Recensione - The Walking Dead - Starved for Help

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Con questo secondo episodio, i ragazzi di Telltale espandono le molte possibilità narrative offerte dal brand

Recensito il secondo episodio dell'avventura grafica firmata Telltale

Dopo aver esordito brillantemente con un primo episodio quasi perfetto nei ritmi e nella narrazione, Telltale Games torna all’opera con The Walking Dead – Starved for Help, secondo dei cinque capitoli previsti per l’avventura grafica ispirata, lo ricordiamo, direttamente al fumetto (e non alla serie TV di AMC). Sebbene i controlli, le meccaniche di gameplay e lo stile grafico rimangano del tutto invariati (per un giudizio su di essi, vi consigliamo la lettura della recensione di A New Day, il capostipite), questo nuovo episodio cambia leggermente le carte in tavola. Dopo l’enfasi sui non morti e sulla leadership del gruppo che dominavano l’esordio, la sceneggiatura vira marcatamente sul dramma umano.

Proprio come spesso accade nel fumetto, in questo secondo movimento gli zombie diventano un mero pretesto per affrontare problematiche decisamente terrene, nello specifico cosa si è disposti a fare pur di sopravvivere. Il protagonista Lee Everett e il gruppo di sopravvissuti già incontrato nel predecessore si trovano ad affrontare il problema della scarsità di cibo, costretti ad abbandonare il temporaneo rifugio costituito dal motel. Una serie di coincidenze li porta a trovare una potenziale isola felice, costituita da una fattoria che ai fan del fumetto e della serie TV non potrà non ricordare quella di Hershel. Non a caso, anche questo rifugio nasconde un terribile segreto, destinato a complicare ulteriormente la delicata situazione del gruppo, equilibri interni compresi.

Sembra infatti che i ragazzi di Telltale stiano preparando il terreno per un’importante decisione ventura, ossia a chi affidare la leadership del gruppo tra i due principali contendenti. Tuttavia, questi processi decisionali, suggeriti a più riprese durante lo svolgimento, fanno solo da sfondo a una serie di rivelazioni condite con abbondanti dosi di suspance, come sempre molto ben costruita. Ancora una volta ci si troverà a decidere della vita e della morte di diversi personaggi, a completare semplici puzzle ambientali e brevi quick time event. La finzione regge e convince grazie soprattutto all’ottima qualità dello script, con particolare enfasi sui dialoghi, con scambi di battute realistici, e soprattutto la possibilità di scegliere tra risposte multiple tra loro molto differenti, ognuna col suo impatto sul rapporto con i comprimari, e, soprattutto sull’andamento della trama.

Gli ultimi minuti di gioco contengono infine una piccola rivelazione che promette nuova suspance e nuovi colpi di scena nel capitolo a venire, Long Road Ahead, in uscita a breve. Con questo secondo episodio, i ragazzi di Telltale espandono le molte possibilità narrative offerte dal brand, sempre mantenendo una totale aderenza ai temi e all’atmosfera originale, confermando l’ottima qualità dell’opera nel suo complesso. La speranza è che anche i prossimi capitoli siano in grado di mantenere questo notevole livello qualitativo, rimanete con noi per scoprirlo. 

Tipologia di Gioco:

The Walking Dead è un'avventura grafica ispirata all'omonimo fumetto (non alla serie TV), ma non ne segue gli avvenimenti, proponendo una storyline antecedente alle avventure di Rick Grimes e compagni. Il gameplay aderisce a quello tipico delle avventure grafiche moderne, con un'interattività bassa ma accentuata durante le sequenze d'azione, e una forte propensione al dialogo e all'importanza delle scelte.

Come è Stato Giocato:

Anche questo episodio, come il predecessore, presenta una durata di circa tre ore, e un ottimo fattore rigiocabilità, se si considerano le molte scelte determinanti per il prosieguo della vicenda.

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