Recensione - The Evil Within - The Executioner

Il terzo DLC di The Evil Within, The Executioner, ribalta le prospettive: la nostra recensione

Condividi

Come tutte le storie anche quella più recente ideata dal genio dell’horror Shinji Mikami sta ormai per volgere al termine: The Executioner è l’ultimo di tre DLC pensati per The Evil Within, e porta questa volta il giocatore a vestire i panni del misterioso Custode, lugubre e terrificante figura ricorrente all’interno dell’avventura principale. I due precedenti contenuti scaricabili si erano rivelati particolarmente riusciti, grazie ad un gameplay intrigante e all’ottima caratterizzazione dell’affascinante agente Juli Kidman, tanto che il cambio di rotta intrapreso da questo terza contenuto aggiuntivo ha sollevato in noi più di qualche perplessità. Riuscirà il Custode ad avere lo stesso appeal sull’utenza dei due precedenti protagonisti?

La trama che farà da sfondo a questa vicenda è tanto semplice quanto essenziale: il Custode è in realtà una persona in carne ed ossa, connessasi allo STEM, il cui obiettivo ultimo è salvare la propria figlia, la cui mente sta per essere sopraffatta da quelle degli altri pazienti collegati al macchinario. L’unica soluzione possibile è  quella di uccidere gli altri utenti, interpretando quindi la parte del vero e proprio cattivo. Durante questa caccia all’uomo sarà possibile poi raccogliere anche documenti di vario tipo, che sveleranno ulteriori retroscena sulle vicende principali di The Evil Within, anche se, in fin dei conti, ciò che succede effettivamente a schermo non riesce ad essere intrigante e magnetico, come invece accaduto per i precedenti contenuti.

[caption id="attachment_144374" align="aligncenter" width="600"]The Evil Within The Executioner screenshot The Evil Within - The Executioner - screenshot[/caption]

Superato il trauma legato all’interpretare uno dei cattivi più letali del gioco è ora il momento di affrontare un’altro shock: il cambio di rotta relativo al gameplay. Dopo le dinamiche action stealth dell’avventura principale, per questo terzo DLC il team di sviluppo ha scelto di adottare una visuale in prima persona, e dotare il personaggio di armi bianche e trappole, con le quali eliminare i nemici. Queste armi potranno essere sbloccate e successivamente acquistate in un apposito negozio interno al gioco, e per farlo sarà necessaria una specifica moneta, il liquido cerebrospinale visto in precedenza, ottenibile dalle varie uccisioni o dagli oggetti sparsi per le location. Nonostante la varietà delle armi sia discretamente ampia per un DLC tutte sono accomunate da una certa lentezza e pesantezza nell’utilizzo, date per lo più dalle caratteristiche fisiche del Custode, che ricordiamo essere un enorme omone, abbastanza goffo nei movimenti. L’enfasi a questo punto è palese essersi spostata sull’azione dura e pura, riducendo all’osso l’esplorazione, elemento invece abbastanza costante sia dell’avventura principale che dei due contenuti scaricabili precedenti. Questo porta ad un conseguente appiattimento dell’offerta ludica di The Executioner, che purtroppo non riesce a coinvolgere e soddisfare nella giusta maniera.

"L’enfasi è palese essersi spostata sull’azione dura e pura, riducendo all’osso l’esplorazione"

A rincarare la dose ci pensa poi il comparto tecnico, decisamente sottotono rispetto alla produzione principale. Le texture di cui il DLC fa sfoggio sono tutt’altro che impressionanti, complice probabilmente la visuale in prima persona che accentua ed evidenzia le varie imperfezioni e carenze grafiche. Ciò che invece non tradisce è la parte sonora del prodotto, sempre di altissima qualità ed estremamente azzeccata in ogni situazione.

[caption id="attachment_144375" align="aligncenter" width="600"]The Evil Within The Executioner screenshot The Evil Within - The Executioner - screenshot[/caption]

The Evil Within: The Executioner rappresenta un mezzo passo falso dopo gli ottimi The Assignment e The Consequence, uno scivolone che chiude in malo modo l’arco narrativo del comunque intrigante horror game di Shinji Mikami. L’idea di interpretare per una volta un cattivo è assai intrigante, il tutto però doveva essere decisamente meglio sviluppato ed approfondito, soprattutto dal punto di vista del gameplay, che risulta invece blando e a tratti ripetitivo.

Continua a leggere su BadTaste