle gaming, in cui scoprire il punto debole del nemico era condizione da sola quasi sufficiente a determinare la vittoria, in Titan Souls oltre a ragionare su dove colpire, e come, è necessario un alto livello di destrezza e velocità: il timing dell’azione è semplicemente fondamentale, ed oltre a sapere dove colpire è necessario quindi farlo esattamente al momento giusto, anche perché se il colpo non va a segno bisognerà recuperare la freccia, passandoci sopra mentre si è disarmati, o richiamandola a noi, esponendoci però alla brutalità dei titani.

"in Titan Souls oltre a ragionare su dove colpire, e come, è necessario un alto livello di destrezza e velocità"

Il lavoro fatto da Acid Nerve in termini di game design è davvero mirabile, i combattimenti coi titani sono un trionfo di azione e strategia, divertentissimi e appaganti, possono durare diversi minuti o pochi secondi, e non sono mai frustranti, nonostante le innumerevoli morti che dovrete affrontare. E' però importante evidenziare (anche grazie a degli achievements davvero ben pensati) la natura per certi versi arcade di Titan Souls; è assai probabile che finire il gioco non vi basterà, dato che la rigiocabilità è davvero elevata, grazie al counter totale delle morti, che spinge a replicare l’esperienza migliorando il proprio record, ed alle tante possibilità di uccisione dei titani, che prima di morire possono essere spogliati di alcune delle loro componenti, abbattuti anche in maniera particolare, quella suggerita dagli achievements. Ciò costituisce una sfida aggiuntiva davvero riuscita, e che dà ulteriore spessore al titolo.

[caption id="attachment_141647" align="aligncenter" width="600"]Titan Souls screenshot Titan Souls - screenshot[/caption]

Impossibile concludere la review senza parlare della direzione artistica del titolo, che pur aderendo al “manifesto” pixel art, che ormai poco sorprende, spicca per le splendide locazioni, ispiratissime nel fondere elementi naturali e ambientali a strutture architettonicamente maestose, visto che spesso e volentieri i titani si nascondono all’interni di templi, palazzi e mausolei che lasciano senza fiato. Ancora più riuscito forse l’accompagnamento sonoro, malinconico e sognante e capace di esaltare la natura solitaria e intimista dell’avventura, anche grazie a degli opportuni silenzi, in cui il sonoro lascia lo spazio a rumori ambientali, come il vento, esattamente nel momento in cui è giusto che la musica si faccia da parte. In conclusione, Titan Souls è un titolo troppo particolare per essere consigliato o sconsigliato tout court, l’unicità dell’esperienza proposta impone forse una certa istintività nella scelta, ma è senza ombra di dubbio un titolo riuscito e ben congegnato, che non si limita ad essere pigramente ammiccante nel richiamare certe atmosfere e nel vendersi come “esperienza videoludica”, ma mette tanta carne al fuoco quando si impugna il pad.

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