Recensione - Street Fighter X Tekken - Gli opposti si attraggono

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l’inedito crossover proposto da Street Fighter X Tekken cerca di unire il meglio delle due strade seguite da Ono, shakerando il tutto con un po’ di classica follia giapponese

Recensito il cross over sperimentale di Capcom/Namco

Con Street Figther IV (e i suoi vari derivati), Capcom è riuscita in un’impresa che molti davano per impossibile, se non addirittura folle: portare i picchiaduro bidimensionali al centro dell’arena videoludica moderna, rinvigorendo un genere che - ormai - sembrava destinato a una piccola cerchia di amatori fanatici del retrogaming.Yoshinori Ono e il suo team, invece, sono stati capaci di rendere il tecnicismo di Ryu, Ken e soci un punto di forza anziché di debolezza, rendendo la quarta iterazione si SF uno dei più riusciti esempi di beat em up di tutti i tempi, i cui epigoni andrebbero ricercati nell’epoca d’oro di fine anni ‘80. Successivamente, con Marvel vs. Capcom 3, gli sviluppatori hanno approfondito l’altro lato dei picchiaduro, quello più caciarone e meno impegnativo, dove alla ricerca della miglior mossa possibile, si sostituiscono prontezza di riflessi e un pizzico di fortuna.  Oggi, l’inedito crossover proposto da Street Fighter X Tekken cerca di unire il meglio delle due strade seguite da Ono, shakerando il tutto con un po’ di classica follia giapponese per cui anche Namco si è prestata a un progetto abbastanza ambizioso. SFxT, infatti, è stato sviluppato interamente da Capcom e, naturalmente, i personaggi di Tekken hanno subito un deciso adattamento in termini di combat system, allo stesso modo, quando nel corso del 2013 arriverà sugli scaffali Tekken X Street Fighter, attualmente in sviluppo da Namco Bandai, saranno i personaggi di SF a venir adattati al gameplay tridimensionale.Insomma, l’ambizione c’è tutta e, almeno per il momento le promesse sembrano venir mantenute, dato che SFxT è, almeno per ora, il miglior picchiaduro mai arrivato su Xbox 360 e Playstation 3. Lasciando perdere le premesse narrative - come sempre pressoché nulle - andiamo a concentrarci subito sul cuore del gioco, ovvero il gameplay: SFxT, come già avveniva in Marvel vs Capcom, si basa interamente sul sistema di tag team, per cui controlleremo tre personaggi che potranno darsi il cambio in battaglia. Rispetto al gioco precedente, però, non dovremo più sconfiggere tutti i nemici per poter vincere il match ma, un po’ come avveniva in Tekken Tag Tournament su Playstation 2, basterà mettere KO un avversario per ottenere la vittoria. Da un lato questa scelta rende gli incontri più corti, dall’altro però aumenta decisamente la qualità tecnica dello scontro in quanto saremo meno spinti a una tattica troppo aggressiva, in quanto un paio di combo ben piazzate possono, da sole, metterci in una situazione abbastanza difficile. Il layout dei comandi riprende di peso quello a sei bottoni di SFIV, usando i tasti frontali per pugni forti/deboli e calci forti/deboli, mentre i dorsali servono a inserire i vari modificatori. Sulle prime i fan di Tekken (basato invece su un layout a quattro bottoni), si sentiranno persi ma, essendo il gioco interamente bidimensionale, la scelta di Capcom è giusta e coerente, calcolando soprattutto che, di certo, nel futuro Tekken X Street Fighter, verrà usato il modello classico del picchiaduro Namco.Il gameplay di base, dunque non si discosta troppo da quello dei predecessori, permettendo sia ai giocatori pro che ai nuovi appassionati di trovare abbastanza facilmente la propria cifra ludica, senza doversi scontrare subito con una curva d’apprendimento troppo ripida. In aggiunta a questo, però Capcom ha deciso di introdurre due nuove caratteristiche, destinate a far molto discutere soprattutto i fan di vecchia data, ovvero il sistema delle gemme e il pandora mode.Il primo rappresenta la risposta dei picchiaduro agli skill tree degli RPG e degli action/adventure, ovvero uno schema (molto semplificato, quasi ridotto all’osso) con cui potremo potenziare alcuni attributi dei nostri lottatori prediletti. Avremo infatti a disposizione tre slot e una serie piuttosto ampia di pietre, ognuna dedicata al miglioramento di alcune caratteristiche, come la velocità, la potenza, l’energia o la forza delle combo. Tuttavia le gemme non saranno sempre attive ma si accenderanno in automatico nel momento in cui avremo soddifatto determinati requisiti (come l’aver messo a segno un certo numero di colpi, aver usato determinate mosse speciali, o avere meno o più di un tot d’energia). All’inizio questo sistema fa storcere il naso, soprattutto a chi predica la purezza totale dei picchiaduro, uno dei pochissimi generi videoludici in cui le skill e l’abilità dei giocatori sono una discriminante davvero fondamentale; dopo averlo esplorato un po’, però, si capisce che il gem system non rende gli scontri più caotici ma, anzi, permette proprio ai player più esperti di sperimentare nuove strategie.Il pandora mode, invece, è pensato come una sorta di all in pokeristico. Potremo attivare questa modalità solo quando il nostro lottatore rimarrà con meno del 25% di energia e, una volta premuto il pulsante, avremo a disposizione un tempo limite per mettere KO l’avversario, se non ci riusciremo perderemo il match in automatico. Naturalmente andando “in pandora”, diventeremo più forti e avremo a disposizione energia quasi infinita, tuttavia un giocatore esperto troverà abbastanza facilmente il modo di sopravvivere, rendendo l’uso di questa modalità l’ultimissima risorsa qualora volessimo tentare di ribaltare l’esito di uno scontro che sta andando malissimo.Anche qui si potrebbe parlare di un cedimento al casual gaming, tuttavia, il fatto che l’uso del pandora mode, se fallimentare, porta alla sconfitta automatica, fa capire subito come Capcom non voglia che si abusi di questo sistema. Dal punto di vista tecnico Street Fighter X Tekken usa l’ottimo engine di SFIV e MvC 3, ulteriormente ripulito e ottimizzato. I personaggi di SF sono ottimi come sempre e la trasformazione dei vari lottatori di Tekken è riuscita molto bene, non facendo rimpiangere per nulla la grafica poligonale “realistica” della serie principale. Anche online, rimangono tutti i pregi e i difetti del gioco originale, il netcode è pulitissimo e causa pochi rallentamenti e ancor meno disconnessioni, tuttavia, come sempre, la competizione sul Live o sul PSN richiede una padronanza del gioco e delle tecniche che, molto probabilmente, scoraggerà gran parte dei giocatori meno allenati. Tipologia di Gioco:

Street Fighter X Tekken è un picchiaduro bidimensionale che mette in competizione le due saghe storiche del genere, prendendone tutti i punti di forza e di debolezza. Parlare di longevità in questo caso non ha senso, dato che la durata di un titolo del genere è direttamente correlata alla volontà del giocatore e al suo interesse per l'online e il multiplayer. Rispetto a Street Fighter IV, tuttavia, SFxT recupera il sistema di tag combat direttamente da Tekken Tag Tournament e propone un approccio al gioco mediato dal gem system (un modo innovativo per migliorare le skill dei nostri lottatori) e dal pandora mode.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo testato il gioco grazie a una copia di review speditaci da Halifax, per scrivere questo pezzo abbiamo completato più volte l'arcade mode, sbloccando i personaggi extra disponibili e giocato alcune ore online, sia contro avversari europei che orientali.

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