Recensione - Rocket League

Un’arena, una palla, due porte, una manciata di macchine per fare goal: la recensione di Rocket League

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Ci sono giochi che andrebbero venduti includendo nel pacchetto scorte per un anno di birra, pizza e altre schifezze assortite; che si rivelano ideali per quelle serate in cui i vostri amici sono troppo occupati con le loro vite da persone mature per darvi corda; che per contratto dovrebbero legalizzare, esclusivamente durante la loro fruizione, il “rutto libero” di fantozziana memoria e l’esternazione dei propri sentimenti sotto forma di intricate e complesse imprecazioni. Per farla breve, ci sono giochi come Rocket League, che stimolano il così detto “fancazzismo”, incoraggiano a lasciarsi andare a qualche volgarità di troppo, veicolano un divertimento istintivo e genuinamente becero.

Il concetto è semplicissimo e neanche troppo originale. Due porte, una palla da mandare in rete, un numero variabile di macchine che si sfidano a fare almeno un gol in più della squadra avversaria: il gioco del calcio reinterpretato da veicoli a quattro ruote. Non c’è (molto) spazio per la tecnica, vista l’assenza di arti per indirizzare con precisione il pallone, ma non manca tutto il resto. Il menu principale, tanto per cominciare, è allettante sia per gli amanti delle esperienze corali che per gli irriducibili solitari. Tra semplici esibizioni e campionati in cui sfidare team di bot, il single player non è solo una palestra dove formarsi in vista delle battaglie online. Va da sé, tuttavia, che la produzione di Psyonix, piccola software house con base a San Diego, dia il suo meglio proprio quando si sfidano e si collabora con altri utenti umani.

[caption id="attachment_145157" align="aligncenter" width="600"]Rocket League screenshot Graficamente siamo sopra il par grazie agli effetti speciali e a un frame rate piuttosto granitico[/caption]

Non ci sono lunghi preamboli a dividervi dall’azione vera e propria. Una capatina nel garage, di tanto in tanto, è l’ideale per aggiornare la carrozzeria del proprio veicolo, aggiungendo i nuovi pezzi appena sbloccati. Si va dalle classiche decalcomanie tamarre, alla scelta dei cerchioni che modifica (impercettibilmente) il comportamento dell’auto sul campo di gioco. Gli interventi sono quasi unicamente estetici, ma non mancano piccoli power up che, coerentemente al livello d’esperienza maturato, vi renderanno progressivamente la vita più facile. Creato il mezzo dei vostri sogni, bastano poche schermate per avviare la partita. Il matchmaking è fulmineo e, se voleste fare davvero in fretta, dovrete solo scegliere se partecipare a un match 1 VS 1, 2 VS 2, 3 VS 3 o 4 VS 4.

"Fanno da padrone i gol alla Pippo Inzaghi, di rapina e sfruttando qualche rimpallo sfortunato, i lanci lunghi, le occasioni sventate da un compagno di squadra troppo esuberante"

In campo, mettetevelo in testa, regna l’anarchia. È consolante che qualcuno, pur raramente, si prenda la briga di assumere, solo nominalmente e in circostanze circoscritte, il ruolo di portiere (naturalmente “volante”), ma non aspettatevi di imbastire alcuna tattica degna di questo nome. Vogliamo essere chiari: il titolo ne darebbe anche la possibilità, visto che in certi casi il cross verso il centro dell’area, solo per fare un esempio, è tra i mezzi più indicati per gonfiare la rete avversaria. Il problema è che si finisce spesso per buttarsi nella mischia con poco raziocinio, sospinti dall’adrenalina e dalla voglia di lanciare il pallone in qualsiasi direzione solo per il gusto di farlo. Fanno da padrone i gol alla Pippo Inzaghi, di rapina e sfruttando qualche rimpallo sfortunato, i lanci lunghi, le occasioni sventate da un compagno di squadra troppo esuberante. Viene spontaneo urlare frasi senza senso (quando non improperi) ai propri compagni, ma il risultato non cambia: fatto salvo per team composti da utenti affiatatissimi, si procede senza alcun piano d’attacco, correndo sempre il rischio di creare involontariamente qualche carambola velenosa verso la propria porta con la complicità di un compagno. Non manca comunque quel pizzico di profondità che rende ogni partita diversa dalle altre. Il boost di velocità è un’arma imprescindibile per avventarsi per primi sul pallone o per ribatterlo con forza. Il salto è utilissimo nelle parate, ma anche per deviare i cross in porta. Le conformità dell’arena permettono di involarsi persino lungo le pareti: tattica utilissima per sorprendere gli avversari alle spalle.

[caption id="attachment_145158" align="aligncenter" width="600"]Rocket League screenshot Visti i toni scanzonati, in qualche modo Rocket League ci ha fatto tornare in mente i bei tempi di Super Mario Strikers[/caption]

Possiamo tirarla per le lunghe o dire le cose come stanno senza troppi giri di parole: Rocket League è il sogno di qualsiasi maschio medio che si realizza. Calcio e motori è un’accoppiata che si rivela vincente, nella misura in cui incoraggia i nostri istinti più bassi e primordiali con una semplicità e genuinità quasi spiazzante. O lo si ama, per la dose spropositata di risate e momenti di pura ilarità che regala in continuazione, o lo si odia, per la sua totale assenza di qualsivoglia ambizione che non sia intrattenere il proprio audience per un paio di partite al giorno. Da correre a scaricare immediatamente, tanto più se siete membri del PlayStation Plus, nella consapevolezza che dopo la prima partita non lo mollerete per mesi. Ideale per spezzare il ritmo mentre si è impegnati in qualche gioco più “serio”, quasi irrinunciabile in queste sere d’estate, quando amici e partner avranno altro da fare.

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