Recensione - Risen 2: Dark Waters - Yo-Ho!

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Il modo migliore per goderne rimane accettarne le mancanze e attenersi alle quest

Il nostro parere sulla versione console del GDR piratesco di Pirana Bytes

[UPDATELeggi il nostro commento sulla versione Console.

Risen 2: Dark Waters non è il vostro RPG occidentale medio. Con questo sequel i ragazzi di Pirana Bytes portano avanti con convinzione la loro filosofia nello sviluppo del gioco di ruolo, sospesa a metà tra l’attaccamento a tradizioni da molti considerate obsolete affiancate a un sistema di combattimento in tempo reale.

Sebbene le prime ore di gioco possano suggerire un’offerta ludica simile a quella del predecessore, superato il primo grosso scoglio il gameplay rivela un’ambizione molto più spiccata: vi troverete infatti totalmente liberi di esplorare le isole di un arcipelago dei Caraibi, risolvendo le quest principali e secondarie nell’ordine preferito, prima dell’inevitabile scontro finale.

A distinguere ulteriormente Risen 2 dalla massa di GDR occidentali c’è anche l’ambientazione piratesca, che senza perdersi in eccessive citazioni da Pirati dei Caraibi riesce a delineare uno sfondo a suo modo originale, tra litri di grog, pappagalli molesti e tesori nascosti.

Trattandosi di un RPG, Risen 2 propone parti uguali di esplorazione e combattimento, seguendo una storia principale che vedrà l’Eroe Senza Nome del precedente capitolo intenzionato ad affrontare una volta per tutte i Titani e la loro ira. Abbandonata (temporaneamente) la bottiglia di rhum, il nostro eroe si finge pirata, lavorando inizialmente per l’Inquisizione. Come consuetudine per la software house tedesca, la scelta rappresenta uno strumento molto importante nelle mani del giocatore, lasciandogli più avanti libero arbitrio sulle fazioni con cui allearsi, con relative conseguenze sullo sviluppo della storia.

Tanta libertà dal punto di vista narrativo non si rispecchia appieno nell’esplorazione: per quanto dichiaratamente “diverso” dalla massa, per l’acquirente medio Risen 2 non può sfuggire al confronto diretto con due pezzi grossi dell’ultimo anno, ossia l’onnipresente Skyrim e The Witcher 2. Villaggi molto piccoli, percorsi esplorativi lineari e NPC impossibili da uccidere (torneranno in salute dopo qualche istante, perdipiù senza ricordare l’aggressione) rendono la libera esplorazione molto meno credibile rispetto a quella offerta da molti esponenti della concorrenza, non lasciando al giocatore altra scelta se non seguire la storia e le molte quest a essa connesse. Da questo punto di vista, l’offerta non è certo esigua, anche se la verve narrativa lascia spesso a desiderare, sia dal punto di vista della profondità dei singoli personaggi, sia per quanto riguarda il susseguirsi degli eventi, a tratti tendente a rallentamenti al limite della noia. I fan di Bioware ad esempio, dovranno adattarsi a una contestualizzazione molto più “leggera” rispetto a quella solitamente offerta dai prodotti della casa canadese.

Passando al sistema di combattimento, anche qui i ragazzi di Pirana Bytes vanno per la loro strada, evolvendo il sistema già visto nel predecessore: fendenti di stocco e sciabola in tempo reale si alternano alla possibilità di utilizzare un gran numero di “trucchi sporchi” secondari, tra cui un colpo di pistola, sabbia da lanciare negli occhi dell’avversario, un pappagallo per distrarlo e così via. Spendendo adeguatamente i punti Gloria (leggi: esperienza) accumulati con le missioni sarà possibile sbloccare abilità in grado di variare leggermente la formula, come la Contromossa e i Colpi Critici, ma nel complesso il sistema rimane vagamente legnoso, poco credibile a vedersi e non certo fluido da giocare.

Anche qui, i confronti con un sistema simile nella forma come quello di The Witcher 2 fanno impallidire il lavoro di Pirana Bytes, dove animazioni legnose e intelligenza artificiale nemica quasi inesistente non permettono grandi soddisfazioni derivanti dal “cappa e spada”. Volendo, sarà possibile darsi alle armi da fuoco, scegliendo dunque di mantenersi a distanza dai nemici e tirare da lontano: abbiamo trovato in questa soluzione una valida alternativa ai goffi duelli ravvicinati, a patto però di sfruttare il più possibile i compagni guidati dall’intelligenza artificiale amica (fortunatamente, da circa un terzo di gioco in avanti sarà quasi sempre possibile averne uno al proprio fianco, sebbene non vi saranno modi per guidarne le azioni sul campo o sceglierne l’equipaggiamento).

Nonostante i difetti, i combattimenti di Risen 2 non sono facili da affrontare, già al livello medio: molti dei nemici infatti “giocano sporco”, con attacchi imparabili e potentissimi, oppure attaccando in gruppo, bloccando il giocatore in posizioni di svantaggio. Di certo, non è un modo molto elegante di mettere in costante scacco il giocatore, ma non si può dire che non ottenga i suoi effetti. Come consigliato anche durante i caricamenti, “salvate spesso”.

Quanto alla crescita del personaggio, anche in questo comparto si notano alcune scelte bizzarre da parte degli sviluppatori: innanzitutto, è bene precisare che, soprattutto nelle prime ore, l’accumulo di punti e lo sblocco delle relative abilità avverrà con una certa lentezza, rendendo molto difficili le prime scelte. Le statistiche a disposizione, Lame, Armi da Fuoco, Resistenza, Astuzia e Vodoo (tutte autoesplicative tranne le ultime due, dedite rispettivamente alle abilità da ladro e alla magia nera degli indigeni) non sono inoltre state adeguatamente bilanciate: alla fine, quasi tutti preferiranno quelle legate al combattimento e allo scasso, lasciando da parte il Vodoo. Un peccato, dato che la “magia nera” indigena riserva alcune interessanti sorprese, come bamboline in grado di controllare la volontà degli avversari.

Si nota in questo senso la mancanza di un testing approfondito del gioco pre-rilascio, che avrebbe reso evidenti squilibri di questo genere. Purtroppo, allo stato attuale spendere molti punti in Vodoo porterà ad ottenere un personaggio troppo debole nelle tradizionali arti di combattimento, e quindi quasi impossibilitato ad affrontare la maggior parte degli scontri obbligati.

Ci sono molti altri elementi di Risen 2: Dark Waters che avrebbero potuto essere sviluppati meglio o semplicemente rifiniti con maggiore cura: proprio come accadeva con il predecessore, il modo migliore per godere di questo titolo è attenersi alle quest, accettare le mancanze (ad esempio scegliendo una crescita tradizionale del personaggio per poi riservare gli ultimi punti al Vodoo) e chiudere un occhio di fronte alle diffuse goffaggini grafiche (come il pop-up della vegetazione, davvero antiestetico e inspiegabile su PC).

Se preso con tali “pinze” virtuali, Risen 2 offrirà tra le 35 e le 40 ore di gioco in un mondo tutto sommato divertente, accompagnato da alti e bassi narrativi e un combat system accettabile una volta spesi i primi punti di crescita del personaggio. Come per il suo predecessore, rimane il rammarico per quello che sarebbe potuto essere un GDR davvero memorabile, se le buone premesse fossero state accompagnate da un bilanciamento e da un polishing molto più approfonditi.


LA VERSIONE CONSOLE


Inserito da Andrea Porta, 3 Agosto 2012

Così come era accaduto con il predecessore, dal punto di vista visivo la versione console di Risen 2 non riesce putroppo ad allinearsi agli standard della corrente generazione. Per quanto il titolo sia completo in ogni sua parte e mantenga i medesimi pregi elencati nella recensione PC, dal punto di vista tecnico il lavoro risulta piuttosto povero.

Sebbene la decisione di abbassare la qualità delle texture ed eliminare molti dei filtri abbia portato ad un frame rate nel complesso stabile, il colpo d'occhio ne risente molto, afflitto da aliasing, vistoso tearing, scarsa definizione, ombre scalettate, pop-up e molti altri difetti grafici. 

Discorso a parte invece per i controlli, che ereditano dalla versione PC l'ottimo layout dedicato al pad, garantendo una buona navigazione dei menu e azioni di gameplay sempre a portata.

Chiaramente, se disponete di un PC in grado di gestire i requisiti hardware di Risen 2, il nostro consiglio è di goderne nella sua migliore incarnazione. Se invece doveste essere appassionati di GDR ma sprovvisti di un gaming PC, a fronte di un comparto tecnico senza dubbio discutibile (ma quantomeno non soggetto a freeze e altri fastidi compromettenti) il titolo saprà offrirvi molte ore di gioco e una profondità notevole.

Tipologia di Gioco:

Risen 2: Dark Waters è un action GDR a sfondo piratesco. A fronte di un inizio tutto sommato lineare, la struttura narrativa si apre passato il primo terzo, lasciando al giocatore libertà quasi totale sull'ordine con cui affrontare le quest.

Come è Stato Giocato:

Abbiamo speso poco più di 30 ore nell'arcipelago, esplorando tutte le isole e completando circa metà delle quest secondarie. Ad affiancare queste ultime vi sono un buon numero di collezionabili (utili anche a migliorare le statistiche del personaggio) e tesori da scovare, portando il counter complessivo attorno, se non leggermente oltre, alle 40 ore.

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