Recensione - Senran Kagura 2: Deep Crimson

Tornano le pettorute ed ammiccanti shinobi di Tamsoft: la recensione di Senran Kagura 2: Deep Crimson

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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C'è un motivo per il quale la serie Senran Kagura, i cui titoli sono sviluppati da Tamsoft e pubblicati da Marvelous, è arrivata ad essere nota anche in Occidente, dopo l'ottimo successo commerciale riscontrato nella terra natìa, il Giappone. E quel motivo non è il gameplay, non è la particolarità dell'esperienza di gioco, non è il comparto grafico. Il motivo inizia e finisce con una parola: tette. Senran Kagura è la più gaudente celebrazione delle rotondità femminili, anteriori in primis, anche posteriori in verità, un festival degli airbag che certo solletica i bassi istinti del giocatore, mettendogli di fronte eroine dalle forme esageratamente prorompenti, che si ritrovano quasi sempre con le loro grazie in mostra (ma mai in topless e nemmeno ignude), ma è proprio quell'esagerazione a fare la differenza, quell'esasperazione che rende il tutto molto poco erotico e decisamente ilare, visti poi anche i toni degli episodi della saga, riconducibili a quelli di un qualunque manga o anime di genere ecchi.

Abbastanza discinto da far gridare allo scandalo il classico benpensante, ma non abbastanza da suscitare pensieri pruriginosi, Senran Kagura 2: Deep Crimson, il nuovo episodio, per Nintendo 3DS, è quindi un perfetto esponente della serie, alla quale va riconosciuta una certa genuinità di fondo. Le tette sono enormi e messe in bella mostra, ma non si sta parlando di un gioco di chissà quali pretese artistiche, che poi si perde in patetici espedienti indirizzati all'arrapamento di chi ha il pad in mano (sì Hideo Kojima, stiamo parlando di te, e dell'aspetto della tua Quiet in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain), bensì di una titolo che non si nasconde dietro paraventi, ed anzi va fiero della sua natura apertamente ammiccante; fa tutto parte di quella ridicolmente esagerata sovraesposizione di pettorali, glutei e cosce che certamente costituisce un ingrediente primario della produzione, ma non l'unico, perché il gioco di Tamsoft è un hack and slash divertente, che fa anche lo sforzo di trasformarsi e di innovarsi rispetto al predecessore, migliorandolo in molti aspetti, perdendo qualcosa in altri, sempre sforzandosi di offrire qualcosa in più al giocatore, dal punto di vista ludico.

[caption id="attachment_146371" align="aligncenter" width="400"]Senran Kagura 2: Deep Crimson screenshot Senran Kagura 2: Deep Crimson - screenshot[/caption]

L'inizio storia di Senran Kagura 2: Deep Crimson si riallaccia alla conclusione del primo, con il quale condivide alcuni momenti, mettendo le basi di un intreccio narrativo che si evolve con piacevole ritmo, in maniera più marcata e dinamica rispetto al primo episodio, che soffriva di una certa lentezza di fondo. Contribuisce a ciò il graditissimo ridimensionamento delle fasi nelle quali il gioco si avvicinava ad una visual novel, nelle quali, tra la descrizione delle scene ed i dialoghi, potevano passare molti minuti prima di iniziare a menare le mani; sono presenti anche qui, ma in maniera molto meno frequente, e con una maggiore brevità. Non solo: si passa da una missione all'altra quasi sempre senza soluzione di continuità, mentre in Senran Kagura Burst avveniva il contrario, quasi sempre ci si ritrovava nella propria base, che continua comunque anche qui a fungere da hub per le varie modalità ed opzioni.

I cambiamenti più evidenti Senran Kagura 2: Deep Crimson li mostra però nell'impianto ludico. Il passaggio dalle due alle tre dimensioni dona nuova profondità alle battaglie, che se prima si stendevano sulla prospettiva tipica del picchiaduro a scorrimento ora assumono un respiro ancora più hack and slash; paradossalmente, però, forse per ragioni tecniche, diminuisce il numero dei nemici su schermo, l'azione si fa quindi più controllata e meno frenetica, ma comunque intensa come dovrebbe essere, dettata da un sistema di combattimento semplificato, forse troppo. Rimane la struttura fatta di combo da molteplici colpi, ma non è più possibile connettere una sequenza all'altra, magari dopo aver lanciato il proprio avversario in aria, con la fluidità del primo episodio; rimane la possibilità, utilizzando non più lo scatto ma un un uncino per raggiungerlo, ma il feeling è notevolmente differente, e questo è un innegabile passo indietro. Così come lo è, ed è evidentissimo nelle prime fasi dell'avventura, meno quando i personaggi iniziano ad accumulare livelli e quindi forza, la difficoltà estrema, quasi l'impossibilità, di sottrarsi alle combo nemiche in certi frangenti, specialmente durante gli scontri con i boss, mentre loro riescono a farlo da quelle del proprio personaggio.

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La ristrutturazione del sistema di combattimento del gioco sembra essere quindi indirizzata ad un minore tecnicismo e ad una minore frenesia, ma una novità spariglia le carte, ovvero la presenza si missioni nelle quali si controllano insieme due shinobi, potendo passare liberamente dall'una all'altra, e potendo sferrare devastanti attacchi combinati. Ed è una novità che funziona benissimo, perché si arriva a scontri due contro due molto divertenti ed intensi, che sono un tripudio di mazzate e, ovviamente, vestiti strappati, tette e gridolini. La possibilità di mettere in piedi tali battaglie anche in modalità cooperativa, sia online che locale, è un valore aggiunto indiscutibile, che amplifica ulteriormente la qualità del divertimento e della produzione tutta.

" Tamsoft è riuscita a proporre una produzione rilevante anche dal punto di vista ludico, un hack and slash che funziona nel ritmo e nell'elargire quel divertimento tipico del picchiare in ogni modo"

Sbaglierebbe quindi chi, nel giudicare Senran Kagura 2: Deep Crimson, indugiasse troppo sul fan service, che nel gioco si esalta attraverso fisici sempre più innaturali, tette sempre più grosse e sode ed una ridicola resistenza dei vestiti, sempre pronti a strapparsi sulle zone strategiche. Tamsoft è riuscita a proporre una produzione rilevante anche dal punto di vista ludico, un hack and slash che funziona nel ritmo e nell'elargire quel divertimento tipico del picchiare in ogni modo, utilizzando le capacità di un roster di personaggi ai quali ci si affeziona, in maniera abbastanza sorprendente, non solo per la taglia di reggiseno, ma per la varietà negli stili di combattimento e per quella traccia di caratterizzazione che, seppur sottile, risulta efficace, così come nel predecessore. Il gameplay non è esente da difetti, come abbiamo rilevato, e denuncia alcuni problemi tipici del genere, su tutti una certa ripetitività di fondo, ma è più che soddisfacente per coloro che cercano un pretesto per menare le mani in maniera spensierata, attraverso una campagna di apprezzabile lunghezza e modalità alternative non ispiratissime, ma comunque utili ad aumentare l'offerta ludica.

[caption id="attachment_146372" align="aligncenter" width="400"]Senran Kagura 2: Deep Crimson screenshot Senran Kagura 2: Deep Crimson - screenshot[/caption]

Lo spirito della serie è frenetico e ammiccante, allegro e spensierato, ed è con un atteggiamento aperto che va accolto, soffocando rigurgiti censori che sarebbero ridicoli, per come si propone il gioco, esagerato e sopra le righe com'è. Anche perché, per fortuna, a supporto delle rotondità femminili in bella mostra c'è un impianto ludico di discreta fattura, divertente nel suo complesso, impreziosito da alcuni tocchi assolutamente apprezzabili. Senran Kagura 2: Deep Crimson non è quindi solo tette, perfettissime ed ipnotiche tette; l'occhio vorrà pure la sua parte, ma al giocatore serve altro, quella sostanza che la produzione di Tamsoft ben offre.

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