Recensione - Splinter Cell: Blacklist - Sam è tornato!

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Il design dei livelli è stato molto raffinato, e si abbina piacevolmente all'ottimo set di animazioni a disposizione del protagonista

Recensita la nuova avventura di Sam Fisher...

Dopo la svolta action che ha caratterizzato Conviction, poco gradito ai fan ma di certo in grado di generare buoni incassi, non molti si sarebbero aspettati un cambio di direzione. Eppure Ubisoft, con Blacklist, riporta almeno in parte la saga di Splinter Cell sui classici binari, fatti di missioni stealth varie e complesse. Il tutto, coronato da uno stile elegante e da una grandissima quantità di contenuti, tra campagna singolo giocatore, missioni cooperative e multigiocatore Spie contro Mercenari.

Quest'offerta ludica ampia e variegata si trova tutta raccolta e facilmente accessibile nel Paladin, aereo stealth perennemente in volo e base della nuova agenzia segreta Fourth Echelon. Da questa ambientazione completamente esplorabile, prenderanno il via tutte le missioni, principali, cooperative e le sessioni multigiocatore. Inoltre, la valuta di gioco accumulabile completando i vari obbiettivi sarà condivisa, lasciando al giocatore la scelta se migliorare il proprio equipaggiamento singolo giocatore, cooperativo o multiplayer. Si tratta di un modo intelligente di mantenere coesa un'offerta ludica di fatto molto ampia, senza quindi rischi di dispersione.

L'offerta singolo giocatore è naturalmente tenuta insieme da una trama, che unisce i temi tipici delle pagine di Tom Clancy a momenti pirotecnici in stile hollywoodiano. Purtroppo, soprattutto la seconda metà e la conclusione mostrano diversi cedimenti dal punto di vista narrativo, e le buone premesse non possono dirsi completamente sfruttate. A differenza tuttavia di quanto accade con la maggior parte degli sparatutto militari recenti, la trama di Blacklist si rivela piuttosto interessante da seguire, per quanto non certo originale, e  in grado di regalare anche qualche colpo di scena. Quanto alla qualità delle singole missioni, i ragazzi di Ubisoft hanno deciso di proporre un mix tra la tradizione dei primi episodi e la deriva action di Conviction, con risultati nel complesso positivi. Onde lasciare al giocatore massima libertà su come procedere, sono stati identificati tre stili di gioco, uno completamente stealth, uno puramente d'azione e uno che sta sostanzialmente nel mezzo. Il gioco riconoscerà automaticamente quale stile si sta utilizzando analizzando le azioni del giocatore, e assegnerà ricompense divise nei tre stili a fine missione. Anche in questo caso, si tratta di un sistema intelligente e ben congegnato, in grado di premiare il giocatore in base alle sue azioni e di ricompensare con più generosità lo stile furtivo, che indubbiamente richiede un impegno e una strategia maggiori. Sfoggiando una buona varietà d'ambientazioni e situazioni di gioco, le missioni della campagna principale vi terranno impegnati per una decina di ore, con un progressivo e piacevole aumento costante del livello medio di difficoltà. Anche i veterani della saga, soprattutto impostando uno dei livelli di sfida più elevati, troveranno pane per i loro denti, grazie all'intelligenza artificiale ben sviluppata. Il design dei livelli è stato molto raffinato, e si abbina piacevolmente all'ottimo set di animazioni a disposizione del protagonista, rendendo la navigazione stealth delle ambientazioni molto divertente. Le molte chance di verticalizzazione fanno dell'improvvisazione uno strumento fondamentale, e riescono a comunicare l'impressione di un ambiente dinamico, dove anche la migliore pianificazione può all'ultimo momento rivelarsi inefficace, lasciando spazio solo per decisioni dell'ultimo secondo. L'unica controindicazione è il sistema di salvataggio a checkpoint, che a volte genera confusione nell'incedere. Si dovesse infatti morire in missione, a volte capiterà di essere trasportati al salvataggio precedente in un punto diverso rispetto al sentiero inizialmente scelto. La vastità di molte ambientazioni, e il conseguente ampio numero di percorsi da scegliere, ha purtroppo portato a questo inconveniente di level design, che in alcune situazioni può effettivamente risultare fastidioso.

Le missioni cooperative recuperano i buoni elementi della componente singolo giocatore, e si rivelano completabili anche in single player, un esercizio di design senza dubbio non facile per gli sviluppatori, eppure molto ben coronato. Nel complesso, le molte missioni offerte da Blacklist propongono un'invidiabile varietà e un ottimo bilanciamento dal punto di vista della difficoltà, rendendo molto più facili gli approcci violenti ed action, ma nettamente più redditizie e soddisfacenti le tattiche stealth, interpretando con successo il vero spirito della serie. Anche la spiccata enfasi sui molti gadget tecnologici a disposizione di Sam, che aveva fatto sorgere qualche dubbio riguardo le eccessive semplificazioni a cui avrebbe potuto portare, è stata gestita con intelligenza, popolando le missioni più avanzate con nemici in grado di contrastare adeguatamente l'equipaggiamento del protagonista.

A completare l'offerta c'è il ritorno dell'apprezzata modalità Spie contro Mercenari, che vede squadre di due giocatori (ma questa volta il supporto è fino a 4 partecipanti per fazione) darsi battaglia in ambientazioni di dimensioni medio/piccole, con obbiettivi asimmetrici. Le Spie, quasi invisibili quando non inquadrate dalla torcia degli avversari, dovranno attivare e mantenere dei punti di controllo, mentre i Mercenari avranno il compito di dare loro la caccia, esplorando l'oscurità con armi più aggressive e granate. Divertente e ben bilanciata, la modalità rappresenta un ottimo diversivo rispetto all'esperienza singolo giocatore e cooperativa, e vanta inoltre, proprio come le restanti due, un sistema di upgrade dell'equipaggiamento dedicato, e diviso per le due fazioni.

Con Blacklist, Ubisoft riporta la saga di Splinter Cell ai fasti del passato, grazie ad una campagna appassionante e complessa, alle missioni cooperative ben studiate e a un comparto multigiocatore che ha già dimostrato di saper conquistare moltissimi fan in passato. Dal punto di vista grafico, la versione PC sfoggia inoltre un comparto tecnico di primissimo livello, in grado di sfruttare l'hardware superiore con texture in alta definizione e filtri di qualità, mentre la versione Xbox 360, nonostante la previa installazione di un HD Texture Pack presente in un disco separato, mostra diversi limiti tecnici, un frame rate non sempre stabile e caricamenti piuttosto lunghi. Fortunatamente, il buon design e la buona modellazione poligonale compensano in parte questi difetti, permettendo a Blacklist di distinguersi per un look tutto sommato riuscito.

Al di là di leggere sviste nel level design, su tutte la questione dei checkpoint, e di un comparto tecnico su console non eccezionale, Splinter Cell: Blacklist è un gioco riuscito, divertente, complesso e molto vario, in grado di accontentare tanto i fan di vecchia data, quanto i nuovi arrivati. Ubisoft ha già confermato di essere al lavoro su un seguito diretto, e, dato questo "nuovo inizio", non possiamo che nutrire molta curiosità in merito.

Tipologia di Gioco:

Splinter Cell: Blacklist è un gioco d'azione e spionaggio in terza persona, ennesimo seguito di una longeva saga. Nei panni del protagonista Sam Fisher, i giocatori si troveranno a espugnare location molto ben difese, decidendo di volta in volta se utilizzare uno stile aggressivo o completamente stealth, con ricompense differenti. Alla campagna singolo giocatore si aggiungono missioni cooperative e un comparto multigiocatore molto particolare, per un'offerta ludica nel complesso più che soddisfacente.

Come è Stato Giocato:

Grazie alle versioni Xbox 360 e PC gentilmente forniteci da Ubisoft, abbiamo avuto modo di spendere oltre 20 ore in compagnia di Splinter Cell: Blacklist, completando le missioni singolo giocatore e cooperative, e scendendo nei campi di battaglia online di Spie contro Mercenari.

 
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