Recensione - Schrödinger's Cat and the Raiders of the Lost Quark

A caccia di particelle subatomiche impazzite con Schrödinger's Cat and the Raiders of the Lost Quark: la nostra recensione

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Quark, bosoni, particelle sub-atomiche: per chi ha un passato da liceale costantemente sull’orlo dell’insufficienza in fisica, certe parole suonano come potenti maledizioni in grado di causare morte istantanea o fulminanti attacchi di nausea.  Senza nulla togliere a chi l’ha tramutato nel proprio lavoro, il trattare con frammenti infinitesimali della nostra realtà fisica è certamente il frutto demoniaco di oscure pratiche alchemiche che, in un futuro indefinito, finiranno per condannare la nostra specie all’oblio e alla dannazione eterna.

Questa visione apocalittica (e solo lievemente arcaica) non è poi così lontana dalla realtà, almeno dando credito alla storia che si sono inventati i ragazzi di Italic Pig per giustificare l’entrata in scena di Schrödinger: protagonista di questo strambo platform/puzzle game bidimensionale. Con il suo pelo violaceo e il passo felpato, il felino dalla battuta sempre pronta e l’ultima speranza dello Zoo Particellare: bizzarra attrazione del mondo microscopico, in cui sono contenuti atomi e particelle di varia natura. L’evasione degli “ospiti” dalle loro gabbie potrebbe causare la fine dell’universo e solo il sopracitato eroe può sventare la catastrofe esplorando ogni zona del parco divertimenti per catturare i fuggiaschi.

[caption id="attachment_142997" align="aligncenter" width="508"]Schrödinger's Cat and The Raiders of The Lost Quark screenshot 1 La maggior parte delle insidie è rappresentata da quella melma gelatinosa di colore verde: basta toccarla un paio di volte per dover ricominciare dal checkpoint più vicino.[/caption]

Le deliranti premesse che introducono all’avventura sono presentate allo spettatore mediante brevi scene dialogate in cui ben poco è spiegato con un linguaggio comprensibile. Tra teoremi noti solo agli esperti, ovviamente stravolti nella formulazione e nelle conclusioni, e intricati rimandi ai più famosi scienziati della nostra epoca, l’intento è quello di generare ilarità e strappare qualche contenuta risata. Nonostante un doppiaggio (in inglese) tutt’altro che disprezzabile, l’intento può dirsi solo parzialmente raggiunto: Schrödinger ha carisma da vendere, ma si sconfina fin troppo spesso nel non-sense, con il solo risultato che si perde interesse quasi subito per la già debolissima trama.

"Raggiungere sentieri sopraelevati, sfondare muri e creare piattaforme semoventi saranno solo parte delle abilità offerte"

Pad alla mano, purtroppo la situazione non migliora sensibilmente. Per ricatturare le particelle latitanti, il gatto dovrà contare sull’imprescindibile aiuto dei quark che, dopo averli raccolti negli scenari, gli doneranno specifiche capacità in base a come verranno accoppiati in gruppi di tre. Raggiungere sentieri sopraelevati, sfondare muri e creare piattaforme semoventi saranno solo parte delle abilità offerte e in buona sostanza serviranno curiosità e voglia di sperimentare per scoprire tutti i poteri. Per certi versi, questa feature rimanda a Lemmings vista la condivisa necessità di sfruttare comandi particolari per raggiungere la fine del livello, con la differenza che in questo caso si ha il diretto controllo dell’avatar.

Ogni ambientazione è liberamente esplorabile tanto che, punto di forza della produzione, spesso non esiste un’unica strada o soluzione per completare i livelli, né sarete vincolati a rispettare un ordine preciso nella incarcerazione degli ospiti dello zoo. Non mancano inoltre brevi sezioni maggiormente votate al platform e all’action in cui dovrete affidarvi alle capacità ginniche del gatto e sfoderare gli artigli per attaccare i (pochi) nemici che vi metteranno i bastoni tra le ruote.

[caption id="attachment_142998" align="aligncenter" width="508"]Schrödinger's Cat and The Raiders of The Lost Quark screenshot 2 Il gioco è sottotitolato in italiano, ma tentare di comprendere ogni dialogo è cosa impossibile: il non-sense fa da padrone.[/caption]

Proprio in queste fasi si evidenzia il maggiore dei difetti di Schrödinger's Cat and the Raiders of the Lost Quark: il sistema di controllo. La gestione del salto non spicca per precisione e, soprattutto nelle fasi in cui bisogna utilizzare velocemente i quark, si lamenta una certa lentezza del software nel tradurre gli input ricevuti. Se a questa sbavatura aggiungiamo un level design spesso cinico e intransigente, con passaggi piuttosto intricati in un cui un singolo errore può vanificare una lenta e faticosa scalata, capirete che si tratta di un problema non da poco.

C’è anche dell’altro. A partire dall’art design, che propone accostamenti cromatici poco felici e ricorda fin troppo quello già visto nei vari episodi di Worms, per finire al design dei livelli, ogni aspetto del gioco manca di coraggio e inventiva. Se già completare alcuni scenari risulterà complesso per i limiti del control system, dopo l’ennesimo ostacolo superato grazie all’utilizzo, scontato e macchinoso, dei quark, la voglia di proseguire scemerà con inaspettata fretta.

Schrödinger's Cat and the Raiders of the Lost Quark è un platform con elementi da puzzle game che potrà intrattenere solo un pubblico relativamente inesperto, per nulla intimorito da una progressione complessa, dove per superare ogni enigma è necessario molto tempo e diversi tentativi andati a vuoto. I navigati del genere non faticheranno a trovare almeno una dozzina di titoli ben più riusciti, coinvolgenti e divertenti.

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