Recensione - SSX - It's Tricky!

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Non senza qualche trasformazione, SSX è tornato alla grande

Recensito il nuovo capitolo della saga di snowboarding più famosa di sempre

Da semplice gioco di snowboard colorato e divertente, l’originale SSX si è trasformato in oggetto di culto per una nutrita fetta di videogiocatori: gli insuccessi commerciali dei primi due capitoli portarono EA Sports a un radicale re-design, consacrando SSX 3 come uno dei migliori giochi sportivi freestyle di sempre. Da allora, correva il 2003, voci relative a un seguito si sono inseguite nei corridoi dell’industry, tenendo i sostenitori costantemente con il fiato sospeso.

A quasi nove anni di distanza, l’attesa è finita. SSX è tornato, i fasti del passato ancora evidenti sotto il nuovo make-up, un comparto online eccezionale a coronare la corposissima offerta ludica.

Il breve tutorial (un’infinita caduta libera ottima per provare con calma il nuovo sistema di trick) permette di familiarizzare in fretta con i controlli: i fan di vecchia data potranno optare per il “vecchio” sistema, che prevede combinazioni dei tasti frontali per eseguire le evoluzioni in aria e sulle sbarre, oppure cancellare la lavagna e utilizzare solo la levetta destra.

Quest’ultima è stata infatti mappata per assolvere a tutte le funzioni necessarie: tirarla indietro “carica” il successivo salto, spingerla in avanti permette di spiccare il volo. Una volta in aria sarà semplicemente questione di imprimere una torsione nella direzione in cui si vuole afferrare la tavola, oppure una “mezzaluna” nel caso si voglia effettuare un grab con una specifica mano. Senza dubbio il nuovo sistema di controllo tramite leva analogica risulta perfetto per accompagnare le evoluzioni del proprio rider: abbracciatelo senza riserve.

Conclusi i preliminari, l’offerta ludica si sviluppa secondo canoni classici: World Tour racchiude la classica “modalità carriera”, affiancata da un abbozzo di trama del tutto dimenticabile, impreziosita però da uno stile grafico accattivante durante le brevi cut scene. In sostanza una lunga sequenza di gare, tra trick (chi accumula il punteggio più alto con evoluzioni e relativi moltiplicatori vince) e gare di velocità, ambientata su alcune delle catene montuose più famose del mondo: ognuna proporrà tre competizioni base, un testa a testa (dove si sfiderà uno dei campioni nel raggiungere primi il traguardo) e un gran finale costituito da una prova di sopravvivenza.

Queste ultime rappresentano una completa novità per il brand, riuscita solo in parte: l’unico scopo di queste competizioni sarà arrivare a valle sani e salvi, senza limiti di tempo né punteggi da segnare. La sfida è rappresentata dalle condizioni avverse che i rider incontreranno sul tracciato: burroni impossibili da superare se non sfruttando la tuta alata, altitudini eccessive per respirare senza l’aiuto di una limitata scorta d’ossigeno, temperature troppo basse per sopravvivere senza appositi pannelli solari installati sulla schiena e così via. Per quanto questi eventi rappresentino più un contorno che l’ossatura del gameplay (fortunatamente ancora legata a doppio filo agli spettacolari trick), i fan di vecchia data potrebbero non gradire: il concetto di “morte” del rider, del tutto estraneo alla saga finora,  viene spinto a forza nel concept, costringendo il giocatore a provare più volte la sfida (o a utilizzare la funzione di “riavvolgimento veloce” ereditata dai giochi di guida, seppure con qualche penalità). Il tentativo più riuscito in questo senso rimane la modalità Valanga, che inquadra l’azione dall’esterno (costringendo il giocatore a usare i comandi “al contrario”) proponendo uno spettacolo visivo non da poco.

Completando le diverse ambientazioni del World Tour si sbloccheranno via via i classici personaggi della saga, i quali guadagneranno punti esperienza con conseguenti miglioramenti prestazionali in pista. Sarà possibile anche personalizzare l’equipaggiamento (tavola, tuta e dispositivi di sopravvivenza), acquistandone di nuovo con i crediti di gioco accumulati e scegliendo di volta in volta i parametri più adatti alla successiva sfida. Purtroppo la personalizzazione estetica è stata decisamente “tagliata” rispetto al passato: non si potrà più spendere ore cercando la combinazione più cool di giacca/pantalone/maschera, in quanto gli sviluppatori hanno preferito optare per un sistema più snello dove le tute si acquistano a pezzo intero (le più costose sono in grado di conferire anche bonus alle statistiche).

Affiancata a World Tour, la modalità Esplora propone invece oltre 100 eventi (sezioni di pista già affrontate in World Tour) da completare liberamente, con la possibilità di visualizzare i tempi e i punteggi migliori dei propri amici e sfidarli a battere i record.

Nonostante la novità costituita dagli eventi Sopravvivenza, la buona notizia per tutti i fan è che i trick sono ancora al centro dell’attenzione: il sistema, perlopiù identico a quello sperimentato nei predecessori, prevede l’accumulo di punteggi e un moltiplicatore che cresce man mano che si concatenano evoluzioni senza interruzioni o cadute. La ricerca del punteggio più alto è un esercizio divertente, ma soprattutto non pone limiti al miglioramento: già la seconda metà del World Tour metterà in seria difficoltà il giocatore, ma accedere alle modalità online renderà chiaro quanto l’abilità con il pad possa diventare in SSX un fattore determinante. Il design delle piste è stato curato sin nei minimi dettagli: rampe, sbarre, percorsi secondari e scorciatoie fanno di ogni pista un piccolo mondo da scoprire. Un fattore utile non solo a rendere “vivo” ogni tracciato, ma anche a favorire la rigiocabilità: decine di discese non basteranno per conoscere ogni angolo di un’ambientazione. La velocità media del gioco è stata nettamente aumentata rispetto ai vecchi capitoli: per farci l’abitudine ci vorrà un po’, e talvolta l’elevatissimo ritmo farà perdere qualche trick generando occasionale frustrazione, ma nel complesso lo spettacolo visivo è assicurato e il concatenamento delle evoluzioni ha conservato il suo caratteristico effetto-droga.

Se l’intelligenza artificiale avversaria fa un ottimo lavoro nel tenere impegnato il giocatore, la vera sfida comincia una volta aperto RiderNet, ossia il comparto online di SSX. Liberamente ispirato all’Autolog già visto negli ultimi capitoli di Need For Speed, nelle mani di EA Canada lo strumento si espande e diventa fondante per l’esperienza condivisa: invece di gareggiare direttamente con altri giocatori, il sistema prevede la creazione di eventi a tempo detti World Event. Fissata una scadenza temporale e la tipologia di gara (trick o velocità), i giocatori che riusciranno a piazzarsi nelle prime cinque posizioni della griglia otterranno un’equa suddivisione del montepremi complesivo, generato dal costo del “biglietto d’ingresso” per partecipare all’evento. Il sistema è intelligente e flessibile: grazie ad appositi modificatori sarà possibile imporre limiti all’equipaggiamento, rendendo le sfide molto più interessanti. Una volta pagato il prezzo di accesso a un evento si potrà ripetere infinite volte la sfida sino allo scadere del tempo, dopodichè i premi verranno automaticamente assegnati. Per ovviare alla natura sostanzialmente "solitaria" del comparto online, gli sviluppatori hanno pensato di attivare la visualizzazione dei ghost di altri giocatori scelti randomicamente, così da mantenere sempre viva la tensione nei confronti della sfida.

L’Online Pass compreso nella confezione non è necessario per partecipare agli eventi, ma la sua attivazione è necessaria per incassare le ricompense, le quali verranno altrimenti messe da parte in attesa dell’inserimento di un codice valido.

Legati all’esperienza online sono anche i Geotag: acquistabili prima delle competizioni e non riutilizzabili, questi marker possono essere piazzati in qualunque punto della pista mentre si effettua un riavvolgimento. Una volta collocati in un punto continueranno a generare un introito fisso fino a quando un altro giocatore non li “raccoglierà” passandovi sopra, rendendo necessario piazzarli in punti difficili da raggiungere.

Con i suoi eventi dinamici e gestiti dalla community e la variante costituita dai Geotag, il comparto online di SSX garantisce moltissime ore di sfide al punteggio o al tempo migliore, un sogno realizzato nel migliore dei modi per tutti coloro che hanno amato i vecchi capitoli della serie su Playstation 2.

Non senza qualche trasformazione, SSX è tornato alla grande. I contenuti di gioco si contano a tonnellate, l’online funziona e potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento per i titoli sportivi freestyle. La modalità Sopravvivenza risulta invece riuscita solo a metà, responsabile di qualche frustrazione di troppo, ma fortunatamente non rappresenta una percentuale determinante dell’offerta ludica. Seppure con un look più realistico, l’esperienza SSX è intatta e guadagna un valore aggiunto incalcolabile grazie a RiderNet.

Consigliatissimo a tutti i fan di vecchia data e ai nuovi arrivati in cerca di un titolo facile da approcciare ma dotato di un’insospettabile profondità. Chi fosse sprovvisto di una connessione ad internet (o, nel caso di Xbox 360, di un abbonamento Live Gold) potrà godersi comunque molte ore di sfide contro la buona intelligenza artificiale, ma finirebbe per perdersi quella che probabilmente è la componente meglio riuscita di questo SSX 2012, ossia la condivisione dell’esperienza con la comunità mondiale.

Tipologia di Gioco:

SSX eredita la formula di gioco dai suoi illustri predecessori: si tratta di un gioco di snowboard assolutamente non simulativo, dove l'enfasi è posta sulle sovrumane capacità dei rider di inanellare trick impossibili e raggiungere velocità impensabili. Estetica e musica dubstep si fondono in un gameplay fatto di abilità con il pad e riflessi prontissimi.

Come è Stato Giocato:

Completato il World Tour e una parte di Esplorazione (il counter segnava già oltre 15 ore) ci siamo dati alla modalità online, prendendo parte a diverse decine di World Event (vincendone persino alcuni, anche se si riscontrano già record quasi irraggiungibili in certe leaderbord).

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