Recensione - Road Not Taken - Il guardaboschi
La recensione del puzzle roguelike Road Not Taken
In Road Not Taken si prende il controllo di un guardaboschi, l'ultimo arrivato in un paesino abitato da personaggi strambi, dal carattere particolare e dal diverso sentire nei confronti del nostro personaggio, ammantato di un lungo mantello così come di mistero. Il paesino è situato ai margini di una grande foresta, popolate da normalissimi animali così come da creature incantante e spiriti, un luogo affascinante di certo, ma pericoloso. Accade così che ogni anno, d'inverno, nel cuore del bosco smarriscano la via alcuni dei bambini del paese, e starà al guardabschi trovarli, riconsegnandoli alle loro madri. Ogni anno così, fino alla pensione, o fino ad una prematura morte in quello scenario naturale così bello, ma così letale.
Fatto il proprio ingresso nella foresta, si iniziano a fare i conti con un impianto di gioco che è di facile comprensione, ma di difficile padronanza. Ogni area è organizzata come se fosse una griglia, è possibile muoversi solo in orizzontale e verticale, e per farsi strada occorre sollevare gli oggetti che si trovano sul cammino, siano questi alberi, rocce, tronchi o spiriti, procioni, troll. Sollevare e lanciare, solo nella direzione opposta, senza alcuno sforzo da parte del ranger, sollevare e portarsi dietro, ma in questo caso l'indicatore della vita del guardaboschi inizia a decrescere, così come farà in caso di contatto con creature ostili. L'obiettivo è quello di arrivare ai bambini, e portarli dalle loro madri (tutti se si riesce, ma è possibile fare la dolorosa scelta di lasciarne indietro qualcuno, magari per completare un livello assai ostico), ma son talmente tante le situazioni da interpretare che ben presto il giocatore inizia ad approcciarsi al gioco in maniera più metodica, utilizzando le proprie conoscenze per semplificare il proprio percorso.
"La qualità migliore di Road Not Taken è infatti la presenza di molteplici espedienti di gioco, il cui apprendimento costituisce il nerbo della componente roguelike"[caption id="attachment_133303" align="aligncenter" width="600"] Road Not Taken - screenshot[/caption]
Anche nella sua struttura principale Road Not Taken, dopo i primi momenti di genuino entusiasmo e intrigante scoperta, mostra il fianco a vari rilievi. La generazione casuale dei livelli è ovviamente indispensabile per la sua rigiocabilità, ma può tirar fuori aree interessanti così come caotici garbugli dallo scarso senso ludico. E lì la produzione di Spry Fox cade rumorosamente, perché quando ad una difficoltà che si alza progressivamente, toccando livelli elevati, si accompagna una costruzione degli enigmi poco sapiente, anzi per niente sapiente, essendo questi creati da algoritmi e non selezionati randomicamente da una serie di aree create dagli sviluppatori, può capitare di impantanarsi in situazioni poco divertenti e di astrusa soluzione.
I toni fiabeschi di Road Not Taken sono assecondati da una componente artistica lodevole, che pesca da un immaginario non originalissimo, ma lo interpreta con un tono proprio, mostrando una bellezza non comune nel disegno delle ambientazioni e soprattutto dei personaggi, teneri, semplici ma ben caratterizzati; su PC l'esperienza visiva è però disturbata sensibilmente da rallentamenti inspiegabili, assenti qualora si decidesse di giocare in modalità finestra. Volutamente essenziale è il comparto sonoro, nel quale sono gli effetti a dominare piuttosto che i pochi brani della colonna sonora, e funziona benissimo, perché i suoni della natura contribuiscono a quell'integrazione generale con le buone atmosfere di un gioco che purtroppo cede proprio dal punto di vista ludico. Gli ingredienti per un titolo a suo modo memorabile ci sarebbero quindi, ma l'esito, pur apprezzabile, non è totalmente convincente.