Recensione - The Banner Saga - Ritorno alle origini

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Stoic non ha mai fatto mistero di voler recuperare la grande tradizione strategica occidentale, costruendo un gioco che fa della fedeltà al canone il suo punto di maggior forza

Stoic arriva su Steam con la sua avventura norrena, fra tradizione e innovazione...

Gennaio 2014, con l'arrivo di The Banner Saga e Broken Age, segna il primo vero banco di prova per Kickstarter, la nuova mecca degli sviluppatori (famosi e non) che non vogliono piegarsi alle regole e ai dettami dello studio system. Stoic, una piccola casa indipendente fondata da due ex Bioware un paio di anni fa aveva un obiettivo semplice - almeno a parole - rifondare i giochi di ruolo strategici all’occidentale. Dopo uno sviluppo piuttosto travagliato e mesi di beta puubblica, The Banner Saga è finalmente uscito su Steam e, pur non mantenendo tutte le promesse, riesce a strappare un sorriso di gioia a tutti i fan di un gaming forse inattuale ma non superato.

Appena avviato The Banner Saga, la prima cosa che salta all’occhio è la cura per il dettaglio estetico. I ragazzi di Stoic, evidentemente cresciuti con i classici cinematografici Disney e i JRPG su SNES e Mega Drive hanno ricostruito un mondo norreno di straordinaria potenza, fantasioso ed evocativo, fatto di alberi affusolati, tetti di paglia, montagne e dolci colline. La vicenda narrata, almeno sulle prime, è piuttosto semplice: nei panni di un capovillaggio umano saremo costretti ad abbandonare le nostre terre dopo l’attacco dei terribili Dredge, esseri demoniaci da tempo dimenticati e, almeno apparentemente, sconfitti; grazie all’aiuto di alcuni Varl, strani ibridi fra animali mitologici ed esseri umani, riusciremo ad arrivare alla capitale del regno, solo per scoprire che già migliaia di altri coloni sono dovuti fuggire a causa dei Dredge. Inutile dire che questo è solo l’incipit dell’avventura: The Banner Saga mischia le atmosfere del Trono di Spade con le classiche “scelte morali” tipiche dei giochi di Bioware (dove, ricordiamolo, gli sviluppatori hanno lavorato per anni), costruendo una trama avvicente e sorprendentemente lunga.

Dal punto di vista del gameplay, Stoic non ha mai fatto mistero di voler recuperare la grande tradizione strategica occidentale, costruendo un gioco che fa della fedeltà al canone il suo punto di maggior forza: tutti gli scontri avvengono a turni, con la possibilità di posizionare (prima dell’inizio della battaglia) i nostri eroi nel modo che preferiamo. Gli scontri andranno gestiti tenendo sott’occhio, principalmente, l’indicatore della vita residua e quello dell’armatura, con un particolare distintivo: più un personaggio sarà debole, infatti, più anche i suoi attacchi risulteranno meno efficaci. Un’aggiunta “realistica” che aumenta ulteriormente la dimensione strategica degli scontri. Peccato solo che Stoic, in maniera francamente incomprensibile, abbia deciso di non inserire alcun bonus/malus legato al terreno, come la possibilità di usare coperture o punti rialzati, così come effetti atmosferici o consistenza del campo di battaglia.

Nonostante queste mancanze, The Banner Saga risulta, in ogni caso, molto godibile, soprattutto per i fan di un gaming forse non troppo semplice da dominare, ma capace di dare comunque enormi soddisfazioni. Forse una piccola limatura al livello di difficoltà avrebbe convinto qualche giocatore in più a lanciarsi nell’avventura degli stendardi, tuttavia non possiamo biasimare Stoic per aver dato la precedenza ai giocatori hardcore che, peraltro, sono quelli che hanno partecipato alla campagna di finanziamento su Kickstarter.

Oltre alla componente di combattimento, The Banner Saga propone anche una sorta di microgestione dei propri personaggi: nei nostri viaggi, infatti, dovremo sempre preoccuparci di avere la giusta quantità di cibo e del morale di chi ci sta seguendo, evitando tragitti troppo lunghi, pericoli inutili o decisioni irruente. Nonostante questa componente del gioco sia chiaramente meno sviluppata del lato dei combattimenti risulta comunque un’aggiunta gradevole che, senza complicare troppo le cose, aggiunge una maggiore profondità all’intera esperienza di gioco.

In definitiva The Banner Saga fa ciò che aveva promesso, recupera un genere dimenticato e lo rende digeribile al pubblico moderno senza mortificarlo o renderlo troppo semplice; rimangono comunque alcune asperità impossibili da nascondere e, per questo motivo, nonostate tutte le sue qualità, il gioco di Stoic rimane un prodotto di nicchia, capace di soddisfare palati piuttosto fini ma difficile da comprendere per chi è nato videoludicamente con Playstation e Xbox.

Tipologia di Gioco:

The Banner Saga è un gioco di ruolo strategico ispirato alle avventure degli anni '80 e '90. Basato sulla mitologia norrena, il titolo ci farà scontrare con alcune divinità abbastanza arrabbiate, alla scoperta di un grande e misterioso segreto.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco grazie a un codice Steam gentilmente fornitoci dagli sviluppatori, per scrivere questa recensione abbiamo completato l'avventura principale.

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