Recensione: Star Trek Masterworks collection, il Blu-Ray Disc

L'edizione Masterworks Collection di Star Trek di J.J. Abrams, a parte una confezione accattivante, propone il solo disco del film con pochi extra...

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Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p, 2.40:1

  • Audio:

    • 5.1 Dolby Digital: Italiano Francese Spagnolo Tedesco

    • 5.1 Dolby TrueHD: Inglese

  • Sottotitoli: Spagnolo Tedesco Francese Olandese Italiano Inglese Inglese NU Finlandese Svedese Danese Norvegese

  • 1 disco 50gb

  • Region free

  • Amaray

  • BD Live

  • Prodotto da Paramount, distribuito da Universal.

  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT, DE, UK, FR, NL e SP.

Film

Anno 2258. James Tiberius Kirk è un giovane cadetto della Flotta Stellare al terzo anno di accademia. La sua vita è sempre stata condizionata dall'ombra del fantasma di suo padre, morto durante la sua nascita, sacrificandosi per salvare tutti i membri del suo equipaggio da un micidiale attacco dei romulani. Questo lo ha reso sempre sprezzante e irrequieto, portandolo a infrangere tutte le regole per ottenere quello che vuole. Durante una commissione, chiamata a valutare il suo comportamento dopo l'ennesima infrazione durante un esame, la Flotta è chiamata a rispondere a una richiesta di soccorso dal pianeta Vulcano. Kirk e un giovane equipaggio formato da cadetti dovrà affrontare la più pericolosa minaccia della galassia, tornata da un lontano futuro passato.

L'attuale epoca cinematografica e televisiva che stiamo vivendo è caratterizzata da un fenomeno che certamente già esisteva, ma che oggi trova una definizione, tutta internettiana, che è diventata un mantra ad Hollywood: reboot. Un termine che fino a pochi anni fa era associato unicamente al campo informatico, ma che è diventato il termine magico che le major usano quando si trovano di fronte uno scoglio produttivo. Fino a pochi anni fa (ma a volte ancora adesso), si operava un remake di un film che, in qualche modo, era divenuto un titolo di culto e lo si rifaceva cercando di attirare i nostalgici e le nuove leve. Con il reboot si è passati all'evoluzione, prendendo interi franchise consolidati e riproponendoli partendo da zero. Il caposcuola di questo trend è stato sicuramente il Batman Begins di Christopher Nolan, il cui successo ha spinto i produttori a insistere sulla strada del “lo rifaccio perché non so più come venderlo”, perché sostanzialmente tutta la manovra produttiva serve a sfruttare i propri marchi, che però non si riesce più a vendere come in passato ed ecco quindi che si ripropongono, totalmente rifatti e appetibili per la nuova utenza, che magari nemmeno ne conoscevano l'esistenza. E' accaduto per Batman, è accaduto a 007 e non ci ha messo molto anche il franchise fantascientifico per antonomasia, Star Trek, a saltare la staccionata e a convertirsi. L'idea non è certo da biasimare, l'industria deve continuare a creare utili, tuttavia, spesso queste manovre hanno un contraccolpo non indifferente nei confronti dell'utenza storica, che seguiva il franchise dagli albori e che all'improvviso viene abbandonata, trovandosi di fronte un prodotto che non riconosce, perché troppo distante da ciò che conosceva e del tutto slegato narrativamente dal passato.

A distanza di sette anni dall'ultimo film, e a quattro dall'ultima serie televisiva, Star Trek viene riproposto in una nuova incarnazione cinematografica, firmata da J.J. Abrams, Roberto Orci e Alex Kurtzman e tutta la squadra di Bad Robot. Come anticipato, questo nuovo film di Star Trek (che porta unicamente questo come nome, il che appare come una dichiarazione d'intenti, ossia il riavvio), rappresenta il primo capitolo di una nuova incarnazione del franchise, che guarda soprattutto ad un nuovo pubblico. Ma a nobilitare e non di poco tutta la produzione, c'è la volontà di creare sì un nuovo inizio, ma anche di preservare uno dei più vasti e storici canoni della fantascienza, grazie a un escamotage narrativo che lega questo film a tutte le serie e ai film precedenti, diventando quindi sia un sequel che un film indipendente. Questo ha permesso un'ampia libertà al regista di realizzare il proprio film, senza essere legato alle convenzioni del passato. Abrams appartiene indubbiamente alla generazione che Steven Spielberg e George Lucas hanno plasmato durante la loro carriera: lo si evince dal suo stile tecnico, che con Star Trek richiama un certo estetismo classicista, ma incredibilmente efficace e mai avaro di spettacolarizzazione. Risulta evidente che Abrams si sia fortemente ispirato a Star Wars, con lo scheletro della trama che assume non pochi punti in comune, ma è grazie all'eccellente lavoro di script di Orci e Kurtzman che riesce a incasellare i dettami canonici della serie, non solo riferimenti, ma tutta una narrativa che ha preso vita in oltre quarant'anni di film e serie tv e che non viene assolutamente ignorato dai due sceneggiatori, tra ammiccamenti e rispetto per il franchise. Quanto mai azzeccato e strabiliante il lavoro sul casting, chiamato a interpretare personaggi entrati nella leggenda, senza che essi siano solo delle scialbe imitazioni degli originali, ma capaci di catturarne l'essenza e di reinterpretarli. Eccellente il lavoro di Chris Pine e Zachary Quinto, rispettivamente nei ruoli di Kirk e Spock, sui quali viene totalmente catalizzata l'attenzione e la cui alchimia è al di sopra di ogni sospetto. Eric Bana è quanto mai in parte nel ruolo di Nero, il villain del film, un personaggio perfettamente caratterizzato ed eccezionalmente interpretato, che riesce a trasmettere la rabbia del suo doloroso passato. Ma è sicuramente il ritorno di Leonard Nimoy, l'attore simbolo di Star Trek che ritorna dopo diciotto anni a interpretare, in un ruolo chiave, l'originale Spock (personaggio collante tra il passato e il presente del franchise), ancora capace di trasmettere autorità, rispetto e una velata ironia che l'ha fatto diventare il personaggio più amato di sempre, a caratterizzare questo nuovo episodio. Il film scorre adrenalinico e con un montaggio serrato ma perfettamente fluido, al servizio della narrazione, sempre tenendo il passo con un ritmo sostenuto, impreziosito dalle musiche di Michael Giacchino, che riesce a ricreare quello stile avventuroso del cinema di Lucas e Spielberg, che ti fa trasportare dall'immaginazione e ti lascia soddisfatto a fine visione. Tutto questo rende Star Trek uno dei migliori Blockbuster degli ultimi anni e uno dei migliori episodi del franchise.

Video

La Paramount ha inaugurato da qualche mese la collana Masterworks Collection, una serie di uscite che riporta in primo piano i migliori titoli della major in una serie di edizioni in digibook, e Star Trek è stato selezionato. Queste edizioni sono caratterizzate, per l'appunto, da una confezione digibook con stampa enbossed e metallizzata, al cui interno vi è allegato un libretto illustrato che riporta foto ufficiali, concept art e note di produzione, oltre, ovviamente, al disco del film. A scanso di equivoci, va precisato che queste edizioni sono solo ristampe di titoli già usciti e che i dischi, di fatto, sono esattamente gli stessi delle uscite originarie e Star Trek non fa eccezioni. Tuttavia, quello che salta subito all'occhio è la totale mancanza del secondo disco, presente nell'edizione del 2009, togliendo non poco valore al prodotto definitivo.

Dato che il disco è il medesimo, vanno fatte le considerazioni del prodotto del 2009, un girato totalmente in 35 mm anamorfico (Panavision) finalizzato in un master digitale a 2K di risoluzione (digital intermediate). A distanza di quasi cinque anni, è ancora oggi una delle migliori Killer Application che gli appassionati dell'alta definizione potranno mai acquistare. Il quadro è rigoglioso e un tripudio di squisita tecnica fotografica e sopraffino gusto estetico. Colpisce significativamente il livello di dettaglio, ricco di particolari fini, partendo da primi piani radiografici, capace di mettere in evidenza una texturizzazione degli incarnati precisa e tangibile, tanto da uscire fuori dallo schermo. La definizione si estende senza cali anche nei campi medi, sino ai panning orizzontali delle panoramiche sui campi dell'Ohio fino all'accademia di San Francisco, con il ponte in bella vista. Tutte sequenze uscite fuori da un servizio fotografico, con elementi perfettamente distinguibili e sempre ricchi di dettagli fini. La struttura finissima della grana, riprodotta fin nel più piccolo grano, è una vera gioia per gli occhi che impreziosisce un quadro straordinario, legittimando l'assoluta bontà del master e la sua rappresentazione senza alterazioni nella compressione. Altrettanto straordinari sono gli effetti speciali digitali, il cui fotorealismo scenico e fotografico supera l'apparenza e si stenta a credere che siano elementi grafici, tanto è precisa e raffinata la rappresentazione dei materiali e la composizione degli elementi. Nessun calo di sorta in questi frangenti, nemmeno nei segmenti scuri, dove la rumorosità si assesta sempre a livelli minimi, senza essere mai fastidiosa, ma anzi un elemento di assoluto estetismo. Brillante e voluminoso il livello cromatico, con colori vividi e tonalità calde, sfumature perfette, con colorimetria totalmente naturale, mai satura e o tenue, un perfetto equilibrio, così come il livello del nero, sempre ricco, mai schiacciato o fangoso da conferire una perfetta tridimensionalità generale. Naturalmente, sono immancabili le tipiche caratteristiche dell'anamorfico, come la deflessione ai vertici del quadro e la messa a fuoco non sempre perfettamente allineata al soggetto di ripresa e, ancor più personale per il regista, il suo uso ossessivo di lensflare, argomento spesso dibattuto e che in Star Trek trova l'apice dell'ossessione. Come detto, la compressione, AVC ad altissimo bitrate, scongiura qualsiasi forma di alterazione del capolavoro visivo poc'anzi descritto.

Audio

Come nella precedente edizione, Star Trek è presentato in inglese in Dolby TrueHD a 5.1 canali, mentre il doppiaggio italiano è in Dolby Digital a 640 kbps, sempre mixato a 5.1 canali. Anche in questo caso si tratta di un perfetto demo audio per i nostri impianti, sia che si parli dell'originale che del doppiaggio. Abrams dimostra di sapere come deve essere una traccia audio per accompagnare il suo raffinato gusto estetico e mette in scena uno spettacolo fatto di equilibri tra i sensi. Benché il numero di sequenze pirotecniche abbondi, tra colpi di phaser, esplosioni, motori a curvatura e schianti tra lamiere sullo scafo della nave, gli effetti non prendono mai il sopravvento sulla chiarezza, sia dei dialoghi che della colonna sonora. Infatti, le voci dei vari personaggi sono sempre solide, perfettamente integrate nella scena e mai inintelligibili. La musica suona sempre ariosa, riempie la scena e coinvolge lo spettatore trascinandolo dentro. Eccellente l'uso dei posteriori e del subwoofer e la ricchezza generale della scena sonora è sempre valida. La controparte originale vince sul fattore naturalezza, ma solo lievemente, segno dell'ottimo lavoro svolto sul mix italiano.

Extra

Come anticipato, la totale assenza del secondo disco dell'edizione 2009 debilita molto il prodotto finale, togliendo un completo reportage sulla lavorazione di questo film, di quelli che ultimamente è sempre più raro riuscire ad avere. Nel disco del film è comunque presente il commento audio di regista, sceneggiatori e produttori, che da solo vale comunque molto, ma non abbastanza da salvare un comparto che di fatto non esiste più.

  • Commento audio di J.J. Abrams, Bryan Burk, Alex Kurtzman, Damon Lindelof e Roberto Orci

  • BD-Live: Notizie dalla Nasa

Conclusioni

Star Trek rinasce a nuova vita in un film che si propone come nuovo punto di inizio per le nuove generazioni, ma senza dimenticare il suo glorioso passato. Abrams confeziona un efficace ed emozionante film d'avventura, che omaggia lo spirito del franchise e dei classici della scuola di Lucas e Spielberg, posizionandosi come uno dei più riusciti blockbuster degli ultimi anni. L'edizione Masterworks Collection, a parte una confezione accattivante, propone il solo disco del film, rendendo quindi maggiormente consigliabile l'edizione doppio disco del 2009, a patto che gli extra interessino.

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