Recensione - The Legend of Zelda: Tri Force Heroes
Link si fa in tre per salvare la principessa di turno: la recensione di The Legend of Zelda: Tri Force Heroes
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Eppure, l’hype è immediatamente scemato non appena abbiamo compreso che Tri Force Heroes di The Legend of Zelda, in realtà, avrebbe avuto ben poco. Sì, perché non bastano bombe, frecce e tuniche verdi per rendere un qualsiasi gioco meritevole di rappresentare la leggenda videoludica più appassionante di sempre. Non per chi scrive, quantomeno. Certamente non dopo i tre sciagurati episodi pubblicati su Philips CD-i. Vale comunque la pena indulgere su quest’oltraggio, su quest’irrispettosa eresia, per godersi quanto di buono ha da offrire questa variazione sul tema perché, al di là del fastidio provato nel vedere Link sbeffeggiato da una fashion blogger ante litteram, c’è più di un buon motivo per farlo, nonostante, probabilmente per “colpa” di NX, sia evidente che abbiamo di fronte una produzione sviluppata con poco tempo a disposizione e con un budget relativamente ristrettissimo.
Il primo ostacolo che il fan di Zelda dovrà superare è la totale assenza di una trama degna di questo nome. Premesse e timidi sviluppi successivi del plot, sono al totale servizio delle meccaniche ludiche su cui si poggia la produzione. Nello specifico, in un regno lontano da Hyrule, in cui non c’è nulla di più cool che vestire alla moda, una strega malefica ha sottratto alla Principessa tutti i suoi abiti più sgargianti, costringendola, tramite sortilegio, ad indossare un’insipida calzamaglia nera. Ciò ha causato inevitabilmente terrore e sgomento tra i sudditi che ora temono per l’incolumità del loro stile. Toccherà ad un prode eroe, solo vagamente somigliante a Link, unirsi ad altri due impavidi per affrontare l’acerrima nemica cercandola in lungo e largo nella Terra dei Mostri. Tutto qui. Nessuna spada magica, spirito da risvegliare, né nemico realmente credibile da abbattere.
[caption id="attachment_147606" align="aligncenter" width="508"] Ogni livello può essere rigiocato con eventuali handicap e restrizioni che renderanno la vita più difficile ai tre Link, ma che metteranno in palio ricompense ben più ricche.[/caption]
Ad inspessire il gameplay ci pensano i molteplici costumi che potrete confezionare collezionando gli item che otterrete sconfiggendo nemici, acquistandoli direttamente nei negozi o ricevendoli come premio al termine di ciascuno scenario. Oltre a cambiare le fattezze di Link (chiamiamolo così), ogni abito dona abilità specifiche all’avatar. Scagliare tre frecce contemporaneamente, aumentare la potenza delle bombe, nuotare nella lava, sono alcuni dei poteri di cui godrete con la tunica giusta. Non si tratta in nessun caso di abilità imprescindibili per completare un livello, ne avrebbe sofferto a dismisura l’accessibilità altrimenti, ma va da sé che quando il gioco si farà duro, poter godere di qualche power-up renderà le cose ben più abbordabili.
"In fin dei conti, insomma, ce la si gode alla grande, a patto di avere la compagnia giusta"In fin dei conti, insomma, ce la si gode alla grande, a patto di avere la compagnia giusta. Con un team abbastanza affiatato ci si diverte, si risolvono enigmi e battaglie velocemente, ci si lascia sorprendere di continuo da un level design generoso di nuove sfide e meccaniche che arricchiscono e complicano i livelli con il giusto ritmo. Come se non bastasse, alcuni scontri con i boss sono semplicemente spettacolari, adrenalinici, strepitosi per il modo con cui sanno amalgamare e somministrare le giuste dosi di azione e strategia.
[caption id="attachment_147607" align="aligncenter" width="508"] Come di consueto, purtroppo, online niente chat vocale. Una serie di emoticon riescono sorprendentemente nel compito di aiutare la comunicazione tra i giocatori, ma in certi casi il caos è inevitabile.[/caption]
Il risvolto della medaglia è ovviamente il single player: ripiego poco ispirato per chi proprio non riesce, per un motivo o per l’altro, a trovare altri due compagni d’armi. Il lavoro svolto in questa direzione è concettualmente lodevole, visto che gli enigmi sono stati completamente ridisegnati e adattati, ma non basta: da soli, Tri Force Heroes diventa spesso noioso, ridondante, soporifero. Come nel multiplayer, gli eroi coinvolti sono sempre tre, ma il solo utente deve alternarne il controllo continuamente sia quando si tratta di attaccare i nemici, sia quando si deve semplicemente ed unicamente di raggiungere l’uscita del livello.
The Legend of Zelda: Tri Force Heroes paga lo scotto, sul campo prettamente filosofico e idealistico, di non essere un vero Zelda. Tuttavia è innegabilmente un divertente spin-off dalle modeste ambizioni. Vive di momenti altissimi, in certi livelli, contro certi boss, con certi alleati, ma dall’altra parte mette in luce tutti i limiti di un progetto evidentemente nato in fretta e furia per controbilanciare una stagione autunnale altrimenti priva di uscite altisonanti. Ciò è ben evidente nel level design spesso ingessato, che ripropone situazioni già viste per quanto azzeccate e divertenti, e in un single player che dovendosi adattare a meccaniche non proprie, finisce per appesantirsi. Divertente e curatissimo anche sull’aspetto grafico, è sfortunatamente ben lontano dal rappresentare un grande esponente della saga e del genere di riferimento.