Recensione - Robocraft

Costruire e guidare i propri mezzi, per combattere affollate battaglie, è l'essenza di Robocraft: la nostra recensione

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Pubblicato in accesso anticipato nel 2013, Robocraft è un gioco che si è costantemente evoluto e migliorato nel corso del tempo, senza mai tradire la sua natura di free to play. Alla luce dell’ultimo e assai corposo aggiornamento di fine aprile siamo finalmente pronti a parlare del titolo in questione, che aggiunge una forte componente creativa alle classiche meccaniche da shooter online.

Sviluppato da Freejam, un piccolo team indipendente, Robocraft è un titolo che non si perde in cerimonie e offre sin da subito la possibilità di calarsi con grande immediatezza all’interno della proposta videoludica che intende offrire. Il gioco si divide essenzialmente in due distinte sezioni, due diverse anime che riescono però a convivere armoniosamente, ossia la costruzione del nostro mezzo e il deathmatch vero e proprio. La prima e fondamentale parte dell’intera esperienza è infatti la creazione del proprio mezzo da battaglia in cui, come se ci trovassimo di fronte a una sorta di LEGO virtuale, avremo la possibilità di smontare e rimontare senza davvero alcun limite il nostro robot, fatto di materiale cubettoso di cui disporremo in modica quantità, almeno nelle fasi iniziali. Il nostro lavoro in officina non avrà effetto solo sull’estetica del mezzo, ma anche e soprattutto sulla sua efficacia in battaglia. Sbloccando via via mattoncini e parti meccaniche di ogni tipo, si scopre infatti che l’unico vero limite che il gioco impone nella costruzione è la nostra fantasia; avremo la possibilità di creare hoovercraft, droni, carri armati, elicotteri e addirittura veri e proprio mostri meccanici stile AT-AT, tutti ovviamente provvisti di cannoni, torrette, fucili, radar, scudi protettivi e altri gadget di sorta. C’è veramente ogni ben di Dio in Robocraft, e far crescere in dimensioni e potenza da fuoco il nostro mezzo sarà indispensabile per aumentarne il ranking.

[caption id="attachment_142520" align="aligncenter" width="600"]Robocraft screenshot Robocraft - screenshot[/caption]

Perché tutto questo lavoro abbia un senso, ci si deve lanciare a capofitto nel combattimento. L’intera filosofia del gioco, una volta in battaglia, è quella dello sparatutto a squadre. Avremo un nostro livello di gioco, un tier determinato dalla “potenza” e dal livello dei cubi di cui il nostro robot è composto. In tal senso il matchmaking, specialmente riguardo al ranking dei giocatori, fa davvero il suo dovere. Connettersi alla partita è un processo agevole e veloce, e raramente ci si ritrova in sessioni di gioco dove la nostra competitività è frustrata da avversari nettamente superiori e più esperti. Ci sono quattro modalità, piuttosto varie tra loro e mediamente riuscite. Se il classic mode è (appunto) una classica sessione in cui l’obiettivo è ottenere quante più kill in un tempo dato, ben più accattivante è la nuova battle mode, in cui bisogna distruggere una sorta di cristallo adeguatamente protetto da un gigantesco scudo difensivo, che deve essere attraversato o disattivato prendendo il controllo di quattro distinti alimentatori sparsi lungo la mappa di gioco. È una modalità molto più tattica e decisamente accattivante, anche più delle restanti due che costituiscono una variazione del classic mode, organizzando partite in cui gruppi di giocatori più piccoli, ma con mezzi più forti e un tier elevato, si scontrano con una squadra più numerosa ma dal ridotto potenziale di fuoco, impostazione che raggiunge il suo picco massimo in una sorta di uno contro tutti.

"Ogni elemento della costruzione del nostro mezzo sarà dunque attaccabile e lo si potrà distruggere, alimentando esponenzialmente il tatticismo delle battaglie"

La struttura del nostro mezzo influisce, come già accennato, in modo determinante sul gameplay; con sei torrette sul tank la potenza di fuoco sarà notevole a scapito della manovrabilità, e probabilmente i nemici si concentreranno sulle torrette riducendo la nostra pericolosità. Controllando un elicottero saremo spesso inafferrabili, ma sarà sufficiente un colpo ben assestato ad una delle eliche per metterci fuori combattimento. Ogni elemento della costruzione del nostro mezzo sarà dunque attaccabile e lo si potrà distruggere, alimentando esponenzialmente il tatticismo delle battaglie. Nel cuore della battaglia si ottiene inoltre un punteggio dedicato all’overclocking, ossia per ogni azione efficace (colpi a segno, svelamento di una porzione di mappa inesplorata, assistenza agli alleati etc.) otterrete dei punti esperienza legati alla singola partita, che determineranno un level up con relativo potenziamento di ogni singola caratteristica del nostro mezzo. Al termine della partita invece, si guadagnano in base alla performance individuale e di squadra Tech e Robo Points, con i primi che occorrono per sbloccare nuove tipologie di cubi e componenti che si dovranno poi acquistare (anche più volte se necessario al nostro progetto di robot) coi Robo points. Via via che acquisteremo nuovi cubi il tier del nostro mezzo cambierà, e per accorciare il lungo e faticoso cammino verso la massima potenza di fuoco possibile potremo acquistare galaxy cash, con soldi veri, sbloccando anzitempo le componenti necessarie, una procedura utile ma assolutamente non necessaria, in quanto Robocraft si lascia giocare e offre la possibilità di progredire senza dover spendere soldi veri, armandosi invece solo di molta pazienza.

[caption id="attachment_142521" align="aligncenter" width="600"]Robocraft screenshot Robocraft - screenshot[/caption]

A frenare le ambizioni di un titolo comunque estremamente valido, e peraltro ancora in early access e in continua evoluzione, interviene purtroppo la scarsa varietà di fondo della produzione, che fa a pugni con la pazienza necessaria per accedere ai livelli di gioco più alti; sebbene la recente introduzione dell’overclocking consenta anche ai giocatori relativamente meno esperti di compensare la minor efficienza del proprio robot con una buona performance individuale del giocatore, Robocraft richiede ancora molto tempo per essere goduto appieno, tante ore necessarie ad ottenere i tier più elevati e i pezzi più pregiate. Questo non sarebbe un problema, e anzi sarebbe un elemento a favore della longevità del titolo, se non fosse che le modalità di gioco tutto sommato non numerosissime si accompagnano a una varietà di mappe e soprattutto di ambientazioni veramente ridotta, fattore che certo non aiuta chi potrebbe sentirsi scoraggiato dalle numerose sconfitte e kills che si dovranno inevitabilmente subire. Anche l’aspetto grafico soffre rispetto al resto della produzione, e se il look cubettoso dei mezzi è tutto sommato funzionale e accattivante, lo scarso impatto visivo di Marte e del pianeta di ghiaccio (uniche due ambientazioni presenti) in cui si combatte rappresentano un forte anticlimax.

In conclusione Robocraft è certamente un titolo da provare, anche ma non solo in virtù della sua natura di “vero” free to play che consente sul serio di misurarsi e competere senza dover necessariamente spendere danaro aggiuntivo. È per il resto un titolo valido e divertente almeno per qualche ora, ma che ha forse bisogno di qualche ulteriore aggiornamento, peraltro già pianificato da un team davvero attento alle richieste della sua community, per raggiungere la sua piena maturità.

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