Recensione - La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor
La nostra recensione de La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor
I amar prestar aen. Il mondo è cambiato. Han mathon ne nen. Lo sento nell'acqua. Han mathon ne chae. Lo sento nella terra. A han noston ned 'wilith. Lo avverto nell'aria. Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda.
Nei panni di Talion, un ranger di Gondor incaricato di tenere sotto controllo il Nero Cancello, ci imbarcheremo in un lunghissimo viaggio, esplorando Mordor e alcune delle località più iconiche della saga, come il Monte Fato, incontrando, fra gli altri, Gollum e alcuni comandanti dell’esercito di Sauron. Monolith Productions ha lavorato insieme a Peter Jackson, a Weta e alla Fondazione che gestisce i diritti d’autore di Tolkien per creare un mondo che, seppur non canonico, fosse coerente con l’universo immaginato dal professore inglese. Il risultato è piuttosto interessante: Talion è un personaggio sfaccettato e interessante, mentre le chicche nascoste all’interno del gioco faranno la felicità dei fan più appassionati. Se per quanto riguarda l’ambientazione tutto funziona al meglio, una volta preso in mano il pad La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor offre sensazioni contrastanti. Il gioco si ispira chiaramente alla serie di Arkham (per quanto riguarda i combattimenti) e ad Assassin’s Creed (per l’esplorazione dell’ambiente) ma, in un certo modo, riesce a superare entrambi, creando
"Talion non è un semplice killer di orchi e L’Ombra di Mordor non è strutturato in maniera classica"Dal punto di vista tecnico La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor si difende molto bene, su PC (con settaggi al massimo) il regno dell’Oscuro Signore appare pieno di dettagli e affascinante, mentre su Playstation 4 e Xbox One si difende molto bene, regalando agli appassionati uno scorcio della Terra di Mezzo inedito. Forse gli sviluppatori avrebbero potuto osare qualcosa di più con le ambientazioni e con alcuni paesaggi, magari prendendo spunto dall’ottimo lavoro fatto da Peter Jackson sui film tuttavia architetture troppo complesse mal si sarebbero adattate alla desolazione del Gorgoroth. Nel complesso, dunque, La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor è un titolo al tempo stesso furbo e interessante: furbo perché riesce a copincollare le meccaniche di alcuni mostri sacri della scorsa generazione senza apparire un mero clone, interessante perché con il Sistema Nemesi e la trama riesce a costruire un’epica interna alla Terra di Mezzo coerente con le opere originali ma quasi del tutto originale.
Buona la prima dunque, sperando che L’Ombra di Mordor sia solo il primo di una lunga serie di bei videogiochi basati sul mondo creato dal professor Tolkien.