Recensione - Sleeping Dogs: Definitive Edition
Sleeping Dogs torna sulle nostre console con un'edizione rimasterizzata decisamente interessante
Questa Definitive Edition del gioco porta le avventure di Wei Shen su Xbox One e Playstation 4, migliorando la componente tecnica e, ovviamente, includendo nel pacchetto tutti i contenuti aggiuntivi usciti nel corso degli anni. Sleeping Dogs, come già scrivemmo un paio di anni fa, si ispira alle grandi narrazioni hard boiled dei registi orientali, mischiando John Woo, Internal Affairs e le classiche ambientazioni al neon che si diramano fra i grattacieli e le periferie di Hong Kong. United Front ha fatto un grande lavoro estetico e i risultati, finalmente, si possono apprezzare appieno. Su Xbox One e Playstation 4 la ex colonia inglese è un tripudio di colori, suoni e persone che formicolano, mentre i modelli poligonali dei personaggi rendono giustizia alla straordinaria intensità drammatica della vicenda raccontata dagli sviluppatori, regalando ai vari protagonisti nuove espressioni ed emozioni.
Dal punto di vista del gameplay, Sleeping Dogs si conferma piuttosto solido, il sistema di combattimento, ispirato pesantemente ai due Batman di Rocksteady, non è troppo profondo ma offre una serie di spunti interessanti, come la possibilità di usare gli elementi dello scenario e un bel sistema di contrattacchi e combo. Certo, rispetto a giochi più moderni siamo comunque leggermente indietro ma, in ogni caso, Wei Shen continua a menare piuttosto duro, anche se, forse, non appare più elegante come due anni fa. Pure la componente free roaming rimane tutto sommato ancora attuale nonostante l’arrivo di GTA V abbia alzato l’asticella in maniera considerevole. Sleeping Dogs, insomma, è invecchiato piuttosto bene e, ancora oggi, riesce a tenere abbondantemente testa a produzioni almeno all’apparenza più moderne. La vicenda raccontata, insieme alla forza evocativa dell’ambientazione, riescono a proporre un’esperienza ludica al tempo stesso coinvolgente e
"Sleeping Dogs è invecchiato piuttosto bene e riesce a tenere testa a produzioni almeno all’apparenza più moderne"alternativa, applicando in maniera intelligente tutti gli elementi classici degli action free roaming.
Sleeping Dogs era un ottimo gioco nel 2012 e lo è anche ora, lo sarebbe stato pure senza il lavoro di maquillage estetico cui United Front ha sottoposto la sua creatura. Questa edizione merita l’acquisto, dunque? Il nostro consiglio, se non avete avuto modo di giocare a Sleeping Dogs all’epoca dell’uscita originale è un si pieno. Triadi, calci volanti, neon e inseguimenti non stancano mai inoltre, per una volta, abbiamo un gioco che si allontana dagli stereotipi del suo genere d’appartenenza. Come due anni fa gli unici dubbi che rimangono si concentrano sulla poca esplorabilità di Hong Kong: le missioni secondarie ci sono e non sarebbero neppure male, tuttavia, al di fuori della trama principale, gli sviluppatori sembrano essersi impegnati meno, come se non avessero voluto premere a fondo sull’accelleratore, forse anche per motivi economici.
Un discorso a parte, infine, meritano di due DLC, entrambi relativamente interessanti e ricchi di contenuti: Nightmare in North Point fa un’operazione simile a quella di RDR: Undead Nightmare, popolando Hong Kong di morti viventi assetati di sangue, mentre Year of the Snake si ambienta un anno dopo gli eventi del gioco, mostrandoci un Wei Shen di nuovo nei panni di un normale poliziotto. Nonostante i buoni spunti, però, i due contenuti aggiuntivi non riescono mai a integrarsi perfettamente con Sleeping Dogs, risultando più simili a spin off che a veri e propri approfondimenti della vicenda originale. Intendiamoci, rimangono tutti e due più che godibili, ma, vedendo l’attenzione per la trama riposta nel gioco originale, ci saremmo aspettati la creazione di un mondo più coerente.