Recensione - Silent Hill: Downpour - Ritorno a casa

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Nonostante i suoi innegabili difetti, Silent Hill: Downpour è un titolo consigliato ai fan della saga

Recensito l'atteso sequel di Vatra Games

La nebbia è ancora fitta a Silent Hill. Questa volta, a guidare l’ottava escursione nelle colline circostanti il Toluca Lake sono i ragazzi di Vatra Games, sconosciuti ai più, eppure capaci di cogliere alcuni fondamentali aspetti del brand.

Silent Hill appartiene a un genere, quello del survival horror, legato a una generazione videoludica ormai lontana dal disperato bisogno d’azione del pubblico odierno. Così come, seppure in maniera molto diversa, anche il rivale Resident Evil si è trasfigurato nel corso degli anni, il brand Konami ha vissuto diversi stadi evolutivi, non tutti positivi. Il recente Homecoming, che ha segnato l’approdo della serie sull’attuale generazione, non è purtroppo riuscito a rileggere efficacemente i capisaldi dell’originale gameplay.

Date queste fragili premesse, non molti avrebbero scommesso sulla software house ceca Vatra Games, poco referenziata nell'ambiente dello sviluppo e mai posta di fronte ad una sfida così grossa, eppure Downpour si è rivelato capace di affrontare con rispetto la delicata eredità.

Nei panni di Murphy Pendleton, carcerato in trasferimento verso una prigione nei pressi di Silent Hill, il giocatore si troverà nuovamente coinvolto nelle vicende della tormentata città, intrappolato nei suoi stessi incubi e costantemente in fuga. L’unico obbiettivo di Murphy, per tutta la durata del gioco, sarà solo ed esclusivamente trovare una via d’uscita.

L’avventura porterà il giocatore a esplorare diverse ambientazioni collocate sia nell’area urbana sia nei dintorni, rappresentando una piacevole variazione sul tema per gli appassionati della saga. Il level design pesca a piene mani dalla tradizione del brand, adattandosi efficacemente a un gameplay fatto di esplorazione, soluzione di enigmi e combattimenti contro le aberrazioni generate dal male che attanaglia la piccola comunità americana.

Alternando esterni e interni impreziositi dal buon design, efficace nel tratteggiare location divorate dal decadimento e dalla ruggine, i percorsi esplorativi si avvicendano presentando sia fasi molto lineari, sia sezioni di gioco più aperte, dove starà al giocatore esplorare il più possibile l’ambiente circostante in cerca di indizi su come proseguire (talvolta sin troppo scarsi, dato che la mappa interattiva rimane spesso priva di indicazioni di direzione).

Queste struttura a tratti aperta supporta un sistema di incarichi secondari, missioni non necessarie al completamento della storia ma spesso molto interessanti, che oltre ad invogliare il giocatore a sfruttare il più possibile l’elemento esplorativo finiscono per regalare alcuni dei momenti migliori quanto a coinvolgimento. A risentirne è invece il ritmo, che alterna sezioni appassionanti a momenti ben più lenti e tediosi.

Dal punto di vista puramente orrorifico, Downpour strizza più l’occhio allo spin off  Shattered Memories che ai primi due capitoli della saga, dedito a un elemento horror più psicologico e sfuggente.

Anche l'Otherworld, ossia la dimensione alternativa in cui occasionalmente la città sprofonda, è stato implementato dai Vatra Games in maniera molto differente rispetto alla tradizione Silent Hill: invece di ospitare massicce fasi di gameplay, esso si presenterà solo di rado, perdipiù accompagnato da meccaniche di gameplay dedicate. Nel primo caso, nonché il più frequente, il giocatore si troverà a dover fuggire dalla cosiddetta Nebbia Rossa, rappresentata da una sorta di buco nero che inghiotte qualunque cosa e proietta una luce rossa ustionante. Correndo a perdifiato attraverso folli labirinti, occorrerà mantenere pronti i riflessi per scovare prima possibile la via d'uscita, cercando nel frattempo di rallentare il maligno inseguitore con qualunque oggetto a disposizione, come gabbie e altri oggetti da rovesciare per ostacolarlo.

Proprio come il percorso del protagonista Murphy Pendleton, che si limita a lambire la Silent Hill che tutti ben conosciamo, così anche l'offerta ludica proposta da Vatra Games si concede evidenti divagazioni dalla formula originale. Ciononostante, il lavoro del team ceco riesce efficacemente nel tentativo di innovare senza farsi intimidire dalla fama della licenza, anzi rispettandola, non tanto nei "canoni" del survival psicologico, quanto piuttosto nelle atmosfere, modificate e riscritte ma nondimeno coerenti, riconoscibili e gradevoli per chi a Silent Hill c'è già stato molte volte.

Purtroppo, questo lavoro concettuale e di level design sopra le aspettative è controbilanciato da due fattori. Il primo è un combat system sostanzialmente difettoso, dotato di poche varianti (una mossa d’attacco e una parata, senza contromosse) e basato su una simulazione della fisica molto approssimativa e su un comparto animazioni decisamente arretrato. Più interessante invece il rapido deperimento delle armi da corpo a corpo e la loro varietà: accette, martelli da lavoro ed arpioni si avvicenderanno velocemente nelle mani del giocatore, permettendogli di affrontare da vicino le mostruosità. Non è comunque un caso che i ragazzi di Vatra Games, probabilmente ben consci dei difetti del combat system, lascino quasi sempre al giocatore la possibilità di fuggire, con i nemici che desisteranno dall’inseguirlo solo dopo pochi metri.

Altro grosso punto a sfavore dei developer cechi è la scarsissima ottimizzazione del motore grafico: a fronte di un comparto visivo buono ma non certo eccezionale (non mancano texture in bassa definizione e una densità poligonale lontana dagli standard odierni), il frame rate vacilla spesso e volentieri, il tearing dell’immagine è diffusissimo e i caricamenti, anche a gioco installato, piuttosto lunghi.

Nonostante i suoi innegabili difetti, Silent Hill: Downpour è un titolo consigliato ai fan della saga: i ragazzi di Vatra Games non hanno avuto paura del confronto con un vero “mostro sacro” del videogaming, innovando in parte la formula ma mantenendo intatta l’atmosfera originale, fatta di personaggi tormentati, incubi ad occhi aperti e soluzione di assurdi enigmi. Se siete in grado di chiudere un occhio di fronte al combat system zoppicante e al comparto tecnico imperfetto, il prezzo del biglietto vi garantirà un gradito ritorno a Silent Hill, senza dubbio il migliore di questi ultimi anni.

Tipologia di Gioco:

Silent Hill: Downpour è un survival horror psicologico, dove esplorazione (ora libera, ora lineare), soluzione di complessi enigmi e combattimenti si alternano velocemente. 

Come è Stato Giocato:

La modalità storia, affrontata a livello normale su console Xbox 360, ci ha portato via circa 8 ore, considerando anche la soluzione della maggior parte delle missioni secondarie.

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