Recensione - State of Decay: Year-One Survival Edition
La nostra recensione di State of Decay: Year-One Survival Edition, l'edizione esclusiva per Xbox One del titolo a base di zombi
Questa nuova edizione del gioco, denominata State of Decay: Year-One Survival Edition, oltre a integrare tutti i DLC (Breakdown e Lifeline), propone un comparto tecnico leggermente migliorato, con texture più definite e un orizzonte visivo che può beneficiare della perfezione dei 1080p. State of Decay, però, non si basava sulla mera estetica: gli sviluppatori avevano infatti lavorato per creare un “simulatore di apocalisse zombie” che fosse al tempo stesso divertente e plausibile, evitando le dinamiche classiche degli action, senza però perdersi in eccessi narrativi. Il risultato fu un mondo open world liberamente esplorabile, con decine di personaggi da incontrare e i più svariati mezzi di sopravvivenza. Per sopravvivere alle orde di non morti siamo così costretti a fare gioco di squadra, costruendo un gruppo di avventurieri affiatato e completo dove ognuno sa cosa fare e quando farlo.
In questo senso State of Decay: Year-One Survival Edition offre una serie di opzioni abbastanza interessanti, permettendoci di variare l’equipaggio dei nostri compagni e spiegandoci quali sono i tratti salienti (se fossimo in un gdr diremmo le skill) di ognuno: un cacciatore sarà più abile nell’uso delle armi da fuoco mentre un imbianchino, magari, saprà come aiutarci nella costruzione di nuove aree della nostra base. Oltre a tutto questo i ragazzi di Undead Labs hanno voluto ispirarsi a una delle caratteristiche più amate/odiate di XCOM, ovvero la morte permanente dei membri della squadra. Se saremo troppo avventati - o se le cose si metteranno improvvisamente male - potrebbe capitare che un compagno ci lasci le penne o, peggio ancora, di assistere impotenti allo scotennamento del nostro protagonista. Quando ciò avviene il gioco non propone il classico game over, ma trasforma un altro personaggio nell’eroe della vicenda. Questo ovviamente significa perdere tutte le caratteristiche che avevamo accumulato, nonché buona parte dell’equipaggiamento, a meno di non tentare rischiosi recuperi magari in una casa piena di non morti. Questo approccio, senza rendere il titolo troppo frustrante, costringe il giocare a ragionare leggermente di più rispetto alla media dei free roaming e ci fa sentire davvero partecipi delle vicende di ognuno dei nostri personaggi.
"il sistema di combattimento non gode di una programmazione delle collisioni troppo rifinita e, spesso, ci troveremo davanti ad animazioni legnose o attacchi che non vanno a segno"[caption id="attachment_142049" align="aligncenter" width="600"] State of Decay: Year-One Survival Edition - screenshot[/caption]
La sensazione è che Undead Studios abbia lavorato molto bene sul fronte dell’ambientazione e per quanto riguarda la componente ruolistica più marcata, ma abbia quasi trascurato le basi più banali di qualsiasi free roaming, ovvero i movimenti dei personaggi e la reattività nei combattimenti. Il risultato finale è un gioco ottimo a metà, capace di regalare ore di divertimento ma afflitto da bug e imperfezioni che non ci aspetteremmo da un titolo così curato nelle altre componenti.
Nel complesso State of Decay: Year-One Survival Edition rappresenta un’ottima occasione per (ri)giocare uno dei migliori titoli a base di zombie degli ultimi anni. Certo, non si tratta di un acquisto imprescindibile, ma chi non ha avuto occasione di provare i due DLC o chi si perse State of Decay nel 2013 ora può rimediare alla mancanza senza troppi patemi. In ogni caso il gioco rimane più che godibile, e getta un’ottima luce sui futuri progetti di Undead Studios.